Automotive in crisi: Germania e Italia firmano la lettera per salvare i motori termici

  • Postato il 7 ottobre 2025
  • Notizie
  • Di Virgilio.it
  • 1 Visualizzazioni

Nel 2035, seguendo il diktat di Bruxelles, tutte le nuove auto a benzina e diesel dovrebbero essere messe da parte per favorire la vendita di veicoli elettrici. La transizione green indetta dagli esponenti della politica della Commissione europea rischia di mettere la parola fine alla crescita dei PIL delle principali Nazioni, come l’Italia e la Germania, che hanno sempre eccelso sul car market internazionale.

Con lo scoppio della pandemia i numeri di vendita di auto sono crollati in Italia. La Cina ha cominciato a crescere a ritmi insostenibili dai competitor, sfruttando anche i proclami di Bruxelles. Le auto elettriche, per ora, sono un grande affare per i produttori non europei e nemmeno i dazi sembrano poter arginare il problema. Per questo motivo serve una svolta immediata e le due potenze industriali del Vecchio Continente hanno inviato una lettera alle istituzioni dell’Ue. Giorgia Meloni e Friedrich Merz hanno chiesto espressamente di rivalutare le politiche industriali e di sostenibilità dell’industria dell’automotive.

Il contenuto della lettera

Il Green Deal europeo, a causa dei vincoli ambientali, sta compromettendo un lavoro centenario nella filiera dei motori termici. Stellantis e Volkswagen sono piombati in una crisi improvvisa proprio a causa delle proposte elettriche non in linea con le reali esigenze del popolo. La concorrenza cinese low cost ha reso ancor più improbabile l’offerta dei top brand europei, spingendo la maggioranza degli automobilisti a tenersi stretta la cara vecchia auto a benzina o diesel.

“Siamo a un punto di svolta: oggi si apre una nuova fase per l’industria europea. Italia e Germania si presentano unite per chiedere alla Commissione un cambio di rotta sull’automotive, subito. Con responsabilità, pragmatismo e visione. Con una posizione comune e chiara indichiamo insieme la via per una transizione verde che sia davvero sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico, superando le gabbie ideologiche del Green Deal”.

Con queste parole il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha voluto mandare un segnale, La presa di posizione congiunta tra Roma e Berlino è il risultato di un dialogo cominciato da mesi e che ha reso possibile una visione unitaria per salvaguardare una realtà sempre più complessa per i lavoratori.

Dialogo strategico europeo sul futuro dell’automotive

L’appello italo-tedesco potrebbe scardinare la posizione assunta sul green. Con lo stop del 2035 dei motori a combustione interna i vertici della Commissione non hanno pensato, anni fa, alle implicazioni pratiche. Migliaia di lavoratori hanno perso il posto di lavoro o sono finiti in cassa integrazione, si è verificato un decentramento degli stabilimenti in Paesi stranieri per abbassare i costi e sono stati investiti milioni per una misera rete infrastrutturale di colonnine di ricarica che non basterebbe per l’intera popolazione. Nemmeno con gli incentivi la percentuale di EV cambierà in modo radicale in Italia nei prossimi mesi. Si è parlato dell’arrivo di una E-car alla portata del popolo, ma dai primi rumor il prezzo non sarà così economico.

La Commissione europea dovrà considerare di rivedere il regolamento che determinerà il ban dei motori termici tra 10 anni. I player del settore chiedono la possibilità di affrontare strade alternative all’elettrico, come i biocarburanti per continuare a produrre auto termiche dopo il 2035. Nel suo discorso sullo stato dell’Unione, la presidente Ursula von der Leyen ha ribadito che il futuro sarà elettrico e il Vecchio Continente dovrà puntare a far parte di questo futuro. Ben presto tutti i nodi verranno al pettine.

Autore
Virgilio.it

Potrebbero anche piacerti