Bo-Kaap, il quartiere arcobaleno che racconta storie di culture e colori senza pari

Chiudete gli occhi e immaginate di imboccare una strada in salita, dove il grigio del mondo urbano all’improvviso si frantuma in un mosaico accecante. Tra facciate dei palazzi che sembrano litigare a colpi di fucsia e turchese, l’aria profumata di spezie e i ciottoli sotto i piedi che raccontano di passi ostinati, di comunità che hanno resistito trasformando un ghetto in manifesto, si svela Bo-Kaap, quartiere che sembra un grido dipinto, la voce colorata della memoria di Città del Capo.

La storia e perché Bo-Kaap è tutto colorato

In un tempo ormai lontano, il quartiere di Bo-Kaap non era di certo un caleidoscopio di colori come oggi. Anzi, quelle case che adesso abbagliano con toni accesi erano spoglie, dipinte di bianco e abitate da persone che di libertà non sapevano quasi nulla. Qui vivevano soprattutto discendenti degli schiavi portati a Città del Capo dal Sud-Est asiatico e dall’Africa orientale, uomini e donne deportati dalla Compagnia Olandese delle Indie Orientali nel XVII e XVIII secolo. Molti di loro, una volta emancipati, rimasero in questo quartiere, costruendo una comunità musulmana solida e orgogliosa: moschee, scuole, tradizioni culinarie e un’identità che non si è mai lasciata cancellare.

Il colore è arrivato più tardi, come gesto di liberazione. O meglio, l’origine è incerta e ancora discussa, ma in molti ritengono che quando le famiglie ottennero finalmente la possibilità di possedere le proprie case, decisero di dipingerle con tinte sgargianti, quasi a gridare che non erano più proprietà di nessuno, se non di loro stessi. Non era solo un fatto estetico, perché più che altro era un modo per dire “ci siamo, esistiamo, siamo diversi e non abbiamo paura di mostrarlo”. Da allora, ogni sfumatura sulle facciate è rimasta un simbolo di resilienza e di appartenenza, trasformando il quartiere in un arcobaleno che racconta una storia di oppressione, riscatto e orgoglio culturale.

Va comunque specificato che, secondo altre ricerche, fin dall’epoca coloniale le case erano spesso intonacate a calce, una tecnica che poteva prevedere già tonalità lievi o pastello. Le tinte vivaci così come le vediamo attualmente si sono consolidate solo nel XX secolo, con la progressiva stabilizzazione della comunità musulmana capetoniana e la diffusione di una cultura visiva più festosa e identitaria.

Un’altra interpretazione riguarda le festività religiose: stando ad alcune fonti locali, le case venivano spesso ridipinte o aggiornate nei colori in occasione dell’Eid, come segno di celebrazione, pulizia e rinnovamento spirituale. Ciò che comunque è certo, è che il colore di Bo-Kaap è un simbolo potente di orgoglio e identità.

Cosa vedere a Bo-Kaap?

La prima cosa da fare a Bo-Kaap è perdersi tra le stradine acciottolate scoprendo, passo dopo passo, un museo a cielo aperto. Le case dalle mille tonalità sono la prima cosa che cattura lo sguardo, ma dietro ognuna di esse c’è una storia di famiglia, di fede e di orgoglio. Camminando lungo Dorp Street, ci si imbatte nella Moschea Auwal (1794), la più antica del Sudafrica, che ancora adesso è un punto di riferimento per la comunità musulmana.

Vale la pena entrare al Bo-Kaap Museum, allestito in una casa del XVIII secolo, per capire come vivevano le famiglie di discendenti degli schiavi: stanze piccole, arredamenti semplici e una cucina che profuma di spezie. E proprio il cibo è un altro modo di conoscere più a fondo la vita e la storia del quartiere, anche perché vale assolutamente la pena assaggiare i piatti tipici della Cape Malay cuisine, tra curry, samosa e dolci speziati.

Dove si trova e come arrivare

Il quartiere dai mille colori si trova proprio ai piedi di Signal Hill, a ridosso del centro di Città del Capo. Non serve allontanarsi molto per trovarlo, in quanto basta una breve camminata da Long Street o dal V&A Waterfront per ritrovarsi tra le sue pittoresche stradine.

Una volta in città, il modo migliore per arrivare è quindi a piedi. In alternativa, si può prendere un taxi, un Uber o un minibus locale, tutte opzioni rapide e a buon prezzo. Chi preferisce muoversi in autonomia può noleggiare un’auto, anche se le strade sono strette e i parcheggi limitati.

Autore
SiViaggia.it

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