Bergomi: «Inter-Barcellona sarà come Italia-Brasile al Sarria del 1982»
- Postato il 12 maggio 2025
- Di Panorama
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Nell’estate del 1982 un ragazzo di 18 anni venne scoperto dal mondo del calcio grazie a Enzo Bearzot, allora c.t. della Nazionale italiana ai Mondiali di Spagna che lo buttò nella mischia in Italia-Brasile, una delle partite iconiche della storia del calcio mondiale. Era Beppe Bergomi che poi per vent’anni ha vestito la maglia dell’Inter giocando più di 500 partite in nerazzurro prima di diventare opinionista per Sky Sport. In questa veste ha commentato Inter-Barcellona 4-3, semifinale di ritorno di Champions League, una delle partite più emozionanti mai viste a San Siro.
Bergomi apriamo il libro dei ricordi: da Italia-Brasile 1982 a Inter-Barcellona di pochi giorni fa…
Di fianco a me martedì a San Siro c’era Fulvio Collovati, io entrai al suo posto in Italia-Brasile. Alla fine della partita ci siamo abbracciati come facemmo allora, certo sul campo è una cosa e ai microfoni un’altra però l’emozione è stata tanta. Su e giù di emozioni incredibili che ti porta a fare certi commenti. Due partite così sono indimenticabili.
Sommer come Zoff su Oscar, il giovane Bergomi e l’esperto Acerbi…
Quella di Zoff resta una parata insuperabile, ma anche Sommer ha fatto cose incredibili, salvando il risultato. Io ero un ragazzino, Acerbi un giocatore esperto. Io pochi minuti prima avevo detto che era meglio che stava dietro perchè il Barcellona in contropiede era pericoloso, invece lui è andato avanti… Ha avuto ragione lui, quel gesto riassume tutto quello che è Acerbi.
Partita con troppi errori difensivi o spettacolo puro?
Quando commenti il Barcellona non devi mai pensare a errori difensivi. Nell’epoca del Var loro giocano così, la difesa alta è una tattica, poi è una squadra che produce gol in maniera incredibile. Prende dei rischi e lo sa, ma il Barcellona gioca così. E comunque non ricordo un 7-6 così in Champions.
Hai giocato contro Maradona, hai visto tante volte Messi e adesso ecco Yamal…
Un talento così puro a 18 anni non lo ricordo, lui galleggia sul campo, accarezza la palla in maniera incredibile, anche quando sembra chiuso trova la giocata. Quindi è vero che è giovane e dobbiamo dargli un po’ di tempo per vedere se avrà continuità, ma ci fa vedere qualcosa di unico. Non so se avrà la vena realizzativa di Messi ma segnerà un’epoca.
Che Inter è questa di Inzaghi?
Non è la più forte ma la più brava. E’ squadra e vince contro avversari come Bayern e Barca che forse sono più forti. Ha un modo di stare in campo che da fastidio a tutte le squadre, Inzaghi tira fuori il meglio da questi ragazzi anche da quelli che non sono più giovani.
E adesso il Psg, senza le stelle è diventata squadra
L’avversario più difficile che potesse capitare all’Inter, dopo una prima fase fatta non bene, sono entrati in forma e ora sono un avversario fortissimo. Luis Enrique è un allenatore che sa insegnare valori, a me piace tantissimo come comunica per quello che ha vissuto nella sua carriera. Hanno talento e difendono meglio del Barcellona.
Da Istanbul a Monaco, l’Inter ha pensato più alla Champions in questa stagione?
Credo che non abbiano mai mollato niente, in campionato forse è mancata un po’ di fortuna che invece hanno avuto in Europa. Vincere campionato e coppa è difficilissimo, non credo che in assoluto l’Inter abbia due squadre. I titolari sono superiori agli altri e quando c’è stato qualche infortunio la squadra ne ha risentito
Cosa dirai a Parigi se…
Io non mi preparo mai niente. E’ l’emozione che ti da la partita, certe volte si fanno commenti più tecnici, altre volte ti fai prendere da certe giocate. Vediamo….