Bayern campione, Harry Kane finalmente vincente: finisce l’incubo di un bomber fuori dagli schemi di oggi
- Postato il 5 maggio 2025
- Calcio
- Di Il Fatto Quotidiano
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Il Bayern Monaco che vince il campionato tedesco numero 34 non è una sorpresa, Harry Kane che conquista il suo primo trofeo a un passo dai 32 anni e dopo aver segnato 376 gol nei club e 71 in Nazionale – primatista assoluto dell’Inghilterra – è invece una notizia: in queste ore, di conseguenza, si parla più di lui che della squadra bavarese. Il problema è che non si sfugge alle maledizioni del calcio e Harry “Hurricane”, che ora canta “We are the Champions”, è stato costretto a mangiarsi le unghie in tribuna per scontare un turno di squalifica e poi a contare i secondi in un locale, prima di liberare la sua gioia. Sabato scorso, a Lipsia, sembrava fatta. Il Bayern, passato dallo 0-2 al 3-2, a un soffio dalla fine del recupero era campione. Kane si era collocato di fronte al tunnel degli spogliatoi per entrare in campo e festeggiare. All’ultimo respiro, colpo di scena: una leggerezza della difesa, incapace di randellare almeno il pallone, 3-3. Tutto da rifare: bavaresi virtualmente campioni in virtù della differenza reti, ma titolo ancora da assegnare, secondo le leggi della matematica. Domenica, novanta minuti di passione: Bayern al completo in un ristorante a guardare il match del Bayer Leverkusen a Friburgo e finalmente, grazie al 2-2, via alle celebrazioni.
Una strana sensazione, per Kane, 80 gol in 89 presenze con il Bayern, pagato 100 milioni per prelevarlo dal Tottenham e stipendio da urlo: 25 milioni lordi a stagione. Il contratto è valido fino al 30 giugno 2027, ma una clausola rescissoria da 65 milioni consente al centravanti di liberarsi a partire dal gennaio 2026. Gli affari di Harry sono gestiti dalla famiglia, padre e fratello. In tredici anni di carriera top, il bomber londinese ha accumulato un patrimonio personale da oltre 100 milioni di euro. Ha investito bene i suoi gol, firmando contratti di sponsorizzazione top: per esempio, un accordo a vita con il marchio Skechers. Kane è anche associato a brand come Nike, Cadbury, Allianz, Fanatics, Reflo e 3Bears Foods: nomi importanti. “Hurricane” possiede a sua volta un marchio personale: “The Harry Kane Company”. Si occupa dei suoi interessi, commerciali e di beneficenza.
Mancava però un dettaglio: un trofeo. Vincere conta non solo per il prestigio personale, per mostrare una bacheca di trofei ai nipoti e per togliersi un’umanissima soddisfazione, ma fa bene anche al conto in banca. Kane era prigioniero di un incubo. Grandi calciatori del passato hanno avuto la scimmia sulla spalla: George Best, uno dei migliori di tutti i tempi, non riuscì a partecipare a un mondiale. Era nordirlandese: con un altro passaporto avrebbe potuto infrangere la maledizione. Kane è stato invece per dieci stagioni il leader del Tottenham, club a secco di titoli dal 2008. Il trasferimento al Bayern, nell’estate 2023, sembrava una sterzata verso i trofei perduti e invece il Bayer Leverkusen si è messo di traverso. Anche in Nazionale è andata finora male, al vecchio Harry: due finali europee perdute (con Italia e Spagna), il ko in semifinale ai mondiali del 2018, l’uscita ai quarti in Qatar, grazie anche soprattutto al suo rigore fallito contro la Francia.
Kane è un personaggio atipico tra i signori del calcio di oggi. Conduce un’esistenza assolutamente normale: ha sposato Katie Goodland che conobbe quando era ancora adolescente, ha quattro figli, due cani e durante la stagione calcistica non beve una goccia d’alcol. Gioca a golf, ha due cani pacifici – razza Labrador retriever – e ha scelto il basso profilo come regola di vita. Non si mai schierato apertamente nella gazzarra politica della Gran Bretagna degli ultimi dieci anni, ma ha dimostrato di avere un sistema di valori “open mind”: è un sostenitore di diritti LGBT, ovvero delle rappresentanze gay, lesbiche, bisessuali e transgender. Il suo parere sulla Brexit fece invece discutere: “Credo che nessuno di noi sia sufficientemente informato per commentarla, dobbiamo solo aspettare e vedere cosa succede”. Un’ammissione onesta, anche perché di Brexit non hanno capito un tubo neppure i suoi più convinti sostenitori.
Kane ricomincia da uno. Ha vinto il primo titolo e per ora bene così: doveva rompere il ghiaccio. Uno come lui merita però una bacheca più corposa: il tempo stringe, ma qualcosa si può fare.
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