Automobili Mignatta Rina, old style italiano e meccanica a prova di futuro – FOTO

  • Postato il 12 maggio 2025
  • Auto & Moto
  • Di Il Fatto Quotidiano
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C’è tanto “cuore” nel neonato progetto di Rina, la barchetta piemontese by AM. Non solo perché oggigiorno investire nell’automotive – sempre più sofferente e disorientato – richiede un grande coraggio e nervi d’acciaio, ma anche perché quest’auto è una lettera d’amore su quattro ruote a una donna: Caterina, nonna di José Mignatta, fondatore di AM. Nonché un omaggio dichiarato a una delle epoche più romantiche è affascinanti della storia moderna, i favolosi anni Sessanta.

Rina sembra arrivare proprio da lì, con le sue forme sinuose e sensuali che evocano il meglio delle vetture Made in Italy, ovvero bellezza, innovazione, sartorialità e piacere di guida. Attenzione, però, a non scambiarla per un’operazione nostalgia: sì, l’impostazione estetica è vecchia maniera, ma la tecnica è modernissima. Infatti, il design iconico dell’auto nasconde una monoscocca in fibra di carbonio (materiale con cui è realizzata pure la carrozzeria) e una meccanica d’eccezione, animata da un propulsore V8 aspirato da 5 litri di cilindrata.

“Rina è fieramente legata al Piemonte, terra madre di molte pietre miliari dell’automotive internazionale. È un bolide che celebra lo stile italiano e trasmette il senso di guidare ‘davvero’, magari sulle colline del Monferrato o delle Langhe, godendosi i suggestivi paesaggi piemontesi e l’inebriante suono del suo potente motore V8”, spiega in una nota ufficiale Josè Mignatta: “Con Rina aspiriamo a far coincidere l’arte di fare automobili con la grazia pura, creando una bellezza caratterizzata da una nobile semplicità e da una quieta grandezza”.

Eleganza e purezza sono quindi gli architravi concettuali di un design dal sapore tipicamente italiano, e con tutto al posto giusto: cofano lungo, parafanghi possenti e volume di coda sfuggente. Ciò che serve per accarezzare l’aria e fenderla al contempo. “Ogni dettaglio è pensato per esprimere purezza e sintesi, senza fronzoli, proprio come le vetture sportive degli anni Sessanta. Ne risulta una bellezza senza tempo, dove ogni tratto è funzionale e la forma è vera protagonista”, sostiene Davide Dessì, (giovanissimo) Chief designer di Rina.

Una essenzialità che si ritrova anche all’interno dell’abitacolo, privo di schermi ed infotainment. Qui ciascun dettaglio è curato per rendere unica l’esperienza di guida e mettere al centro di tutto il driver. I sedili miscelano ergonomia e continuità formale: sono ricavati direttamente nella monoscocca di carbonio per garantire il massimo in termini di compattezza e funzionalità. I rivestimenti avvolgenti di seduta e schienale sono di pregiata pelle di Toro.

Tuttavia, Rina non è una “bella che non balla”: grazie all’utilizzo a profusione della fibra di carbonio, la vettura vanta un peso a secco estremamente ridotto – quello a vuoto è nell’ordine dei 1.000 kg, equamente distribuiti fra i due assi – e una rigidezza torsionale elevatissima, garanzia di un’ottima dinamica di marcia (pure per via delle sofisticate sospensioni a quadrilatero). All’estrema leggerezza e robustezza della costruzione di Rina si abbina un layout meccanico studiato sin nei minimi particolari: sotto il cofano trova posto un poderoso e vibrante motore V8 aspirato di elevata potenza (ancora non dichiarata, però), collocato in posizione anteriore centrale e collegato a un cambio manuale transaxle a 6 rapporti e al differenziale posteriore autobloccante.

Il propulsore è di origine Ford è presenta primizie meccaniche come pistoni di alluminio e albero motore forgiato. Al fine di incrementarne il rendimento volumetrico e le performance, poi, il V8 è stato sottoposto a una messa a punto specifica, portata a termine in collaborazione insieme a Italtecnica Engineering. L’auto poggia su ruote scomponibili forgiate, disegnate ad hoc per Rina: all’anteriore hanno diametro di 19 pollici, mentre al posteriore di 20 pollici, gommati con pneumatici Pirelli P Zero Trofeo RS.

All’avantreno il sistema frenante Brembo sfrutta pinze fisse a 6 pistoncini, accoppiate a dischi autoventilati con diametro di 360 mm; al retrotreno figurano pinze fisse a 4 pistoncini accoppiate a dischi autoventilati con diametro di 350 mm. In opzione i dischi freno carboceramici per massimizzare le performance ed abbassare ulteriormente il peso.

Le componenti elettroniche del mezzo sono essenziali, finalizzate a rendere più performante e confortevole l’autovettura. L’aerodinamica di Rina beneficia inoltre di un fondo totalmente piatto, studiato per incrementare la deportanza, la stabilità, ridurre la resistenza all’avanzamento e migliorare l’efficienza globale del veicolo. Rina sarà costruita a mano e personalizzabile fin nei minimi dettagli: verrà realizzata presso Valfenera d’Asti (Piemonte), in un’esclusiva tiratura annuale limitata ad appena 30 unità. Prezzi a partire da 290 mila euro, più tasse.

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Il Fatto Quotidiano