Bibbiano, solo tre condanne e il Pd festeggia. Ma a rimetterci furono (ancora una volta) solo i bambini
- Postato il 10 luglio 2025
- Di Panorama
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Adesso parliamo di Bibbiano, anche se con un po’ di amaro in bocca. A quanto pare, qualcosa di cui parlare c’era davvero, a proposito del modo in cui venivano gestiti gli affidi di minorenni nella Val d’Enza, in Provincia di Reggio Emilia. Certo, la sentenza di primo grado del processo Angeli e demoni letta ieri nel Tribunale di Reggio Emilia non è delle più severe, tutt’altro. La Corte d’Assise presieduta da Sara Iusto era chiamata a decidere la sorte dei 14 imputati ancora in attesa di giudizio, per cui erano state chieste condanne per complessivi 73 anni di carcere. I reati in ballo, del resto, erano pesantissimi: frode processuale, depistaggio, abuso d’ufficio, maltrattamento su minori, lesioni gravissime, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione, peculato d’uso.
Va detto subito: non è andata affatto come auspicato dalla pm Valentina Salvi che ha condotto l’indagine. Solo due le condanne eccellenti: Federica Anghinolfi, figura centrale dell’inchiesta al vertice dei servizi sociali della Val d’Enza ha preso due anni, anche se la pm ne aveva chiesti complessivamente 15; per il suo braccio destro Francesco Monopoli è arrivata una condanna a un anno e otto mesi di reclusione (anche se ne erano stati richiesti 12): pena sospesa per entrambi. Flaviana Murru, assistente sociale, è stata invece condannata a 8 mesi.
A seguire, un bel numero di assoluzioni, a cominciare da quella di Nadia Bolognini, psicologa del centro Hansel e Gretel e moglie di Claudio Foti. Per lei era stata richiesta una condanna a otto anni e tre mesi. Ma come il suo compagno di vita se l’è cavata. Assoluzioni anche per gli altri imputati, in alcuni casi perché la corte ha giudicato i fatti non sussistenti, in altri per prescrizione. A processo vi erano anche Fadia Bassmaji, Daniela Bedogni, Imelda Bonaretti, Valentina Ucchino, Katia Guidetti, Maria Vittoria Masdea, Sara Gibertini, Marietta Veltri e Annalisa Scalabrini. In pratica una robusta fetta dei servizi sociali del Bibbianese e dintorni. Poiché i più sono usciti dal primo grado senza condanne, sappiamo già quale sarà il ritornello nei prossimi giorni, anche perché qualcuno ha cominciato a intonarlo ieri sera. A dare il La sono stati gli avvocati di Federica Anghinolfi, Oliviero Mazza e Rossella Ognibene: «Oggi sappiamo che non esistono demoni contrapposti agli angeli, che la nostra assistita non è una ladra di bambini e che non ha mai agito per interessi diversi da quello superiore della tutela dei minori. Questa verità giudiziale ci ripaga degli sforzi compiuti, ma non cancella la distruzione mediatica dell’immagine della nostra assistita né i danni irreparabili e incalcolabili provocati al sistema della tutela dei minori».
Subito a ruota sono arrivate le truppe cammellate della sinistra. Maria Elena Boschi pretende le scuse della Meloni, Marco Furfaro idem. E poi tutto il gregge Pd:« Con la sentenza di primo grado sul processo Angeli e Demoni, si chiude una vicenda che ha profondamente segnato il nostro territorio dal luglio del 2019» ha dichiarato il deputato dem Andrea Rossi. «Dopo anni di attesa, possiamo finalmente affermare che la giustizia ha fatto il suo corso, distinguendo i fatti dalle narrazioni distorte. Esprimiamo soddisfazione per l’esito del processo, che ha portato all’assoluzione della quasi totalità degli imputati, con l’eccezione di due condanne con pena sospesa. La verità giudiziaria conferma ciò che in molti, conoscendo la realtà dei nostri servizi sociali e del tessuto istituzionale, hanno sempre sostenuto: il racconto pubblico è stato spesso alterato, strumentalizzato e usato per fini politici, senza riguardo per la verità e senza successo duraturo. A uscire feriti da questa vicenda non sono solo le persone coinvolte ingiustamente – la cui dignità oggi viene in parte restituita – ma soprattutto i più fragili: i minori. Vittime due volte, prima degli eventi oggetto d’indagine e poi dell’esposizione mediatica e politica che ha trasformato il dolore in polemica». Di parole come queste ne sentiremo parecchie, c’è da giurarlo. Così come c’è da scommettere che praticamente tutti i media, all’unisono, andranno ripetendo che «il castello è crollato» e che il caso Bibbiano non è mai esistito. Chi ha seguito la storia dall’inizio, senza gonfiare i fatti e senza mostrificare ma riportando tutto ciò che accadeva, difficilmente può accettare questa versione totalmente assolutoria. Vale intanto la pena di rammentare che i nove bambini da cui tutto era scaturito, a differenza di ciò che dice il Pd, non sono stati vittime dell’esposizione mediatica. Anzi, proprio grazie all’inchiesta e allo sconquasso che ha prodotto, sono tornati tutti a casa per volontà del tribunale dei minorenni già nel 2021. Il che indica che qualche scelta sbagliata i servizi sociali reggiani l’hanno compiuta.
Poi certo, ci sono le assoluzioni che non si devono né possono negare. Ma ci sono anche le condanne, pur leggere. E queste ricadono su due dei principali protagonisti di questa brutta storia. Tutti gli altri, compreso il molto citato Foti, erano comprimari. Leggeremo le motivazioni, ma una cosa possiamo dirla già ora: è patetico il modo in cui la gran parte dei giornali sta raccontando questo primo esito dell’inchiesta. Quando l’inchiesta esplose, i più ebbero un iniziale disorientamento, persino Repubblica raccontò gli atroci precedenti di bambini tolti ai genitori per abusi mai esistiti. Poi però, quando si scoprì che in qualche modo veniva tirato in mezzo anche il Pd emiliano, i toni rapidamente cambiarono e spuntarono innocentisti come funghi, pronti a sminuire e a sorvolare sugli aspetti peggiori della vicenda. Che esistevano, piaccia o no: i piccoli furono tolti ingiustamente alle famiglie e alcuni di essi furono molestati proprio nelle famiglie affidatarie. Non esisteva un sistema per rubare bambini? Può anche darsi. Ma esisteva e resiste una ideologia infida che tende a vedere la famiglia come ricettacolo del male e punta a disgregarla. A Bibbiano e non solo questa ideologia operava, e spesso opera ancora anche altrove. A prescindere da ogni verità giudiziaria.