Attacco alla Global Sumud Flotilla: “Le prove dimostrano che il raid è avvenuto con un drone che ha sganciato granate incendiarie”
- Postato il 10 settembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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La relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, Francesca Albanese, è stata tra le prime a pubblicare le foto di ciò che resta degli ordigni che hanno colpito le imbarcazioni della Global Sumud Flotilla in acque tunisine. “Le prove – scrive Albanese in un post su X – suggeriscono che un drone senza luce, e quindi non visibile, abbia sganciato un ordigno che ha incendiato il ponte della nave”. La foto mostra ciò che resta dell’arma con cui la nave è stata colpita: un elemento metallico cilindrico, con residui di plastica bruciati e tracce di cinghie e cinture di fissaggi. Per il sito di informazione InsideOver, questo dimostra che l’oggetto era stato meccanicamente assicurato a una piattaforma volante e sganciato dall’alto. Di conseguenza, nonostante le autorità tunisine neghino la presenza di droni nello spazio aereo interessato al momento dell’attacco, le immagini riprese dalla telecamera della barca e i materiali recuperati sul ponte dimostrerebbero il contrario: l’utilizzo di un velivolo a pilotaggio remoto come vettore. Come sostenuto anche dall’equipaggio della Global Sumud Flotilla.
Secondo l’analisi del sito, i danni riscontrati sul ponte dell’imbarcazione colpita non corrispondono a quelli prodotti da un ordigno esplosivo ad alto potenziale: “La deflagrazione ha avuto effetti localizzati, senza compromettere lo scafo, suggerendo l’uso di un dispositivo incendiario a basso rendimento, concepito per intimidire, spaventare l’equipaggio e interrompere la missione, piuttosto che per provocare vittime di massa o affondare l’imbarcazione”, si legge. Questa ricostruzione coinciderebbe con quanto raccontato dalle immagini video immortalate dalla telecamera, che mostrano un lampo di fuoco piombare dall’alto sulla nave, senza però provocare un buco sul ponte. L’ipotesi più accreditata, si legge, è dunque quella del lancio di una “Fire Grenada“, che, senza esplodere violentemente al contatto con la nave, una colta caduta ha continuato a bruciare, finché non si esaurito il liquido infiammabile contenuto al suo interno.
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