Biennale Musica, la stella dentro che appare dalla nebbia
- Postato il 18 ottobre 2025
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- Di Quotidiano del Sud
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Il Quotidiano del Sud
Biennale Musica, la stella dentro che appare dalla nebbia
Venezia, 18 ott. (askanews) – Una nebbia, le luci che la tagliano e la definiscono, un suono di fondo che somiglia alla traccia fantasma della radiazione originaria del Big Bang, spettacoli che si susseguono evocando altre dimensioni, mentali e temporali, tempi diversi modellati principalmente da un’elettronica che però vibra di vicende umane, che si fonda sulla fragilità, nostra e di tutti.
Stare nella Biennale Musica 2025, la prima diretta da Caterina Barbieri, è un’esperienza di profondità, un discendere dentro noi stessi attraverso un suono che è concreto, introspettivo pure nel suo fuggire verso distanze siderali, dalle quali peraltro spesso pare ragionevolmente provenire.
“La stella dentro” è il titolo scelto dalla curatrice, e la stella a un certo punto, per esempio nel bel mezzo della performance di Actress e Suzanne Ciani, la si sente esplodere davvero, vibra nel corpo, non la vediamo, ma la sapremmo riconoscere. È il ricordo di qualcosa che sta in noi e non sapevamo ci appartenesse. Alieno e familiare. È il corpo, che si sente astrale e fisico al tempo stesso, sono il guadagno e la perdita, il naturale e l’artificiale, il tempo che è stato e il tempo futuro.
In un sistema culturale che, come aveva visto drammaticamente Mark Fisher, rende evidente l’impossibilità di pensare ancora il futuro – la sua scomparsa è il grande evento della nostra epoca in un certo senso – qui, in questi spazi, alle Tese dell’Arsenale o al Teatro Malibran, per un attimo è come se il futuro tornasse possibile. Come se fosse con noi. Accompagnato da questi suoni, che sono luci, che sono corpi, che sono sintesi elettroniche di byte e circuiti, ma anche universo, anni luce, sogni e arcobaleni. Il silicio e l’anima, senza contraddizione.
La musica, qui in Biennale, non è altro che uno spazio da attraversare. Bello pensare che ci porti verso il mistero di noi stessi. (Leonardo Merlini)
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