Blackout in Spagna e Portogallo, ora sotto accusa finiscono le rinnovabili

  • Postato il 29 aprile 2025
  • Di Panorama
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Ieri in Spagna, Portogallo e parti della Francia meridionale si è consumato il più grande blackout della storia in Europa. L’intera penisola iberica si è ritrovata senza energia elettrica. Treni fermi, metropolitane bloccate, semafori spenti, sistemi di pagamento elettronici non funzionanti e molto altro ancora. Di fatto la civiltà ha smesso di funzionare per qualche ora. Ad oggi non si ha ancora la certezza di cosa abbia causato il blackout, ma una delle ipotesi più gettonate indica come colpevole le energie rinnovabili.

L’interruzione elettrica ha fatto “saltare” istantaneamente circa 15 Gigawatt di potenza nel sistema spagnolo, pari al 60% della domanda nazionale, portando allo spegnimento automatico di cinque centrali nucleari spagnole. Al momento del crollo elettrico (intorno alle 12:33) sono venute meno le connessioni mobili e l’accesso a Internet​. In Portogallo il traffico Internet è crollato del 90% (dell’80% in Spagna) rispetto ai livelli normali. Un vero e proprio disastro, insomma.

Oggi la situazione è tornata alla normalità, le autorità portoghesi e spagnole hanno rassicurato che il 99% della rete elettrica è tornata a funzionare. Non sono ancora chiare le motivazioni di questo blackout di proporzioni quasi apocalittiche. Si è parlato di attacco informatico, ma le autorità spagnole ed europee, in seguito ad indagini tecniche, non hanno trovato alcuna prova in tal senso.

Alcuni esperti hanno ipotizzato che il blackout possa essere stato innescato da un “raro fenomeno atmosferico” legato a sbalzi di temperatura estremi. Secondo questa teoria, a causa di variazioni termiche molto rapide si sarebbero generate oscillazioni anomale nelle linee ad alta tensione (un fenomeno noto come “vibrazione atmosferica indotta”)​.

C’è però un’altra ipotesi che sta guadagnando sempre più peso nelle ultime ore, e vede come colpevole del blackout la sovraproduzione di energia rinnovabile. Solo qualche giorno fa diverse testate spagnole avevano esultato perché, per la prima volta, l’intera domanda di elettricità del paese era stata soddisfatta esclusivamente da fonti rinnovabili. Secondo questa ipotesi, in sostanza, un improvviso picco di produzione di rinnovabili (da fonte solare e eolica) in assenza di domanda sufficiente avrebbe sbilanciato la rete. Giova ricordare che la rete elettrica europea richiede un perfetto bilanciamento fra consumo e generazione a 50 Hertz, un eccesso di energia prodotta potrebbe causare un calo della frequenza e quindi un blackout​.

Il blackout di ieri, infatti, ha rischiato di riverberarsi in tutto il continente. La frequenza di rete in tutta l’Europa è scesa ieri a 49,85 hertz, appena sopra la soglia “critica”. La soglia sopracitata di 50 hertz va mantenuta con un margine estremamente stretto di ±0,1 hertz (al momento in cui scriviamo è 50,03). Qualsiasi cosa al di fuori di ±0,2 hertz fa scattare importanti azioni di emergenza. Se la frequenza fosse scesa di altri 0,3 hertz (ovvero al di sotto di 49,5 hertz) l’Europa avrebbe potuto subire un blackout a cascata in tutto il sistema. A quella soglia, i relè di protezione automatici scollegano le principali centrali elettriche e il collasso accelera. Se l’ipotesi venisse confermata, le pale eoliche e i pannelli solari avrebbero potuto causare un blackout continentale.

Autore
Panorama

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