Bandiera del Pride appena fuori da parrocchia a Savona, i fedeli scrivono al vescovo: “Via i simboli che nulla hanno a che vedere con la Chiesa”

  • Postato il 6 giugno 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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Bandiera Pride Chiesa San Giuseppe Savona

Savona. “Vescovo, le chiediamo di intervenire affinché siano tolti i simboli esposti che nulla hanno a che vedere con la Chiesa: la parrocchia non è un centro per il gay pride e la preghiamo di  parlare con don Semeraro affinché cessi di usare la parrocchia per la propaganda lgbtq e non esponga, attraverso la propria persona, adesione a qualcosa che non c’entra nulla. Rispettiamo tutto e tutti, ma riteniamo che certe convinzioni debbano essere lasciate fuori dalla Chiesa”. E’ la richiesta avanzata da un gruppo di parrocchiani di San Giuseppe, a Savona, in una lettera inviata al vescovo di Savona-Noli Calogero Marino.

A scatenare la “protesta” dei fedeli è stata la scelta del parroco, don Gabriele Semeraro, di apporre una bandiera arcobaleno sulla facciata dell’edificio sacro in occasione del Pride tenutosi nella città della torretta proprio la scorsa settimana (bandiera poi misteriosamente sparita nel nulla, come raccontato da IVG.it in questo articolo).

Una scelta che evidentemente ha fatto storcere il naso ai parrocchiani, che hanno dunque deciso di rivolgersi direttamente al vescovo Marino.

Di seguito il testo integrale della lettera.

Eccellenza Reverendissima,
Ci rivolgiamo a Lei come nostro Pastore nella speranza che voglia ascoltare la nostra sofferenza.

Siamo un gruppo di parrocchiani di San Giuseppe, a Savona, parrocchia purtroppo saltata agli onori delle cronache per la vicenda del presunto furto della bandiera lgbtq esposta dal parroco fuori dalla chiesa (e poi rimessa immediatamente nuova, come se fosse un paramento sacro e necessario)

Negli stessi giorni il Parroco ha partecipato al gay pride tenutosi a Savona, pubblicizzando la sua partecipazione in lungo e in largo sulla sua pagina facebook con le sue foto all’evento.

Come Cristiani e come parrocchiani siamo in sofferenza nel vedere come la Casa del Signore sia utilizzata, dai suoi Sacerdoti, per propagandare posizioni che sono contrarie alla dottrina della Chiesa, dissacrando completamente la sacralità del luogo in nome delle proprie convinzioni.

Il parroco ha dichiarato ai giornali locali “”Colgo l’occasione per anticipare che la parrocchia di San Giuseppe per tutto il mese di giugno pregherà per il superamento dell’omobitransfobia nella società e soprattutto nella Chiesa Cattolica. Buon mese del Sacro Cuore e buon mese del Pride a tutti, a tutte e a tutt*” come si può leggere su ivg.it…oltre all’uso del linguaggio che lascia il tempo che trova, ci chiediamo e Le chiediamo, Eccellenza: il mese del pride è sacro come il Sacro Cuore?

Da quando è arrivato Don Semeraro tutto è focalizzato su quello: niente sulle persecuzioni dei cristiani nel mondo, niente sulle nuove povertà che crescono anche in questa parrocchia, niente sui bisogni della Famiglia.

Proprio riguardo alla Famiglia, nonostante quotidianamente anche sulle sue pagine social, oltre che dal pulpito, Don Semeraro dica il contrario, ci rifacciamo alle parole del Santo Padre pronunciate pochi giorni fa “Il matrimonio non è un ideale, ma il canone del vero amore tra l’uomo e la donna: amore totale, fedele, fecondo”.

Ci sentiamo quindi confusi e disorientati, molti di noi hanno abbandonato la partecipazione alla Messa e alla vita parrocchiale perché non riteniamo giusto di dover essere soggetti passivi della propaganda lgbtq, sui muri di una Chiesa!!!!

Le chiediamo, con il cuore in mano, Eccellenza reverendissima, di intervenire affinchè siano tolti i simboli esposti che nulla hanno a che vedere con la Chiesa: la parrocchia non è un centro per il gay pride, e prega che Lei voglia parlare con Don Semeraro affinchè lo stesso cessi di usare la parrocchia per la propaganda lgbtq e non esponga, attraverso la propria persona, adesione a qualcosa che non c’entra nulla.

Rispettiamo tutto e tutti, ma riteniamo che certe convinzioni debbano essere lasciate fuori dalla Chiesa.

Non firmiamo personalmente la missiva perché non vogliamo che si crei discordia verso di noi, saremo felici e torneremo a frequentare la parrocchia con gioia e letizia se potrà avvenire quanto Le chiediamo, con la massima umiltà ma legittimamente desiderosi di non essere esclusi in nome del gay pride: pensiamo sia un diritto di un Cristiano poter frequentare una chiesa sgombra da tali simboli e battaglie ideologiche.

Con Devozione
Un gruppo di fedeli della parrocchia di San Giuseppe, Savona.

Autore
Il Vostro Giornale

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