Arbitri, la svolta: sono equiparati a pubblici ufficiali, cosa cambia e i rischi per i violenti
- Postato il 21 giugno 2025
- Di Virgilio.it
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Il Consiglio dei Ministri equipara gli arbitri a pubblici ufficiali: cosa rischia ora chi li aggredisce? Le nuove leggi e la rivoluzione storicaArbitri come pubblici ufficiali: la svolta è arrivata. Con una decisione che segna una rivoluzione storica per il mondo dello sport, il Consiglio dei Ministri ha approvato la modifica dell’articolo 583-quater del Codice Penale. D’ora in avanti, gli arbitri saranno considerati a tutti gli effetti come pubblici ufficiali: ciò significa che ogni atto di violenza nei loro confronti sarà punito con le stesse pene previste per le aggressioni agli agenti delle forze dell’ordine, compresa la reclusione. L’annuncio è stato dato dal Ministro per lo Sport: Andrea Abodi ha sottolineato l’importanza dell’intenso dialogo tra il Governo e l’Associazione Italiana Arbitri (AIA) per raggiungere questo traguardo. Sul web, intanto, si è scatenata una bufera.
- Zappi (AIA): "Una legge storica, frutto di un lungo lavoro"
- Ostellari (Giustizia): "Chi aggredisce, d’ora in poi rischia il carcere"
- Pacifici (AIA): “È ora di dire basta alla violenza sui campi”
- Violenza in crescita: 870 casi in due stagioni
- Stagione 2024/2025: 195 episodi già a novembre
- I tifosi approvano la rivoluzione arbitrale
Zappi (AIA): “Una legge storica, frutto di un lungo lavoro”
Grande soddisfazione è stata espressa soprattutto dal presidente dell’AIA, Antonio Zappi, che ha definito l’approvazione della norma come un momento di svolta per la tutela della categoria:
“Sto provando una grande gioia ed emozione per l’approvazione di questa legge storica. La tutela degli arbitri entra finalmente nel codice penale ed è il frutto di mesi di lavoro e di incontri con i quali abbiamo portato all’attenzione politica e mediatica questa emergenza sociale. Ringrazio ovviamente il Ministro Abodi, il Governo ma anche tutti coloro che, da tutti gli schieramenti, hanno sostenuto questa grande battaglia di civiltà.”
Zappi ha inoltre ribadito che la repressione della violenza deve essere accompagnata da interventi culturali e formativi, in collaborazione con tutte le componenti del mondo sportivo, compreso il nuovo Osservatorio Antiviolenza della FIGC.
Ostellari (Giustizia): “Chi aggredisce, d’ora in poi rischia il carcere”
A spiegare nel dettaglio il contenuto del provvedimento è stato il Sottosegretario alla Giustizia, Senatore Andrea Ostellari:
“Nel decreto legge Sport, licenziato oggi dal Consiglio dei ministri, è inserita una norma che tutela finalmente i direttori di gara. L’intervento era atteso e trova giustificazione a fronte dei ripetuti fatti incresciosi che hanno turbato numerose manifestazioni sportive, da nord a sud del Paese. Lo sport è disciplina, lealtà e condivisione. Chi non lo accetta è avvisato: da domani comportamenti violenti e aggressioni nei confronti degli arbitri saranno puniti senza indugio, anche con il carcere”.
Pacifici (AIA): “È ora di dire basta alla violenza sui campi”
Anche il Presidente dell’AIA, Carlo Pacifici, ha preso una posizione netta dopo l’ennesimo episodio di violenza che ha visto vittima un giovane direttore di gara. L’arbitro, aggredito durante una partita di Terza Categoria nel Lazio, ha riportato la frattura di un braccio, con una prognosi di 30 giorni.
“E’ ora di dire basta! La violenza sugli arbitri, fenomeno da sempre grave nel calcio italiano, ha ormai assunto contorni insostenibili.”
Pacifici ha annunciato l’avvio di iniziative concrete a tutela dei 33 mila associati dell’AIA, con misure che partiranno proprio dal Lazio, teatro dell’ultimo grave episodio. L’obiettivo è quello di dare un segnale forte anche nei campionati dilettantistici e, eventualmente, nei massimi campionati professionistici:
“Un episodio che oltre ad avere conseguenze fisiche e psicologiche, le avrà anche a livello lavorativo essendo il giovane associato impossibilitato per alcune settimane a poter svolgere la propria professione di fisioterapista. Non basta condannare il fenomeno: bisogna agire subito per allontanare chi semina odio e violenza sui campi di calcio. Tutelare gli arbitri vuol dire tutelare il calcio.”
Violenza in crescita: 870 casi in due stagioni
I numeri parlano chiaro: il fenomeno della violenza nei confronti degli arbitri è in aumento. Nelle ultime due stagioni sportive (2022/2023 e 2023/2024) sono stati registrati 870 episodi, con 978 giorni di prognosi totali. Di questi, 180 sono classificati come violenza fisica grave, 257 come violenza fisica, 62 come violenza morale, 282 altre condotte e 89 tentativi di aggressione.
A preoccupare è anche la distribuzione territoriale e la provenienza degli aggressori:
- 579 episodi si sono verificati nei campionati regionali (126 gravi),
- 282 nei campionati giovanili (48 gravi),
- solo 9 nei campionati nazionali (6 gravi).
Le regioni più colpite sono:
- Lazio (109 casi),
- Sicilia (98),
- Lombardia (97),
- Toscana (86),
- Piemonte (83).
Inoltre, tra l’85% e il 90% delle aggressioni è stato perpetrato da tesserati, ovvero calciatori, allenatori o dirigenti.
Stagione 2024/2025: 195 episodi già a novembre
Nel campionato passato, e con dati aggiornati al 20 novembre 2024, si contarono già 195 episodi di violenza, di cui 15 classificati come gravi, con un totale di 61 giorni di prognosi. Un trend che, se confermato, potrebbe superare i dati già allarmanti delle stagioni precedenti.
I tifosi approvano la rivoluzione arbitrale
Un plebiscito di consensi e qualche provocazione che non manca mai. Ma per i tifosi l’approvazione della modifica dell’articolo 583- quater del c.p. è un successone. Sul web però si scatena una bufera sulla tempistica dell’arrivo della legge che tutela gli arbitri: “Io ho sempre trovato strano che questa legge non ci fosse già”. E ancora: “È mai possibile che in Italia si aspetta che scatti prima il morto, è poco ci è mancato, per ottenere qualcosa di utile?”
Non si placano poi gli animi sul web: “Chi ride di questa decisione va bannato a vita”. C’è poi chi scrive: “Chissà se la pena massima farà da deterrente”.
E infine: “Trovo la cosa assurda, mi spiego.. non bisognerebbe essere un pubblico ufficiale per essere tutelato dalle aggressioni. Chiunque dovrebbe essere arrestato in caso di aggressione a qualsiasi altra persona, dal comune cittadino ad altre figure professionali che purtroppo sono ancora più esposte. Mi vengono in mente i medici di ps, i soccorritori del 118, ecc. Ma siamo in Italia e tant’è.”