Auto elettriche, il dominio cinese si consolida grazie a un deposito di litio da 490 milioni di tonnellate
- Postato il 4 agosto 2025
- Economia
- Di Il Fatto Quotidiano
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Una volta il “veicolo del futuro” era, almeno nell’immaginario europeo, un veicolo americano, occidentale. Oggi il futuro, nel settore dei veicoli elettrici, è chiaramente cinese: già nel presente Pechino domina il mercato. La recente scoperta nel Paese del Dragone di un enorme deposito di litio (oltre 490 milioni di tonnellate di materiale grezzo estraibile), un materiale fondamentale per la produzione di batterie elettriche, potrebbe rendere la Repubblica Popolare lo stato con maggiori riserve di litio a livello globale. Un vantaggio in più nella corsa verso l’elettrico.
La Cina supera gli Usa: Tesla giù – Tra il 2017 e il 2023 la Cina si è resa protagonista di una scalata meteorica al controllo del mercato mondiale delle auto green, moltiplicando del 13.300% la propria produzione e arrivando a occupare una quota del 58% delle vendite. A inizio 2025 è arrivata a controllare quasi i 2/3 delle vendite globali. Questa scalata è avvenuta ai danni dei produttori europei e in particolare dell’americana Tesla che, essendo stata superata dal colosso cinese Byd nel primo quadrimestre del 2025, non è più l’azienda leader del settore. La rapida ascesa dell’industria cinese e il suo predominio nei Paesi una volta definiti “in via di sviluppo” ha due pilastri portanti, strettamente legati tra loro: il controllo dell’estrazione e della lavorazione di materiali critici necessari alla produzione di batterie elettriche e altri componenti; l’azione del governo nel garantire enormi sussidi alle aziende, imponendo allo stesso tempo target di produzione aggressivi.
Il giacimento del Litio e le restrizioni all’esportazione di componenti chiave – La scoperta nel nuovo giacimento di Litio rafforza le fondamenta del predominio. Dopotutto la Cina ha già un semi-monopolio della raffinazione del materiale (70% a livello globale) e una maggiore disponibilità renderebbe le auto elettriche cinesi ancora più competitive. Il governo cinese ha inoltre imposto restrizioni all’esportazione dalla Cina di componenti fondamentali per la produzione di batterie, per quanto riguarda sia la raffinazione del litio che delle terre rare, importanti nella produzione di veicoli elettrici e di beni elettronici di consumo e militari.
L’Unione Europea e gli Stati Uniti hanno tentato di contrastare l’influenza cinese cercando di diversificare il più possibile le catene di rifornimento dei materiali strategici, promuovendo lo sviluppo dell’industria locale, e stabilendo una serie di dazi sui prodotti cinesi. Per proteggere i propri mercati l’Unione Europea ha imposto nel 2024 una serie di dazi sui principali produttori cinesi di veicoli green. Rispettivamente il 17% su Byd, il 18% su Geesy e il 35% su Saic, ma anche sui veicoli prodotti in Cina da Volkswagen, BMW e Tesla (al 20,7% sulle prime due e al 7,8% sull’azienda americana). Un recente summit a Pechino tra l’Ue e il governo cinese si è concluso in un nulla di fatto per quanto riguarda il settore, ma l’Unione si trova in una posizione di debolezza a causa dell’instabilità nei rapporti con gli USA, ed è possibile che adotti politiche più accomodanti verso Pechino in futuro. Per quanto riguarda gli Stati Uniti la competizione sulle auto elettriche è da leggersi nel contesto della guerra commerciale tra i due paesi, in atto da anni, ma riscaldatasi particolarmente nel 2025.
Gli Usa e la dipendenza dalla Cina sui materiali critici – L’escalation è scaturita dalla decisione da parte dell’amministrazione Trump di imporre dazi al 20% sui prodotti d’importazione cinese all’inizio del 2025, e ha portato in pochi mesi la Cina e gli Usa ha imporre dazi reciproci rispettivamente del 125% e del 145% su quasi tutti i prodotti. La Cina ha inoltre imposto restrizioni sull’esportazione di terre rare e altri materiali critici. In seguito ad un accordo temporaneo negoziato a Ginevra a maggio i dazi imposti da Stati Uniti e Cina sono scesi rispettivamente al 30% e al 10%, e l’amministrazione Trump sembra intenzionata a mostrarsi accomodante con Pechino. Il paragone con i recenti negoziati tra Stati Uniti e Unione Europea (che è stata costretta ad accettare tariffe al 15% senza ottenere nulla in cambio) sembra impietoso, ma è dovuto al fatto che gli Stati Uniti dipendono dalla Repubblica Popolare per quanto riguarda la fornitura di materiali critici. Inoltre nel settore dei veicoli elettrici la guerra commerciale totale potrebbe rappresentare un boomerang per gli americani: mentre le aziende cinesi producono poco in America, la Cina rappresenta il secondo mercato nazionale per i prodotti di Tesla, che ha un rapporto privilegiato con il governo cinese rispetto ad altre aziende straniere.
Pechino, il problema è la sovrapproduzione – Lo sviluppo accelerato del settore cinese ha tuttavia un costo, e il sistema di forti sussidi statali e target aggressivi ha portato alla sovrapproduzione e ad una crescente competizione interna al mercato cinese, che tende a eliminare le piccole e medie aziende a favore dei competitor più grossi. Questo sistema inoltre rischia d’incoraggiare le aziende cinesi a mentire sui propri dati di vendita per superare i target imposti dal governo e garantirsi sussidi necessari a reggere la crescente competizione, come nel recente caso di Zeet e Neta.
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