“Basta multitasking, basta pasti veloci: la vita non può essere una corsa continua e stressante. È ora di pensare a vivere meglio”. La filosofia di luigi Nigro e il commento dell’esperto

  • Postato il 25 aprile 2025
  • Salute
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 3 Visualizzazioni

Ansia, stress e difficoltà nel bilanciare la vita lavorativa con quella privata, con conseguenze sia sulla qualità della vita che sulla produttività. A ritrovarsi in questa situazione è un italiano su due. In questo scenario, emerge con forza la filosofia “Slow Life”, promossa da Luigi Nigro, professionista del digital e influencer, che sui suoi canali social, sotto il nome di @giginenne, invita a costruire un modello di lavoro sostenibile, che rispetti i ritmi naturali della vita e valorizzi il tempo, l’energia e il benessere personale. “Non si tratta di rallentare o rinunciare alla carriera, ma di smettere di vivere secondo i ritmi imposti dalla ‘Fast Life’, una corsa continua, stressante e priva di consapevolezza”, spiega Nigro a Vanity Fair.

Che gli italiani e anche alcune aziende “Illuminate” abbiano intuito la necessità di un cambiamento sui posti di lavoro era già evidente da qualche anno. “Era nell’aria già da tempo e il Covid ha accelerato questa evoluzione”, afferma Marco Vitiello, psicologo psicoterapeuta, coordinatore del gruppo di ricerca di psicologia del lavoro dell’Ordine degli Psicologi del Lazio. “Solo che le organizzazioni sono lente a cambiare modelli. Dopo 30-40 anni di staticità e stabilità, con una cultura organizzativa incastrata nella burocrazia, il cambiamento – continua – non è semplice. Anche se qualcosa si sta muovendo: molte grandi aziende stanno facendo da ‘nave scuola’ perchè hanno compreso che, come dimostrano ormai numerose evidenze scientifiche, il benessere delle persone ha un forte impatto anche sulla loro produttività”. Per questo i principi della filosofia “Slow Life” di Nigro appaiono condivisibili. Il suo invito a riscoprire un’esistenza più naturale e appagante, passa attraverso sette vecchie abitudini da abbandonare. In primis, il multitasking, cioè la consuetudine a impegnarsi su più compiti contemporaneamente. Meglio invece risolvere un problema alla volta, in modo da riscoprire il valore della presenza. Altra abitudine da abbandonare è quella di consumare pasti veloci, fatti il più delle volte da snack confezionati e poco salutare.

Secondo la filosofia di Nigro, è necessario “nutrire il corpo”, riscoprendo il piacere di scegliere ingredienti freschi, cucinare con attenzione e nutrirsi in modo consapevole. La terza consuetudine sbagliata è quella di pensare che il riposo sia possibile solo con un divano e una tv. Il riposo inteso dalla filosofia “Slow Life” è invece quello di una passeggiata all’aria parta, a contatto con la natura, per ristabilire l’equilibrio tra corpo e mente. Secondo Nigro a essere errata è anche la convinzione che il successo sia direttamente proporzionato al tempo dedicato al lavoro. “Slow Life” non è un invito a rinunciare alle ambizioni o alla carriera, ma solo a comprendere che il valore personale non si misura solo in base ai risultati lavorativi.

Tra le abitudini da abbandonare c’è anche la ricerca, a volta esasperata, dell’approvazione degli altri. Nigro raccomanda di imparare a vivere per sé stessi, senza la costante ricerca di validazione esterna. Per aderire alla filosofia Slow Life, inoltre, è bene anche abbandonare l’abitudine all’iperconessione: meglio concedersi momenti di silenzio e di pausa dalla frenesia digitale. Infine, Nigro invita a sostituire il “fare di più” con il “vivere meglio”: rallentando per fare meglio, e non per fare meno. “Sono tutti consigli condivisibili, a cui però mi sento di aggiungere l’importanza dell’aspetto relazionale”, sottolinea Vitiello. “Non bisogna essere individualisti, ma pensare anche agli altri. Il vero cambiamento – continua – può partire dal basso, dall’unione di tutti per uno scopo comune”.

La filosofia Slow Life può essere anche strategica per le aziende: ridefinendo il concetto di produttività e benessere, può non solo migliorare la qualità della vita dei lavoratori ma anche la produttività del tempo trascorso a lavorare. “Sul lato welfare c’è ancora molto da fare”, dice Vitiello. “Ma con alle spalle un modello organizzativo virtuoso, in grado di comprendere davvero i bisogni delle persone, magari con piccole indagini fatte ad hoc, è possibile instaurare un clima di benessere che fa bene tanto ai lavoratori quanto alle aziende”, conclude.

L'articolo “Basta multitasking, basta pasti veloci: la vita non può essere una corsa continua e stressante. È ora di pensare a vivere meglio”. La filosofia di luigi Nigro e il commento dell’esperto proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti