Blitz di teppisti al liceo, gli studenti del Leonardo: “Adesso non strumentalizzateci”

  • Postato il 28 ottobre 2025
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studenti leonardo

Genova. “Domenica non me la sono sentita di parlare in pubblico ma ho visto che davanti alla scuola sono arrivate tante persone che non c’entravano nulla e che sembravano solo interessate a cavalcare politicamente quello che ci era successo, noi lo abbiamo detto subito, chi ci ha attaccato domenica notte non lo ha fatto perché fascista, ha disegnato una svastica perché sa che è una cosa vietata, ha distrutto la nostra scuola perché non aveva altro da fare, e noi non ci stiamo a farci strumentalizzare dalla politica”.

A parlare, tra è uno degli studenti del Leonardo Da Vinci, uno dei tanti che questo martedì mattina si sono dati appuntamento, insieme ad alcuni professori della scuola, ai giardini di piazza Manin per proseguire le attività che erano state programmate per l’occupazione mancata, interrotta dal blitz violento di sabato notte, ma anche per discutere di quanto accaduto e della relativa risonanza mediatica.

Insomma, mentre le indagini della digos proseguono e molti dei responsabili – tutti minorenni – sarebbero già stati individuati (ma non formalmente identificati), gli studenti del “Leo” aggiustano il tiro sui profili dell’irruzione.

Perché se è vero che al mattino di domenica, sui profili social del Collettivo Leodavinci gli occupanti avevano parlato apertamente di “violenza fascista” – riferendosi anche al grido Viva il duce risuonato durante l’aggressione – già dopo poche ore in tanti avevano iniziato a spiegare che quel gruppo di 30, 40 giovanissimi violenti era più da iscrivere in un ambito di disagio giovanile. “Maranza” li hanno definiti alcuni testimoni e, a cascata, anche gli stessi inquirenti.

Durante l’assemblea di questa mattina i ragazzi e i cinque professori intervenuti si sono interrogati anche sulla dinamica dell’intervento delle forze dell’ordine. “Ci chiediamo perché siano state necessarie due ore per arrivare, siamo vicini al centro”, ha detto un altro ragazzo. “E’ la stessa domanda che ci siamo posti tutti, e sappiamo che quello che è accaduto potrebbe indurvi a pensare che l’intervento sia stato appositamente ritardatario”, ha osservato un docente di storia e filosofia. Il ragazzo ha replicato: “Io non lo penso, sarebbe una cosa troppo grave da immaginare”.

Durante l’incontro – che è stato seguito da un approfondimento sulla salute mentale insieme a una psicoterapeuta – i ragazzi e i professori si sono anche interrogati su quali siano potuti essere le spinte che hanno portato loro coetanei a distruggere la scuola. “Sono bifolchi, teppisti, violenti per il gusto di esserlo, ma sono anche la spia di una società che ha fallito”.

A oggi né i docenti né i ragazzi sanno quando potranno tornare a fare lezione in classe. Nel frattempo la Rete degli studenti medi ha convocato un presidio “antifascista” (questo comunque il termine utilizzato nel messaggio della comunità studentesca) per oggi alle 15 davanti alla sede del liceo, in via Arecco. “Per ribadire il vero scopo dell’occupazione: non la distruzione e la violenza, ma la rivendicazione di spazi sani e sicuri di formazione e di comunità”.

Autore
Genova24

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