Attacco Usa all’Iran, dopo Conte anche Schlein chiede a Meloni di non concedere le basi italiane a Trump: “Parlava di pace, invece bombarda”
- Postato il 23 giugno 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Dopo il M5s anche Elly Schlein chiede a Giorgia Meloni di prendere le distanze da Donald Trump. In un’intervista a La Repubblica la segretaria del Partito democratico ha parlato della telefonata avuta ieri con il presidente del Consiglio dopo l’attacco degli Stati Uniti all’Iran. Trump “diceva che avrebbe portato la pace e messo fine ai conflitti – argomenta Schlein nell’intervista -, invece bombarda e infiamma il mondo. Se guardiamo pure agli altri scenari, oggi ci ritroviamo di fronte alla prosecuzione del massacro di Netanyahu a Gaza, che il governo Meloni non ha ancora condannato, e della guerra in Ucraina, con Putin che si sente più potente di prima. Senza trascurare che Trump ha deciso di attaccare l’Iran senza coinvolgere il Congresso, come invece impone la costituzione Usa”. La segretaria del Pd chiede, quindi alla premier “di dire con chiarezza che l’Italia non parteciperà ad azioni militari e non consentirà che le nostre basi vengano utilizzate per fornire sostegno a una guerra che la comunità internazionale, tutta, deve fermare”. Non solo: “Deve difendere il trattato di non proliferazione nucleare che rischia di saltare. E agire insieme con l’Ue”. Insomma, “il governo non si schiacci su Trump. È stato sbagliato puntare sul finto pacifismo del presidente americano, come ha fatto Salvini”.
Il primo esponente dell’opposizione a chiedere alla premier di escludere la possibilità che le forze armate statunitensi usino le basi italiane per attaccare l’Iran era stato, ieri, Giuseppe Conte. “Chiedo a Giorgia Meloni per una volta di non aspettare istruzioni dall’alto e di mettere subito al primo posto la sicurezza del nostro Paese. Non dare la disponibilità delle nostre basi militari e di garantire che nessun colpo da parte di un nostro soldato verrà sparato”, aveva detto il presidente del M5S in un punto stampa sotto la sede del Movimento, a Roma. “Rischiamo di essere coinvolti nel conflitto iraniano – aveva proseguito l’ex presidente del Consiglio – perché è uno scenario dagli esiti imprevedibili e, quindi, il problema della sicurezza si pone sul nostro territorio e per i nostri militari nei vari contingenti”. “Per quanto riguarda la Nato – aveva aggiunto Conte -, non è previsto il nostro coinvolgimento ma chiedo a Giorgia Meloni di chiarire subito che l’Italia non parteciperà a questa escalation neppure mettendo a disposizione le basi che sono sul nostro territorio”.
Nelle stesse ore il capogruppo del M5s alla Camera Riccardo Ricciardi aveva annunciato una risoluzione sul tema: “Noi del Movimento pensiamo che non ci sia più tempo per ambiguità e che questo esiga la massima chiarezza – aveva detto Ricciardi in un’intervista al Fatto -. Per esempio, bisogna essere chiari nel pretendere che le basi italiane non vengano concesse agli Stati Uniti per eventuali attacchi all’Iran. Lo scriveremo nella nostra risoluzione, e speriamo che su questo ci sia la convergenza almeno di tutte le opposizioni”. “Di solito ognuno prepara il proprio testo, poi ci si unisce almeno su alcune votazioni”, aveva detto l’esponente 5 Stelle riferendosi al dialogo tra i partiti di opposizione. Riguardo a eventuali interlocuzioni con il Pd Ricciardi aveva aggiunto: “Non ancora, ma mancano ancora quasi 24 ore alla discussione in aula e in un momento come questo sono tantissime. Sappiamo di avere sensibilità diverse rispetto ai dem su alcuni temi di politica estera, ma ora bisogna capire come si evolverà il quadro complessivo”.
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