Assolta l’ex procuratrice Antonella Duchini e gli altri imputati, corruzione riqualificata in abuso d’ufficio che non è più reato
- Postato il 10 ottobre 2025
- Giustizia
- Di Il Fatto Quotidiano
- 1 Visualizzazioni
.png)
È uscita indenne dal processo l’ex procuratrice aggiunta di Perugia Antonella Duchini, che la procura di Firenze accusava di corruzione in atti giudiziari, rivelazione di segreti d’ufficio e abuso d’ufficio. Lo ha stabilito venerdì il Tribunale, assolvendo tutti e sei gli imputati – oltre all’ex pm, due imprenditori, due ufficiali di polizia giudiziaria e un avvocato – e dichiarando prescritti gli episodi precedenti al 2016 (concussione e peculato). Per Duchini e per l’ex carabiniere del Ros Orazio Gisabella, suo principale collaboratore, i pm fiorentini avevano chiesto rispettivamente 12 anni e mezzo e 13 anni di carcere. Il collegio però ha riqualificato gli episodi di corruzione in abuso d’ufficio, così gli addebiti residui sono caduti “perché il fatto non è previsto dalla legge come reato”. Nel corso del processo fu sollevata la prima questione di legittimità costituzionale dell’articolo 1 della riforma della giutizia, che ha abrogato l’abuso d’ufficio. A maggio scorso però la Consulta l’ha bocciata insieme ad altre, ritenendo non fondata la pretesa violazione delle convenzioni internazionali (in particolare quella delle Nazioni Unite contro la corruzione, come lamentavano i ricorrenti).
L’indagine dei pm Luca Turco e Leopoldo De Gregorio aveva puntato il faro su un presunto sistema di favori che avrebbe inquinato il lavoro della procura perugina. Secondo la procura, Duchini avrebbe chiesto l’archiviazione di un’indagine per truffa e associazione a delinquere a carico di un imprenditore in cambio di “viaggi all’estero” e dazioni di denaro per un totale di 108 mila euro, che sarebbero stati consegnati all’ex carabiniere del Ros Orazio Gisabella. Inoltre avrebbe lasciato inevase le richieste del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza e messo sotto inchiesta un suo militare, poi archiviato. Sempre secondo la procura, Duchini poi si sarebbe spesa per favorire la richiesta di archiviazione di un’inchiesta della procura di Roma per bancarotta fraudolenta a carico dello stesso imprenditore (difeso dall’avvocato Mario Incardona).
L’altro filone faceva riferimento a presunte fughe di notizie relative a un fascicolo che la procura perugina aveva aperto nel 2016 su un’azienda del gruppo industriale umbro Colaiacovo, la dinastia a capo della Colacem spa, una delle più importanti imprese italiane produttrici di cemento. L’ad Carlo Colaiacovo (difeso da Franco Coppi e Ubaldo Minelli) avrebbe saputo in anticipo del sequestro d’urgenza sulle quote di una società che faceva capo al fratello e al nipote, quote a cui secondo i pm fiorentini era interessato in prima persona. Anzi, secondo l’accusa sarebbe stato proprio lui a ispirare il sequestro disposto da Duchini per “impedire l’erogazione di finanziamenti in favore dei due”. Anche questo episodio era contestato come abuso d’ufficio, di conseguenza gli imputati sono stati assolti. Nell’atto con cui avevano sollevato la questione di legittimità costituzionale, i tre giudici che hanno assolto Duchini & co. ipotizzavano anche una violazione dell’articolo 97 della Costituzione, per “frustrazione dei principi di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione”. Ma la Consulta ha rispedito tutto al mittente.
L'articolo Assolta l’ex procuratrice Antonella Duchini e gli altri imputati, corruzione riqualificata in abuso d’ufficio che non è più reato proviene da Il Fatto Quotidiano.