Avellino, la cura D'Agostino: chi è l'uomo della rinascita biancoverde
- Postato il 1 ottobre 2025
- Di Virgilio.it
- 4 Visualizzazioni

Le radici ben salde al territorio, un legame strettissimo con la gente e con un passato glorioso che ancora vive nei ricordi dei cittadini, e un amore profondo per la città, per l’Irpinia e per i colori biancoverdi sono le chiavi di volta della rinascita dell’Avellino.
Una ripartenza complessa, fatta di anni di sofferenza, con momenti neri vissuti nei meandri dei dilettanti – in una categoria molto lontana dalle abituali alture – dopo il fallimento del 2018, e un Rinascimento che trova la spinta tra le montagne della provincia irpina, a circa 15 km dallo stadio Partenio.
Precisamente a Montefalcione, luogo natio di Angelo Antonio D’Agostino, l’uomo che cambiato il corso della storia biancoverde arrivando sulla china, in quella già citate abituali alture in cui i lupi sono soliti vivere, spazzando via le maledizioni che sembravano incombere sul Partenio dopo anni di amare delusioni.
- Dall'edilizia al calcio, passando per la politica: chi è Angelo Antonio D'Agostino
- Dalla maledizione play-off alla promozione: la strada verso la B dell'Avellino di D'Agostino
Dall’edilizia al calcio, passando per la politica: chi è Angelo Antonio D’Agostino
L’Avellino è solo la punta dell’iceberg del grande impero D’Agostino. L’imprenditore irpino ha cominciato la propria avventura nel 1984 con la D’Agostino Angelo Antonio Costruzioni Generali, solida realtà dell’ambito edile, punta di diamante del progetto sino alla creazione, avvenuta nel 2011, nel ben più vasto impero del Gruppo D’Agostino.
La creazione del Gruppo allarga notevolmente gli orizzonti aziendali e mira ad intervenire su disparati settori, dall’energetico, alla comunicazione, sino a educazione, al settore automotive e la viticoltura. Un campo di fondamentale sviluppo del Gruppo D’Agostino è quello della produzione energetica comprendente Metaedil – per il gas metano – Sienergia – per il settore elettrico e il gas naturale – ed Enone, società di trading energetico mirato al completamento di tutti i passaggi di consumo, dalla vendita alla commercializzazione per prodotto.
Dal 2010 è entrato nello spazio dell’editoria acquisendo due emittenti televisive Primativvù e Telenostra (2015 n.d.r), operanti in ambito locale, mentre sette è arrivato l’allargamento verso l’ambito educativo con l’ottenimento di Uniform, ente gestore dell’Università Telematica Unipegaso per la città di Avellino.
[iol_placeholder type="social_instagram" id="DLpUX2mIVlM" max_width="540px"/]Oltre ad una spiccata e crescente vita imprenditoriale, il presidente dell’Avellino detiene una ben consolidata attività politica, cominciata in ambito locale sotto Italia Futura, movimento fondato da Luca Cordero di Montezemolo, e continuata con Forza Italia, partito nel quale ha ricoperto la carica di responsabile del Dipartimento Innovazione e Sviluppo.
D’Agostino è stato eletto come deputato nella XVII Legislatura per Scelta Civica per l’Italia, restando in Parlamento sino al 2018. Nel 2020 è entrato nel mondo del calcio con l’acquisto la società dell’Avellino, portato alla promozione solo cinque anni più tardi.
Dalla maledizione play-off alla promozione: la strada verso la B dell’Avellino di D’Agostino
Il pomeriggio di Potenza è la chiusura perfetta di un cerchio aperto il 29 febbraio 2020 – pochi giorni prima del tragico avvento della chiusura totale per la pandemia di Covid-19 – quando la società dell’Avellino, già militante in Serie C, viene acquisita dall’attuale patron. È la luce in fondo al tunnel che i tifosi attendono a due anni dal terribile fallimento che ha portato i biancoverdi a ricominciare dalla Serie D.
Le difficoltà causate dal blocco, tuttavia, non danno possibilità di testare il terreno e la prima esperienza della nuova era si infrange sullo scoglio di uno mondo paralizzato. A campionato sospeso i lupi chiudono al decimo posto, perdendo anzitempo le speranze di competere per un posto in B. Una partenza frenata forzatamente e un Rinascimento rinviato all’anno dopo, quando i biancoverdi tornano a toccare le prime posizioni di classifica, assaporando appena il sapore della Serie B, e fermandosi alla terza posizione, alle spalle delle corazzate Catanzaro e Ternana.
I play-off, come consolidata tradizione sino alla promozione diretta, sono un nemico giurato della formazione irpina. Giunta in semifinale, dopo aver superato avversari importanti come Palermo e Südtirol, la squadra guidata da Braglia si blocca contro il Padova. La disavventura contro i veneti è sola la prima volta delle quattro a seguire.
[iol_placeholder type="social_instagram" id="DIo8nAiCAmc" max_width="540px"/]Il sogno interrotto, però, getta le basi per un buon raccolto e la stagione successiva si confà alla precedente portando l’Avellino ancora i play-off, questa volta da quarto. Il cammino, però, è ancora più breve e a siglare la resa immediata c’è il Palermo. Il campionato 2022/2023 è ben lontano dai precedenti. I biancoverdi mostrano lacune e difficoltà.
La peggior stagione dell’era D’Agostino porta i lupi al centro della classifica, al quattordicesimo posto, più vicino al rischio retrocessione che alla speranza promozione, ma anche i peggiori momenti possono gettare le basi per costruire grandi storie. Difatti, proprio nell’ottobre 2022 siede per la prima volta sulla panchina della prima squadra – seppur per un misero periodo – il condottiero dell’impresa promozione del 2025, l’attuale tecnico Raffaele Biancolino, allora alla guida della Primavera, chiamato a fare da tramite per il passaggio di consegne tra Roberto Taurino e Massimo Rastelli.
Il 2023/2024 è ben diverso dall’anno precedente. La squadra del presidente D’Agostino naviga in acque più calma, puntando dritto alla meta della promozione diretta, sfidando i corregionali della Juve Stabia. Le vespe viaggiano ad una velocità troppo elevata per i lupi, i quali, nonostante il buon percorso, sono costretti ad accontentarsi del secondo posto, che li costringe nuovamente al vortice dannato dei play-off.
Nonostante la vittoria nella doppia gara contro il Catania, il sogno biancoverde si interrompe al Romeo Menti di Vicenza in semifinale: la maledizione sembra non dar requie dalle parti della Campania. L’anno dopo è il territorio a spingere la squadra verso l’obiettivo: ad Avellino tutto porta a dire che il 2024/2025 è l’anno giusto: D’Agostino, il presidente irpino venuto per riportare in alto la squadra della sua terra, punta sul più avellinese degli allenatori (non di nascita ma per storia) e richiama alla guida Raffaele Biancolino dopo l’esonero di Michele Pazienza.
L’Irpinia, la città, spingono i lupi – accompagnati da un Partenio sempre gremito – verso la prima serata di Potenza del 19 aprile 2025, quella del ritorno tra i cadetti dopo 7 anni. A promessa mantenuta e ripensando al passato, il patron dichiara: “Sembrava una maledizione, non riuscivamo a capire in che cosa si sbagliava”. Oggi Avellino e la sua squadra guardano in alto, puntando l’altra vetta, aspettando che prenda vita la nuova promossa del presidente D’Agostino: la Serie A da cui i lupi mancano da ben 37 anni.