Apre una fabbrica di batterie, piccolo paesino viene invaso da oltre 2.000 operai cinesi

  • Postato il 13 giugno 2025
  • Curiosità
  • Di Virgilio.it
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Figueruelas è di norma un nome estraneo alle prime pagine dei giornali. Un paesino da poco più di mille anime, sperduto nella provincia di Saragozza, nel cuore dell’Aragona. Un posto tranquillo, dove tutti si conoscono, dove il bar apre sempre alla stessa ora e le giornate scorrono tra agricoltura, fabbrica e silenzi. Ma adesso, qualcosa di enorme sta per scuoterne le fondamenta. Perché qui arriveranno 2.200 lavoratori cinesi, pronti a costruire una nuova mega-fabbrica di batterie targata Stellantis. Praticamente il doppio. Una sfida colossale, sia per chi arriva che per chi resta.

La portata del progetto

Il progetto industriale si profila gigantesco, forse il più imponente mai visto da queste parti, e ha già cominciato a muovere fondi e ruspe. Stellantis – da poco passata sotto la direzione di Antonio Filosa, nei panni di amministratore delegato – ha scelto proprio Figueruelas per impiantare una nuova fabbrica di batterie elettriche. In ballo, oltre 4 miliardi di euro.

Ma a far parlare è soprattutto il fatto che, per la costruzione dello stabilimento, sarà impiegato un esercito di tecnici e operai cinesi, dipendenti della compagnia asiatica CATL, uno dei leader mondiali del settore. Secondo quanto scrive El País, la storia ha acceso l’attenzione di media e opinione pubblica. Non si tratta solo di lavoro e numeri: incidono questioni di convivenza, logistica, impatto ambientale, e la gestione di un cambiamento sociale enorme su un centro minuscolo, all’improvviso catapultato sotto i riflettori.

Problema di alloggi

Ha preso voce in capitolo il sindaco di Figueruelas, Luis Bertol. Intervistato da Cadena Ser, ha raccontato di non aver mai assistito una situazione del genere. Il problema principale? Dove sistemare l’intera manodopera. “Qui non ci sono abbastanza case ha spiegato – quindi stiamo valutando di ricorrere a delle mobile homes. Non possiamo permetterci il caos, serve ordine e programmazione”. E intanto in paese qualcuno si interroga su come cambierà il quotidiano: le strade, i negozi, le scuole, il senso di familiarità. La presenza di così tanti stranieri, per di più in così poco tempo, è qualcosa che rischia di mettere a dura prova l’equilibrio locale e culturale.

Il governo regionale dell’Aragona, però, riconosce un’opportunità. Il presidente Jorge Azcón, esponente del Partito Popolare, ha parlato di “immigrazione legale e ordinata”, sottolineando come il piano sia il frutto di un lavoro congiunto con Madrid per garantire i permessi di soggiorno in regola. Secondo Azcón, il caso di Figueruelas può diventare un modello: “Questa è l’immigrazione che interessa alla Spagna, utile, regolata e integrata in progetti di sviluppo economico”.

In fondo, Figueruelas ha già fatto in passato da cornice a situazioni analoghe. A inizio anni ’80, quando General Motors decise di impiantare qui uno dei suoi stabilimenti europei, arrivarono centinaia di lavoratori da Stati Uniti, Germania e Giappone. Anche allora ci furono dubbi, resistenze, ma alla fine il paese crebbe, e con esso la fabbrica, oggi parte del mondo Stellantis. Stavolta, però, lo scenario è diverso. Per dimensioni, per velocità, e per l’eco politica che inevitabilmente si porterà dietro. Il mondo è cambiato, e Figueruelas adesso deve cambiare con lui. Volente o nolente.

 

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Virgilio.it

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