Aut aut di Trump a Zelensky: «La pace o perderà tutto»

  • Postato il 24 aprile 2025
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Aut aut di Trump a Zelensky: «La pace o perderà tutto»

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Trump propone piano per Ucraina di Zelensky: riconoscimento Crimea, no Nato, fine sanzioni, in cambio di garanzie di sicurezza. Kiev resiste sulla proposta americana. Salta il vertice degli alleati a Londra.


Sulla guerra in Ucraina Donald Trump cerca di accelerare. Secondo i media americani infatti, il presidente americano avrebbe presentato agli alleati la proposta ufficiale degli Stati Uniti per uscire da un conflitto che si trascina sanguinosamente ormai da più di tre anni. Il documento americano prevede il riconoscimento dell’annessione russa della Crimea, conquistata nel 2014; un riconoscimento del controllo de facto delle aree dell’Ucraina sotto occupazione russa; il non ingresso di Kiev nella Nato; la cancellazione di tutte le sanzioni economiche imposte a Mosca dal 2014 in poi. In cambio di queste concessioni, l’Ucraina riceverebbe una non meglio chiara «solida garanzia di sicurezza» da parte di un coalizione di Paesi alleati e un piano di assistenza per la ricostruzione post-bellica, sebbene non sia specificato da chi dovrebbe essere sostenuto. La proposta arriva dopo l’indiscrezione del Financial Times, secondo cui il presidente russo Vladimir Putin avrebbe aperto a una soluzione basata sul congelamento del conflitto sull’attuale linea del fronte, secondo uno schema molto simile a quello proposto dal tycoon.

LA POSIZIONE DEGLI STATI UNITI DI TREMP VERSO L’UCRAINA DI ZELENSKY

Per gli Stati Uniti il documento rappresenta la proposta finale, fanno filtrare dalla Casa Bianca. Se non dovesse essere accolta, gli Stati Uniti non avrebbero altra scelta se non quella di interrompere ogni trattativa. Lo aveva affermato a chiare lettere la settimana scorsa il Segretario di Stato Marco Rubio e lo ha ribadito ieri il vicepresidente J.D. Vance, rispondendo alle domande dei giornalisti durante la sua visita di Stato in India. Secondo l’ex senatore dell’Ohio, il governo americano avrebbe presentato «una proposta molto esplicita» ai rappresentanti russi e ucraini. «E’ il momento o per loro di dire sì o per gli Stati Uniti di ritirarsi da questo processo» ha aggiunto il vicepresidente precisando che la proposta americana è stata preceduta da uno straordinario lavoro diplomatico e sul campo.

DIFFICOLTÀ NELLA TRATTATIVA

La trattativa comunque non si preannuncia semplice. L’atteso vertice di ieri a Londra tra i rappresentanti americani, europei ed ucraini per discutere della soluzione avanzata da Washington è deragliato all’ultimo momento, venendo declassato a un semplice incontro tra funzionari di secondo livello, dopo il ritiro dello stesso Rubio. L’improvviso dietrofront del capo della diplomazia a stella e strisce sarebbe motivato dalle dure obiezioni sollevate dalle autorità di Kiev alla proposta americana. Lo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva più volte escluso la possibilità di un riconoscimento formale dell’annessione russa della Crimea, definendola una linea rossa non negoziabile. «Il nostro popolo non accetterà mai un conflitto congelato mascherato da pace. Non riconosceremo mai l’occupazione della Crimea. E se non verrà concessa l’adesione alla Nato, l’Ucraina esigerà garanzie di sicurezza vincolanti, sufficientemente forti da scoraggiare future aggressioni e sufficientemente chiare da garantire una pace duratura» insisteva fino a ieri la ministra dell’Economia ucraina Yulia Sviridenko. Queste resistente hanno portato ieri lo stesso Trump a scagliarsi nuovamente via social contro Zelensky, invitandolo con sarcasmo a provare a riconquistare da solo i territori persi.

SULL’UCRAINA DI ZELENSKY E PROPOSTA DI TRUMP: LE POSIZIONI DI EUROPA E RUSSIA

Anche i partner europei, scettici sulla reale volontà russa di sedersi al tavolo negoziale, sono riluttanti a revocare le sanzioni contro Mosca prima della firma di qualunque accordo. Allo stesso tempo, nonostante la forte similarità con le proprie posizioni, anche il Cremlino ha manifestato alcuni dubbi alla soluzione prospettata dagli Stati Uniti. In particolare, sulla forma che le «solide garanzie di sicurezza» accordate all’Ucraina in vece dell’adesione atlantica. Una formula volutamente vaga, che potrebbe nascondere – questo il timore di Mosca – un ingresso nell’Alleanza camuffato. Per la presidente del Consiglio della Federazione, la camera alta del parlamento russo, Valentina Matviyenko, è per esempio da escludere la presenza di qualunque contingente militare europeo in Ucraina, definita come «inaccettabile». Eppure proprio la presenza di soldati europei costituisce un elemento imprescindibile della strategia europea di assistenza post-bellica a Kiev. Venerdì prossimo l’inviato americano Steve Witkoff vedrà nuovamente Putin in Russia, per fare il punto sui progressi negoziali, ma sembra che ci sia ancora molta strada da fare.

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