Arrivano i permessi retribuiti per fare gli screening oncologici in orario di lavoro

  • Postato il 9 novembre 2025
  • Di Panorama
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Permessi retribuiti per fare, durante l’orario di lavoro, screening oncologici. Con il decreto-legge (159/2025) pubblicato in Gazzetta Ufficiale cambia la tutela della salute dei lavoratori. Nella pratica, i dipendenti potranno assentarsi dal lavoro per sottoporsi agli screening oncologici gratuiti organizzati dal Servizio Sanitario Nazionale, senza perdere retribuzione e senza dover utilizzare ferie o permessi personali.

Screening oncologici in orario di lavoro: via libera ai permessi retribuiti

La misura segna un cambio di paradigma nella tutela della salute dei lavoratori: la possibilità di effettuare gli screening oncologici durante l’orario di lavoro, usufruendo di permessi retribuiti. La novità è il riconoscimento in modo esplicito della prevenzione come un diritto di cittadinanza e di lavoro, e che deve poter essere esercitato senza ostacoli economici o organizzativi. Non un benefit concesso, ma un diritto. I permessi retribuiti riguardano i tre principali programmi di screening oncologico garantiti dal Servizio Sanitario Nazionale: Tumore della mammella, per le donne di età compresa tra 50 e 69 anni, mediante mammografia; Tumore della cervice uterina, rivolto alle donne tra 25 e 64 anni, attraverso pap test o test HPV; Tumore del colon-retto, per uomini e donne di età tra 50 e 74 anni, tramite ricerca del sangue occulto nelle feci o colonscopia. I degli ultimi anni indicano che l’adesione ai programmi di screening in Italia è ancora troppo bassa. Secondo le stime del Ministero della Salute, meno di due persone su tre partecipano agli screening raccomandati. Spesso, il principale ostacolo è proprio la difficoltà di conciliare i tempi di lavoro con quelli necessari per effettuare le visite mediche. Ecco dove interviene il decreto: ridurre gli ostacoli alla prevenzione.

Come funzionano i permessi retribuiti per screening oncologici

La legge stabilisce che, nel quadro della contrattazione collettiva, potranno essere inserite specifiche clausole che consentono ai dipendenti di usufruire dei permessi retribuiti per effettuare gli screening oncologici, senza alcuna riduzione dello stipendio. I contratti collettivi nazionali e aziendali potranno dettagliare le modalità di richiesta, i tempi e le procedure, integrando la misura nelle politiche di welfare aziendale. Dal punto di vista operativo, il dipendente dovrà semplicemente comunicare al datore di lavoro la data dell’appuntamento, allegando la convocazione o l’attestazione rilasciata dal centro di screening. L’assenza sarà retribuita come una normale giornata lavorativa, e non comporterà penalizzazioni ai fini contributivi, del TFR o di altri istituti contrattuali.

Il nuovo ruolo del medico competente aziendale e incentivi per le imprese

Il decreto rafforza in modo significativo le funzioni del medico competente aziendale. Non più soltanto garante della sorveglianza sanitaria, ma avrà il compito di informare e sensibilizzare i dipendenti sui programmi di screening, incoraggiandone la partecipazione e integrando queste attività nei piani di promozione della salute aziendale. Inoltre, il decreto amplia i suoi poteri in materia di controlli sull’assunzione di alcol e sostanze stupefacenti, prevedendo la possibilità di disporre visite di verifica in presenza di fondato sospetto, soprattutto nei settori a elevato rischio di infortuni. Il decreto prevede anche incentivi per le imprese che scelgono di promuovere attivamente la salute dei propri dipendenti. Le aziende che attiveranno programmi di promozione della salute, andando oltre la semplice sorveglianza obbligatoria, potranno accedere a sconti sui premi assicurativi Inail, riducendo i costi e migliorando il clima organizzativo. Per le microimprese, spesso prive di risorse interne per la gestione della sorveglianza sanitaria, sono previste convenzioni con il SSN e strumenti di supporto.

Autore
Panorama

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