Bernardeschi si confessa: dalla Fiorentina alla Juventus, la verità su Cristiano Ronaldo e la Champions sfumata, la scelta di Bologna

  • Postato il 29 settembre 2025
  • Di Virgilio.it
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Tornato in Italia dopo l’esperienza al Toronto, Federico Bernardeschi ha scelto il Bologna per confrontarsi nuovamente con la Serie A. La sua stagione non è ancora decollata, ma il tempo per rimettersi in ritmo c’è tutto.

Bernardeschi e Bologna

Intervistato al podcast BSMT da Gianluca Gazzoli, l’ex attaccante di Fiorentina e Juventus ha dedicato innanzi tutto un pensiero alla sua squadra attuale. “A Bologna ho trovato un bellissimo gruppo, con valori importanti. La solidità degli anziani è veramente importante, rispecchia i risultati in campo. Non è mai banale quando si raggiungono certi traguardi, significa che c’è una società seria sopra. Questo vale per ogni ambiente, oltre al calcio. Sono stato accolto benissimo sia dai compagni che dalla città e dai tifosi. Mi trovo veramente bene“.

Bernardeschi sull’asse Fiorentina-Juventus

I riflettori della sua vita sono inevitabilmente puntati sul passaggio dalla Fiorentina alla Juventus, sulla via che era già stata percorsa da un altro illustre numero dieci viola, Roberto Baggio. “Il trasferimento è stato pesante. Non solo andavo alla Juventus, ma il numero 10 andava alla Juventus. E lo capisco, si guarda sempre una parte ed è facile magari insultare. Ci sta, fa parte del gioco. Ero un ragazzo di 23 anni, sono opportunità che uno può scegliere di cogliere o no, io decisi di sì. La Fiorentina mi ha dato tanto e questo non lo dimenticherò mai, è imprescindibile, al di là della scelta”.

Bernardeschi e i tifosi viola

“La Juventus non era neanche l’unica squadra interessata – rivela Bernardeschi – Lo fai consapevolmente, comunque, sai cosa può scatenare una scelta del genere. Fossi andato in un’altra società, sarebbe successo il 30-40% del rumore. Io avrei voluto anche ringraziare, alla fine la Fiorentina mi ha portato fino a lì e a Firenze ho tanti amici, sarò sempre grato alla città e alla società. Mi hanno fatto uno striscione fuori dal Franchi, scrivendo cose pesanti. Comprensibilmente. Lo accetti, ti fai le ossa e vai avanti. Anche questo è nel percorso di crescita”.

Bernardeschi pioniere del certificato medico

Poi una rivelazione, che fa tornare in mente a quanto fatto di recente da Koopmeiners e Lookman: “Fui il primo a lanciare la moda del certificato medico. Non mi presentai in ritiro, la trattativa non si sbloccava, la Fiorentina faceva storie anche se era bene o male fatta. Ma vuoi sempre dimostrare che è il giocatore a fare un determinato tipo di scelta, quando non è solo così. Volevano che andassi in ritiro per tre giorni, ma io sapevo che mi avrebbero ucciso se ci fossi andato. E lì scatta il certificato medico, prima che alla fine si sbloccasse tutto. Ma era una decisione di entrambi: se uno dei due non è d’accordo, non si fa”.

La verità su Cristiano Ronaldo

Sempre tornando all’esperienza in bianconero, inevitabile parlare di Cristiano Ronaldo: “Un uomo straordinario, persona incredibile e di un’umiltà pazzesca. A livello di spogliatoio, eccezionale. Come giocatore non lo dico nemmeno. Devi essere cosciente del fatto che lui è superiore e devi avere la capacità di non paragonare quello che fa lui a quello che fai tu. Se è così, non hai problemi. Devi sapere che è un’azienda più che un tuo compagno di squadra. Quando entravo diceva sempre che ero l’italiano con lo stile, gli piaceva”.

La Juventus e la Champions sfumata

E poi Bernardeschi smonta un luogo comune a proposito del portoghese: “Nel suo primo anno potevamo realmente vincere la Champions League e purtroppo non ce l’abbiamo fatta. Ma dire che CR7 abbia spaccato o rotto equilibri nella Juventus non è vero. Sarebbe come nascondersi dietro un alibi troppo grande. Il personaggio può essere sicuramente grande e ingombrante, ma in campo si va in undici e la squadra è di venticinque”.

Cr7-Messi a confronto

Meglio Messi o Cr7? “Lui è diverso. Come Cristiano, sono realtà che da giocatore, facendo lo stesso sport, fai fatica a comprendere. Però vanno distinti: Messi ti ruba tanto l’occhio, gli vedi fare cose che non ti spieghi. Qualcosa di grande, sembra un’aurea, qualcosa che non comprendi nel mondo terrestre. Anche Cristiano ha quella roba lì, ma ha fatto qualcosa che l’altro non ha fatto: ha cambiato il calcio. E lo sport in generale. Messi, come Maradona, sono cose probabilmente divine. Se gli atleti fanno attenzione a una serie di cose per prepararsi, è grazie a Cristiano”.

Bernardeschi e la “giocata”

La “giocata tentata“? Bernardeschi racconta la storia. “Intanto premetto che con Pirlo non ho un bel rapporto, ma bellissimo. Mia moglie e la sua si sentono spesso! Lì sono state fraintese tante cose: giocavo e performavo poco, entravo in campo e non ci riuscivo. Io devo essere autocritico ed era giusto che quell’anno stessi in panchina. Con Pirlo non mi sono mai lamentato, infatti. Abbiamo un amico in comune e lui racconta che io ero l’unico a chiedergli come stava la mattina. Quando merito, merito, quando non merito, no, e lo vedo anche da solo. Poi però andavo in Nazionale e performavo: tanti parlavano del peso della maglia, ma ero alla Juventus da tre anni”.

Il peso della maglia bianconera

Io non ho la verità in tasca, posso dire per me cosa non facevo in quell’anno, ma perché in un certo contesto non rendevo non lo so. Può essere la fiducia, una minore consapevolezza che ti abbassa l’autostima. Io dico che in Nazionale mi fanno rischiare la giocata, perché io mi sentivo più libero di esprimere. In un club hai obiettivi giornalieri, la competizione è completamente differente. In una società come la Juventus sei una pedina in mezzo a una scacchiera che deve vincere. E non puoi tirarti indietro. Se porti a casa zero trofei, alla Juve non interessa quanti gol hai fatto. E quell’anno tra l’altro abbiamo alzato due trofei. Se devi sacrificare te stesso ma alla fine hai risultati collettivi, va bene così. I tifosi a volte comprendono, altre no”.

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Virgilio.it

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