Auto elettriche ferme: oltre metà di quelle targate dal 2023 è ancora invenduta

  • Postato il 7 luglio 2025
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  • Di Virgilio.it
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Il mondo dell’automotive non sta vivendo di certo un bel momento, in particolar modo nel nostro Paese. Dati alla mano, il 27,8% delle vetture targate tra l’alba del 2023 e il crepuscolo di giugno 2025 sono invendute e giacciono nelle concessionarie in attesa di un compratore. La situazione però addirittura degenera quando si parla delle auto elettriche. Secondo quanto evidenziato da Dataforce su fonte Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e ACI, le BEV invendute sarebbero addirittura pari al 57,5%, mentre le plug-in hybrid toccherebbero quota 51,2.

Questi numeri non fanno altro che fotografare una situazione che è sempre più preoccupante. Si tratta di un cane che si morde la coda: tutte queste vetture invendute costringono le Case a fermare la produzione (pensiamo ad esempio al recente stop a Cassino di Stellantis). Questo non fa altro che dare instabilità ai lavoratori e fermare più in generale tutta la filiera italiana dell’automotive, dal trasporto alla componentistica.

I marchi con più auto invendute

Volendo scendere più nel dettaglio dei dati raccolti da Dataforce, le auto ferme sui piazzali, immatricolate negli ultimi 30 mesi sono 432.000 unità (quasi 270.000 a benzina). Le BEV rimaste per ora invendute sono 24.000. Da segnalare inoltre che delle km 0 non ancora acquistate ben 245.000 appartengono a Stellantis e 50.000 al Gruppo Volkswagen. I volumi della holding nata dalla fusione tra PSA e FCA sono molto alti semplicemente perché il nostro Paese è uno dei suoi mercati principali, basti pensare alla Panda, che da anni è primatista in fatto di vendite in Italia.

Per quanto riguarda i singoli marchi, invece, restano invendute per ora il 74,8% delle auto BYD, il 48,3% di Audi, il 54,6 di Dacia, il 44,7% delle BMW, il 66,6% delle Mini, il 49,9% delle Mercedes-Benz, il 48,5% delle Suzuki, il 54,9% delle Tesla e il 44,9% delle Subaru. Fanno registrare invece numeri altissimi Leapmotor (90,4%) e Polestar (89,9%), ma per onestà di cronaca bisogna ammettere che i loro volumi di vendita sono così bassi da non poter essere presi in considerazione.

Come vanno le cose a Fiat

Chi può invece essere soddisfatto è Fiat, che conserva un 20,5% di invenduto. Anche in questo caso però il dato schizza alle stelle se prendiamo in considerazione le sole BEV che si attestano con una percentuale del 54,6% di modelli rimasti a terra, per ora. Per quanto concerne le vetture a batteria, in linea generale, i numero hanno dei picchi importanti per alcuni marchi. Alfa Romeo, Kia, Dacia, DR, Mini, Ford, Subaru e BYD toccano punte tra il 70 e il 90% di BEV invendute.

I motivi che hanno dettato questa situazione in Italia sono molteplici. Sicuramente la mancanza di un’adeguata infrastruttura respinge la clientela a puntare su un veicolo con cui potrebbe trovare delle difficoltà a fare rifornimento. Allo stesso tempo molti sono frenati da preconcetti e falsi miti spesso alimentati dalla rete, su questa nuova tecnologia. Per il momento l’elettrico stenta a decollare e proprio questo ha spinto alcuni marchi a fare un passo indietro e tornare a spingere forte sul termico, che obiettivamente conserva ancora il suo zoccolo duro di clientela. Vedremo nei prossimi mesi se ci sarà una svolta o meno in tal senso con alcune Case che sono pronte a rinnovare la propria gamma.

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Virgilio.it

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