Assistenza anziani e Rsa in Basilicata: Il caso finisce al Quirinale

  • Postato il 30 agosto 2025
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Assistenza anziani e Rsa in Basilicata: Il caso finisce al Quirinale

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L’associazione “Il Filo di Cotone” scrive al Quirinale e denuncia la grave situazione in Basilicata dell’assistenza agli anziani: «Troppe mancanze negli aiuti alle Rsa».


«Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale». La prima frase dell’articolo 3 della Costituzione è piuttosto chiaro, senza la necessità di elencare la specifica dei potenziali ambiti di discriminazione. Eppure, nonostante gli sforzi, le occasioni per i passaggi a vuoto non mancano, addirittura, nei contesti che, sulla carta, dovrebbero essere i meno vulnerabili. Accade così che, in Basilicata, si arrivi a pagare un gravissimo scotto in termini di assistenza alle persone anziane, con particolari criticità rilevate proprio nella necessaria struttura legislativa. A denunciarlo è l’associazione Il Filo di Cotone, impegnata nella tutela dei diritti degli anziani bisognosi di cure assistenziali, ospedaliere o domestiche, attiva da un anno ma guidata dalla lunga esperienza nel campo della presidentessa Anna Maria Mancaniello.

In ballo non c’è solo una responsabilità morale ma un’impellenza normativa. Un deficit che, a oggi, rende la Basilicata fortemente in ritardo sia sul piano dell’assistenza che della regolamentazione delle strutture adibite all’accoglienza delle persone più in difficoltà. Un gap talmente grave da aver spinto l’associazione a rivolgersi alla Presidenza della Repubblica, il 12 giugno scorso, affinché intervenisse per colmare la lacuna.

IL PROBLEMA DEL MANUALE DI ACCREDITAMENTO

Il problema, infatti, è legato al cosiddetto Manuale di accreditamento, necessario per la determinazione operativa e infrastrutturale delle Residenze sanitarie assistenziali e del quale ogni regione dovrebbe dotarsi. Un documento base sul quale, secondo Mancaniello, la Basilicata presenta diverse lacune: «La Regione deve obbligatoriamente dotarsi dell’albo apposito, per garantire a queste strutture di operare secondo parametri stabiliti – ha spiegato la presidentessa a L’Altravoce – Quotidiano della Basilicata –, che riguardano sia il piano strutturale che l’operatività del personale. Per fare un esempio, le Rsa che ospitano pazienti con alzheimer hanno l’obbligo di un direttore sanitario e di un medico h24, mentre le strutture socio-sanitarie devono avere un infermiere in turno notturno».

PER LE RSA IN BASILICATA, LE CONSEGUENZE DEL RITARDO E LA LETTERA AL QUIRINALE

Tuttavia, la regione manifesta una carenza nelle linee guida, tale da aver creato un grave dislivello con altri territori: «Siamo gli unici con un gap simile – ha spiegato ancora Mancaniello –. Non è solo una questione di parametri ma anche di contributi, perché le case di riposo si basano unicamente sulle rette e, quindi, i servizi pesano sulle tasche di coloro che le pagano. Il Piemonte, rivolgendosi al Fondo sociale europeo, è riuscito a ottenere 18 milioni in più. Qui, invece, quando ci siamo rivolti alle istituzioni preposte, abbiamo scoperto come queste non sapessero nemmeno della presenza di 92 strutture sul territorio». Fin a qualche anno fa, gli unici contributi ottenuti hanno esulato dai parametri previsti da un apposito Manuale di accreditamento.

Il che ha finito per mettere all’angolo la Regione: «Era stato imposto dal Tar l’adeguamento e, a fronte di un documento ritenuto insufficiente, la richiesta di una revisione, paventando la nomina di un commissario ad acta. Adempimento infine non rispettato per quel che riguarda il sostegno economico». Mentre, come specificato nella missiva inviata al Presidente della Repubblica, «l’iter autorizzativo inizia solo ora a muovere i primi passi».

RSA E ASSISTENZA ANZIANI LA BASILICATA ULTIMO POSTO IN ITALIA

Un pantano burocratico che, di fatto, ha posizionato l’assistenza lucana ai fragili agli ultimi posti in Italia (circa otto posti letto ogni mille residenti), in un territorio che conta una popolazione anziana fra le più alte del Paese: «La nostra lettera ha richiesto un intervento diretto affinché fossero effettuati gli adempimenti necessari (nella risposta, il Quirinale ha specificato di aver sottoposto la questione ai Ministeri competenti, ndr). Non è possibile incontrare tutte queste difficoltà su un tema così importante. Chi assiste persone anziane, anche in casa, ha problemi persino nel reperire forniture essenziali, come i pannoloni.

Per un’assistenza domestica continuativa, spesso, si è costretti a rivolgersi privatamente ma parliamo di persone con pensioni non elevate. Noi stessi, come associazione, abbiamo lottato affinché il reparto geriatrico dell’ospedale San Carlo di Potenza fosse aperto anche il pomeriggio, vista la necessità dei parenti di essere al fianco, per il maggior tempo possibile, a persone che hanno bisogno costante di attenzione. Un risultato che abbiamo ottenuto ma senza un vero e proprio coordinamento fra i vari reparti». Passi avanti ma troppo piccoli per una sanità realmente a misura di cittadino.

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