Bari, al Petruzzelli torna la grande lirica con “Ascesa e caduta della città di Mahagonny”

  • Postato il 12 giugno 2025
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Bari, al Petruzzelli torna la grande lirica con “Ascesa e caduta della città di Mahagonny”

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Teatro Petruzzelli, Bari: la grande lirica torna a dominare la scena con “Ascesa e caduta della città di Mahagonny”. Debutto il 21 giugno per l’opera di Weill e Brecht. Un’opera visionaria che torna a colpire per la sua ferocia e attualità.


BARI – Dopo la pausa primaverile, Il Teatro Petruzzelli di Bari riaccende le luci della grande lirica con un titolo dirompente e provocatorio: “Ascesa e caduta della città di Mahagonny”, capolavoro del Novecento firmato da Kurt Weill su libretto di Bertolt Brecht. Un pugno nello stomaco travestito da spettacolo, un’irriverente parabola sul consumismo, sull’avidità, sull’illusione della libertà che rivela – oggi più che mai – la sua carica esplosiva. L’opera andrà in scena a partire dal 21 giugno, con repliche fino al 29, e promette di scuotere le coscienze con il suo graffio satirico e la sua potenza visiva. Un’opera visionaria che torna a colpire per la sua ferocia e attualità.

Bari, al Petruzzelli torna la grande lirica con “Ascesa e caduta della città di Mahagonny”

Lo spettacolo è una coproduzione con la Fondazione Teatro Regio di Parma, affidata alla regia visionaria di Henning Brockhaus, con Luka Hauser alla direzione dell’orchestra e del coro del Petruzzelli, quest’ultimo preparato da Marco Medved. Le scenografie di Margherita Palli, il design luci di Pasquale Mari e i costumi di Giancarlo Colis contribuiscono a creare un universo visivo suggestivo e simbolico, mentre il video design di Mario Spinaci e le coreografie di Valentina Escobar amplificano la carica emotiva e il dinamismo dell’opera.

Mahagonny, la città del miraggio

La trama è semplice quanto universale: tre fuorilegge fondano una città nel deserto per arricchirsi promettendo piacere e libertà assoluta. Mahagonny diventa presto il simbolo di una società che consuma tutto, compresi se stessa e i suoi valori. Un’utopia che implode sotto il peso del denaro, della legge del profitto, del caos morale.

Al centro della scena, un’umanità sradicata, drogata di libertà senza coscienza, incapace di riconoscere il confine tra desiderio e autodistruzione. A dominare la scena saranno Leokadja Begbick (interpretata in alternanza da Ursula Hesse von den Steinen e Nadine Weissmann), l’imprenditrice del vizio, e Jim Mahoney, il forestiero che crede nel sogno e ne paga il prezzo più alto (Matthias Koziorowski e Daniel Brenna si alternano nel ruolo).

Un’opera politica senza tempo

Weill e Brecht scrivono Mahagonny nel 1927, in una Repubblica di Weimar in bilico tra modernità e disfacimento. Debuttata nel 1930, l’opera venne subito bollata come “degenerata” dal regime nazista: troppo dissacrante, troppo “marxista”, troppo vera. Ma oggi – a distanza di quasi un secolo – Mahagonny parla ancora, con una lucidità che mette i brividi.

La musica di Weill – colta, popolare, contaminata da jazz, cabaret e ritmi americani – si fa colonna sonora di un mondo in crisi, dove il divertimento è obbligo e la disperazione è norma. Brecht demolisce il teatro borghese con ironia e distacco epico, spezzando l’identificazione dello spettatore e costringendolo a riflettere, non a commuoversi.

Un cast internazionale e uno sguardo contemporaneo

Il cast riunisce voci potenti e attori convincenti: tra gli altri, Theresa Kronthaler e Chunxi Hu nei panni di Jenny Hill, Zoltan Nagy (Dreieinigkeitsmoses), Giulio Pelligra (Fatty), e Tigran Melkonyan (Jack O’Brien), affiancati da un ensemble di interpreti di alto livello.

Brockhaus – regista dalla forte impronta sociale e visiva, già apprezzato per la sua capacità di unire rigore formale e innovazione, – promette una lettura contemporanea, spogliata da manierismi ma ricca di riferimenti al nostro tempo: la finanza senza regole, l’edonismo digitale, l’indifferenza collettiva. Una Mahagonny del XXI secolo, che non ha bisogno di costumi d’epoca per denunciare la follia del nostro presente.

Nel foyer del Petruzzelli una conversazione sull’opera

Ad anticipare la prima, il 12 giugno alle ore 19, si terrà nel foyer del Petruzzelli una conversazione sull’opera con Giovanni Bietti, raffinato musicologo e divulgatore, che accompagnerà il pubblico dentro le pieghe di un’opera tanto potente quanto complessa.

Le repliche proseguiranno il 22, 24, 25, 27 e 29 giugno, con orari serali e pomeridiani. Un’occasione rara per assistere a un’opera che è molto più di uno spettacolo: è un atto politico, una provocazione, un invito urgente a guardarsi allo specchio. Perché andare a vedere Mahagonny? Perché riguarda tutti, mette a nudo i nostri sogni infranti e le nostre ipocrisie. Solo il grande teatro, oggi come ieri, sa ancora dire la verità.

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