Archiviati i procedimenti penali contro quelli che Trump considera i suoi “avversari”: l’ex direttore dell’FBI e la procuratrice generale di New York
- Postato il 25 novembre 2025
- Politica
- Di Blitz
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Un tribunale federale statunitense ha archiviato i procedimenti penali contro l’ex direttore dell’FBI James Comey, accusato di falsa testimonianza e intralcio ai lavori del Congresso, e contro la procuratrice generale di New York Letitia James, accusata di frode bancaria e falsa testimonianza. Nella foga di piazzare procuratori fedeli nei ruoli chiave per perseguire quelli che considera i suoi “avversari”, il presidente Donald Trump ha sbagliato i calcoli e l’errore gli è costato l’archiviazione delle accuse a carico di Comey e James. Il giudice Cameron Currie ha infatti archiviato i casi contro l’ex direttore dell’FBI e la procuratrice di New York, poiché la nomina di Lindsey Halligan a procuratrice da parte di Trump “non è stata ritenuta valida”.
La sentenza
Come si legge nella sentenza, il presidente ha violato le leggi che limitano la capacità del dipartimento di Giustizia di nominare procuratori di alto livello senza la conferma del Senato. L’ex avvocata del presidente, ed ex reginetta di bellezza, era stata nominata a settembre attorney general per il distretto orientale della Virginia, con l’obiettivo di perseguire con maggiore aggressività i nemici politici di Trump. Per il giudice “la signora Halligan ha ricoperto illegittimamente tale ruolo dal 22 settembre 2025”. Quindi, “tutte le azioni derivanti da quella nomina costituiscono esercizi illegittimi del potere esecutivo e devono essere annullate”. Il giudice ha archiviato i casi “senza pregiudizio”, quindi potrebbero essere riproposti. In questo senso, gli avvocati di Comey hanno già avvertito che daranno battaglia qualora ci fossero nuove accuse, sostenendo che il termine di prescrizione del caso è scaduto a settembre.

Gli “avversari” del presidente
Comey, nominato da Barack Obama e poi confermato da Trump, è stato a capo dell’FBI dal 2013 al 2017. Ha guidato le indagini sui tentativi della Russia di influenzare le elezioni presidenziali del 2016 a favore di Trump: il cosiddetto Russiagate, che in questi anni il presidente americano ha descritto come la madre di tutte “le cacce alle streghe” di cui sostiene di essere stato vittima. Al centro dell’incriminazione c’era la testimonianza di Comey alla commissione giustizia del Senato risalente al 30 settembre 2020.
In quell’occasione il repubblicano Ted Cruz gli ha chiesto di commentare la sua audizione di tre anni prima, ovvero quando aveva negato di aver autorizzato un funzionario dell’FBI a diffondere informazioni sensibili sulle inchieste Trump e Clinton. Comey ha confermato di non averla autorizzata. Tuttavia, l’avvocato di Andrew McCabe, il vicedirettore dell’FBI che ha fatto trapelare al Wall Street Journal le notizie, ha dichiarato nel 2018 che Comey era al corrente di tutto. Da qui l’incriminazione per falsa testimonianza e ostruzione della giustizia.
Letitia James nel febbraio 2024 aveva invece condotto le indagini e rappresentato l’accusa nel processo in cui Trump era stato condannato a pagare alla città di New York un risarcimento di 450 milioni di dollari (circa 415 milioni di euro) per frode finanziaria. James è stata poi incriminata da Halligan per frode bancaria e falsa dichiarazione nell’acquisto di una casa a Norfolk, in Virginia. Entrambi, però, si sono sempre dichiarati innocenti accusando Trump di “vendetta politica”.
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