“Attenzione, la barba è un covo di germi: ci sono più batteri che nel water e si possono trasmettere anche dopo averla lavata”: gli studi

  • Postato il 15 agosto 2025
  • Salute
  • Di Il Fatto Quotidiano
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La barba può essere il covo di germi nemici della nostra salute? L’interrogativo è rimbalzato di recente da un articolo del Washington Post che ha segnalato che alcuni wc contengono mediamente meno germi rispetto alla barba. Al di là della genericità dell’affermazione, già il buon senso ci fa capire che molto dipende dalla cura che mettiamo nella nostra igiene e negli oggetti di uso quotidiano. Ma non dobbiamo pensare che tutto sia così scontato.

Basti pensare che questa idea della barba veicolo di malattie era nata nel 1967, quando il microbiologo Manuel S. Barbeito e il suo gruppo di ricerca pubblicarono su Applied Microbiology uno studio in cui esposero tipi di barbe, su volontari e manichini, a microrganismi patogeni dispersi nell’aria. L’obiettivo era valutare se questi microrganismi potessero aderire alla barba, resistere al lavaggio con acqua e sapone e successivamente essere trasmessi a un ospite “sensibile”. Risultato? Anche dopo la detersione, era presenta una carica microbica con possibile rischio di trasmissione. Di fatto altri studi hanno fornito risultati contraddittori, non facendo emergere differenze significative nella colonizzazione batterica complessiva tra chi portava la barba e chi era rasato. Addirittura, in alcuni casi determinati patogeni sono risultati più frequenti tra i rasati, probabilmente a causa dei microtraumi provocati dalla rasatura che possono favorire la colonizzazione di questi microrganismi.

L’esperta: “Non dobbiamo distruggere tutti i batteri!”

Torniamo allora alla domanda iniziale: la barba è davvero un covo di germi a tal punto da dover rinunciare a una scelta, per molti, di stile? “Chiariamo subito un fatto: la pelle è i suoi annessi sono sede di un microbiota, ossia miliardi di microrganismi, in maggioranza batteri ma anche funghi e virus, presente in tutti gli altri organi – spiega al FattoQuotidiano.it la professoressa Pucci Romano, dermatologa e Presidente di Skineco, Associazione scientifica di ecodermatologia –. Una colonia di microrganismi che vive con noi e che è assolutamente necessaria per la nostra salute. Quindi, al di là degli studi che presentano alcune contraddizioni, l’igiene va sempre raccomandata sia per chi ama portare la barba, sia per chi non ce l’ha, ma a certe condizioni”.

Quali?
“Dobbiamo tenere conto di questo microbiota cutaneo nel momento della scelta e dell’uso dei detergenti per la cura della pelle”.

Ci può indicare i criteri per scegliere questi prodotti?
“Intanto partiamo dalla frequenza dei lavaggi: almeno tre volte a settimana, se si ha la barba lunga. E poi, bisogna sempre applicare il concetto di ecodermo-compatibilità”.

In altre parole?
“La scelta deve optare su detergenti non aggressivi, perché tutto quello che è aggressivo mortifica il microbiota della pelle. È bene quindi evitare prodotti che contengano soprattutto solfati, SLS, SLES, sono tensioattivi anionici molto comuni nei prodotti per la cura personale e nei detergenti. Quindi, leggiamo bene le etichette prima di acquistare”.

I migliori detergenti

Come individuare quelli realmente “amici” della pelle?
“Dobbiamo trovare nella lista degli ingredienti la dicitura ‘tensioattivi di origine vegetale’, che sono molto più rispettosi del microbiota cutaneo. Sono componenti che fanno poca schiuma. Li riconosciamo in etichetta con i termini Coco-Glucoside, Decyl Glucoside, Coco Betaine – sono derivati del cocco; oppure il Capryl/Capramidopropyl Betaine che è un tensioattivo anfotero derivato dalla barbabietola da zucchero”.

L’uso di saponi antibatterici come lo giudica?
“Inutile e dannoso perché ammazza i batteri buoni. Il loro uso può essere ammesso solo in caso di infezioni e sotto osservazione medica”.

Balsami & acne

Parliamo dell’utilizzo di pettini e balsami.
“Per chi ha la barba lunga sono utensili ovviamente utili, mentre per il balsamo vale la stessa regola di prima, orientarsi su prodotti non di origine petrolchimica. Per esempio, oggi vanno di moda anche i leave-in conditioner, ossia balsami che si applicano senza risciacquare: anche in questo caso facciamo attenzione ai loro componenti”.

Se una persona che porta la barba ha anche la pelle acneica, come deve regolarsi?
“In questo caso farebbe meglio non farsela crescere per permettere di curare l’acne efficacemente; solo una volta risolta, si può scegliere di avere la barba, magari per coprire i segni lasciati dall’acne”.

Liberare la pelle

L’abitudine di toccarsi la barba periodicamente è da correggere?
“In un contesto di igiene normale che problema c’è? Piuttosto dobbiamo acquisire un concetto essenziale”.

Qual è il messaggio finale?
“Abbiamo una serie di risorse interne al nostro organismo che sono fondamentali, se le lasciamo funzionare; viceversa, se le contrastiamo diventano fragili. Bisogna permettere alla pelle di fare naturalmente la sua parte aiutandola con prodotti che la rispettino profondamente”.

L'articolo “Attenzione, la barba è un covo di germi: ci sono più batteri che nel water e si possono trasmettere anche dopo averla lavata”: gli studi proviene da Il Fatto Quotidiano.

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Il Fatto Quotidiano

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