Asset congelati, la Russia promette vendetta: “Abbiamo 300 miliardi di dollari di investimenti esteri, potremmo sequestrarli”

  • Postato il 12 dicembre 2025
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Ieri il commissario Ue all’Economia Valdis Dombrovskis in conferenza stampa ha detto che il regolamento sul rinnovo sine die delle sanzioni anti-russe, al vaglio del Consiglio Ue, “contribuirà alle discussioni sul prestito di riparazione” all’Ucraina: “Sta ponendo l’immobilizzazione dei beni russi su solide basi, evitandoci di dover fare affidamento su un regime di sanzioni che prevede il rinnovo dell’immobilizzazione ogni sei mesi”. Entro oggi probabilmente i governi potrebbero concordare per un’intesa per prolungare il congelamento degli asset della banca centrale russa in Ue “per tutto il tempo necessario”.

Il vertice in cui si deciderà il destino degli asset russi congelati si terrà il prossimo 18 dicembre: il tempo scorre, servono 90 miliardi di euro per salvare il bilancio e la Difesa di Kiev e l’Unione non li ha. Per evitare un debito comune – che incontrerebbe di certo il veto magiaro –, punta a usare i fondi russi in Ue, che terrebbero a galla Kiev fino al 2027. La Commissione europea propone di far ricorso alla clausola di emergenza, ricorrendo all’articolo 122 – quello già usato per far fronte a crisi economiche, energetiche e pandemia Covid. Nella sua proposta, la Commissione sostiene che i danni provocati dal conflitto in Ucraina hanno causato un “grave impatto economico”, innescando “gravi interruzioni dell’approvvigionamento, maggiore incertezza, maggiori premi di rischio, minori investimenti e consumi”, dunque “è urgentemente necessario per limitare i danni all’economia dell’Unione”.

Contrario al prelievo dei fondi russi rimane il Belgio – che, materialmente, detiene 185 miliardi dei 210 miliardi di euro russi nelle casse dell’Euroclear. Oltre a una richiesta di garanzie di ferro per condividere rischi di un’eventuale controversia che potrebbe avviare Mosca in tribunale, il premier Bart De Wever ha forti riserve anche sul ricorso all’articolo 122: “Sarebbe come irrompere in un’ambasciata, portar via tutti i mobili e venderli”, in fondo “si tratta di denaro proveniente da un Paese con cui non siamo in guerra”. De Wever ha reso noto che se le sue richieste non verranno accolte, sarà proprio il Belgio a ricorrere contro la decisione: “Se verrà presa una decisione che ritengo manifestamente in contrasto con la legalità, che non ha senso e che comporta rischi molto elevati per questo Paese, allora non si può escludere nulla”.

La Russia promette intanto vendetta e ritorsioni contro quello che definisce “furto”: sebbene non disponga di beni sovrani paragonabili per volume e dimensioni a quelli russi in Ue, promette “una dura reazione”. La Federazione stima che ci siano 300 miliardi di dollari di asset esteri congelati nei cosiddetti conti “di tipo C” – azioni, obbligazioni societarie e sovrane russe di proprietà di investitori provenienti da Paesi che la Russia considera “ostili”. Sono stati creati nel marzo 2022 in risposta alle sanzioni occidentali, ma non si conosce la cifra complessiva di liquidità e proventi dei titoli. “La banca russa Sberbank ha stimato che il 25% dei suoi 787 miliardi di rubli (9,9 miliardi di dollari) di dividendi su azioni di proprietà di investitori stranieri per il 2024 sia stato versato su conti “di tipo C”, riporta Reuters. Però, qualora Mosca decidesse di sequestrarli, potrebbe innescare ulteriori confische ai danni di privati cittadini (anche estranei al conflitto) con conti in Ue.

Non esiste una stima attendibile del valore complessivo dei beni detenuti dagli investitori europei in Russia. All’inizio del 2022 la Banca centrale valutava gli investimenti Ue in circa 364 miliardi di dollari, ma quella cifra fotografa la situazione di un mondo ormai scomparso: se non hanno abbandonato la Federazione nel 2022, molte aziende hanno visto i loro asset sequestrati e trasferiti a nuovi proprietari.

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