Bagnaia e Ducati, logorio. Oggi Marquez, domani Aldeguer: a Pecco serve il coraggio di Valentino Rossi

  • Postato il 19 agosto 2025
  • Di Virgilio.it
  • 2 Visualizzazioni

Paragonare adesso Pecco Bagnaia a Valentino Rossi è una sciocchezza. Forse lo era anche nei tempi d’oro del ducatista. Insomma, lo è sempre stato. Però ora gli serve quel coraggio lì, di quando il Dottore salutò Honda per Yamaha. Un azzardo totale: poteva costargli la carriera. E Rossi, al contrario di quel che potrebbe succedere a Pecco, comunque lasciò una Honda dominante e da vincente per andare a consacrarsi nella storia del motociclismo.

Lo smacco di portare Yamaha sul tetto del mondo ne fece la leggenda che è oggi. E se Bagnaia lasciasse Ducati? Certo, Pecco ne esce logoro: adesso non è da podio. Sarebbe un epilogo amaro, figlio di un insuccesso. Non sono scelte paragonabili per tante ragioni ma a Pecco, ora, forse serve quel coraggio lì. Di quando ValeRossi si prese sulle spalle il futuro e decise di andare a scriverlo in prima persona.

La crisi di Bagnaia in Ducati

La frustrazione di Pecco Bagnaia è esplosa al Red Bull Ring, dove l’ottavo posto finale ha messo in luce una crisi tecnica e psicologica ormai conclamata. Il campione torinese non si nasconde: “Sto dando tutto, ma non riesco a spiegarmi come possa chiudere a 12 secondi dal primo su una pista dove sono sempre stato competitivo. Spero che la Ducati mi dia delle spiegazioni. Se ho perso la pazienza? Abbastanza”.

La gara della rassegnazione totale

Un’ammissione pesante, che fotografa bene il momento difficile. Partito con buone sensazioni nelle prove libere e nelle sessioni precedenti alla gara, Bagnaia si è ritrovato senza ritmo quando contava di più. Dopo un avvio positivo, il sorpasso di Marc Marquez ha innescato una lenta caduta di rendimento: gli avversari lo hanno infilato uno dopo l’altro, fino a costringerlo a chiudere in difesa, quasi rassegnato.

Interviste amare e la replica di Dall’Igna

A colpire è stato anche il tono delle sue interviste: sguardo basso, voce dimessa, parole taglienti. “Succedono cose che non riesco a capire, è difficile da accettare. In passato qui ero sempre tra i migliori, quest’anno mi sono ritrovato a lottare per l’ottavo posto. Non è normale”.

Alle sue esternazioni ha replicato Gigi Dall’Igna, direttore generale di Ducati Corse, con un mix di comprensione e fermezza: “È normale che sia deluso, si aspettava risultati importanti. Fa parte del nostro lavoro aiutarlo, ma c’è anche un lato mentale che incide. Dobbiamo rimanere positivi e continuare a supportarlo come abbiamo sempre fatto”.

Ducati e Bagnaia, una crisi che va oltre il singolo GP

Il problema, però, non si riduce a un episodio isolato. Dopo tredici GP, la distanza da Marquez – leader incontrastato con sei vittorie consecutive e una serie impressionante di successi nelle Sprint – è ormai abissale. Bagnaia non solo ha perso il ruolo di riferimento tecnico, ma vede avvicinarsi altri piloti Ducati come Bezzecchi e Alex Marquez, senza dimenticare la crescita di Acosta e l’investimento sul giovane Aldeguer, già indicato come volto futuro della Rossa.

Il contrasto, dopo la corsa, è risultato netto netto: da un lato la festa nel box del nuovo dominatore spagnolo, dall’altro la saracinesca abbassata nel lato dedicato a Bagnaia, simbolo di un clima pesante e di un rapporto che rischia di consumarsi.

Scenari futuri: rischio addio nel 2026

Gli scenari futuri non mancano. Bagnaia ha ancora un anno di contratto, ma senza una svolta immediata la prospettiva di un divorzio non appare più impossibile. In più di un ambiente si sussurra già che il pilota stia valutando alternative per il 2026, soprattutto alla luce della crescente concorrenza interna: Marquez è il presente, Aldeguer rappresenta il futuro, mentre Acosta e Bezzecchi stanno consolidando il proprio spazio.

Un quadro che rende Bagnaia sempre meno centrale nel progetto Ducati e apre all’ipotesi di un addio se la situazione non cambierà. Con tutti i rischi che comporterebbe, anche per Pecco, una separazione.

Adesso è il momento di reagire

Serve a Bagnaia soprattutto: al pilota, all’uomo, al professionista. Reazione immediata indispensabile perché al momento la priorità resta il presente: trovare spiegazioni e soluzioni, riprendere fiducia. Diventa un passaggio cruciale che serve a spalancare gli scenari di quello che accadrà poi. Un pluricampione del mondo non può accettare di lottare per l’ottavo posto, un rapporto costruito su vittorie e titoli rischia di logorarsi irrimediabilmente se non arriverà un riscatto nelle prossime gare.

Da qui a fine anno c’è modo di riscrivere tutto, riprendersi una fetta di MotoGp, tornare il campione che è e, a quel punto, trovarsi di fronte a una scelta decisiva senza subirla ma da attore protagonista. Come Vale a suo tempo, tra incoscienza e coraggio: è un’opzione che non può non solleticare uno come Bagnaia.

Autore
Virgilio.it

Potrebbero anche piacerti