Audizioni sullo Stato di diritto, Cerno: “Io censurato dal Parlamento Ue”. FdI: “Relatori sbilanciati a sinistra”

  • Postato il 14 maggio 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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“In Italia parlano sempre di fascismo, io guardandomi in giro non lo vedevo. Oggi ho capito: ce l’avevano in casa. Al Nazareno, nelle sedi delle sinistre, nei programmi a sinistra della Rai”. Così Tommaso Cerno, direttore del quotidiano Il Tempo, lamenta di non essere stato invitato alle audizioni della Commissione per le Libertà civili (Libe) del Parlamento europeo sullo Stato di diritto e la libertà di stampa in Italia. Il nome del giornalista ed ex deputato del Pd era stato proposto come relatore dal capogruppo di Fratelli d’Italia a Bruxelles, Nicola Procaccini, ricevendo però una risposta negativa dal presidente della Commissione, mentre sono stati convocati il conduttore di Report Sigfrido Ranucci (che ha denunciato numerose pressioni interne alla Rai) e il direttore di Fanpage Francesco Cancellato, uno degli spiati dal software israeliano Paragon in dotazione al governo. Non è chiaro, invece, a che titolo avrebbe dovuto essere chiamato a parlare Cerno. Ma Procaccini ha convocato comunque una conferenza stampa di protesta nella sede dell’Eurocamera, denunciando uno “sbilanciamento a sinistra piuttosto evidente e visibile nell’elenco dei relatori invitati”, mentre i ministri della Giustizia Carlo Nordio e dell’Interno Matteo Piantedosi hanno disertato l’audizione inviando al loro posto dei funzionari.

All’appuntamento di Fratelli d’Italia ovviamente c’era anche Cerno, che mercoledì ha pubblicato in prima pagina al posto dell’editoriale un fotomontaggio con il proprio volto imbavagliato e il titolo: “Qui sotto non scrivo niente perché l’Unione europea censura il Tempo“. In conferenza stampa il giornalista ha denunciato come la sua candidatura sia stata rifiutata pur essendo omosessuale dichiarato da tempo, essendo stato parlamentare di centrosinistra, avendo diretto l’Espresso e dirigendo tuttora “un giornale libero“: “Se libertà di pensiero è dire quello che dicono Elly Schlein o Nicola Fratoianni, non è libertà di pensiero“, ha incalzato, chiedendo a coloro “che si riempiono la bocca con il manifesto di Ventotene, la Costituzione e la Repubblica” di “non usare” un’immagine distorta dell’Italia “per il loro disegno di occupazione dello spazio politico del nostro Paese”.

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Il Fatto Quotidiano

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