Armi verso Israele dal porto di Ravenna senza autorizzazioni: il sindaco scrive a Salvini
- Postato il 4 settembre 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Nuovo scontro tra governo e opposizione su Israele. Questa volta ad accendere il dibattito è stata la notizia di una nave carica di armi che a fine giugno sarebbe transitata senza autorizzazione dal porto di Ravenna verso Israele. Una questione che ha spinto il sindaco della città romagnola Alessandro Barattoni a scrivere, martedì 3, una lettera Salvini: “Non voglio che il nostro scalo sia complice del massacro a Gaza. Non intendo in nessun modo alimentare il traffico di armi che contribuisce, ogni giorno, ad accrescere il numero di vittime”.
Il sindaco di Ravenna ha chiesto chiarimenti al ministro dei Trasporti anche sulla collaborazione tra l’autorità portuale della città e il ministero della Difesa di Israele. La portacontainer a cui si riferisce Barattoni si chiama Zim New Zeland. Avrebbe toccato il porto della città carica di munizioni provenienti dalla Repubblica Ceca prima di approdare ad Haifa. Il sindaco mette sotto accusa anche Undersec, progetto sullo sviluppo di tecnologie per la sicurezza marina e sottomarina nei porti che coinvolge anche l’autorità portuale di Ravenna.
Lanciato nel 2023, riguarda in tutto 22 enti di dieci Paesi europei oltre a Israele, che partecipa con il ministero della Difesa, l’azienda militare Rafael e l’Università di Tel Aviv. “Credo sia giunto il momento di terminare la collaborazione con un ministero che, mentre lavora con le istituzioni europee, si macchia ogni giorno di crimini verso persone innocenti”, scrive Barattoni. Il primo cittadino auspica inoltre “sanzioni precise nei confronti del governo israeliano”.
La replica del ministero dei Trasporti non si è fatta attendere: “La gestione e il controllo delle attività portuali sono di competenza dell’autorità di sistema portuale e degli organi preposti”. Una risposta giudicata “insufficiente e totalmente evasiva” dal primo cittadino romagnolo. Anche l’autorità portuale di Ravenna ha portato la sua versione, affermando che il progetto Undersec “non ha alcuna finalità di produzione di armamenti o strumenti bellici”. Sul transito di armi, l’ente portuale ha poi sottolineato che “la specifica attività di controllo sulla natura della merce che transita nel porto è demandata ad altri soggetti” e che “non riceve alcuna informazione né preventiva né successiva” su queste procedure.
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