Boeing Air India precipitato, 290 morti e un solo sopravvissuto: «Carrello, flap, motori: ecco cosa non ha funzionato»

  • Postato il 13 giugno 2025
  • Di Panorama
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Qualsiasi cosa sia accaduta al volo Air India 171, è avvenuta nel momento e nel luogo peggiore. Pesante e lento, al grande aeroplano con destinazione Londra è mancata la spinta per la salita. Investigatori al lavoro per recuperare i registratori di bordo. E da un video appare estratto il generatore elettrico d’emergenza.

Decollo, il momento peggiore

Quanto accaduto ieri è stato l’inferno. Se esiste un momento peggiore in assoluto nel quale possa accadere un’avaria grave a un aeroplano è proprio quello del decollo, quando il mezzo è pesante per il carburante imbarcato (doveva arrivare fino a Londra Gatwick) , la velocità è bassa, la quota minima, l’energia limitata e, come in questo tragico caso, la zona sorvolata è densamente popolata e urbanizzata. E di conseguenza il tempo a disposizione dell’equipaggio per capire che cosa stesse accadendo e agire è minimo.

È il primo incidente per un Boeing 787

Il Boeing 787-8 di Air India (marche VT-ANB), si è schiantato in un’area residenziale poco dopo il decollo dall’aeroporto di Ahmedabad, causando la morte di 241 persone a bordo (un solo sopravvissuto), e di altre che abitavano gli edifici sottostanti, per un totale di 290 vittime. Si tratta del primo incidente mortale che coinvolge questo modello del costruttore americano, aeroplano che possiede caratteristiche uniche e fa ampio utilizzo di sistemi elettrici. La compagnia aerea ha affermato che il volo trasportava 169 cittadini indiani, 53 cittadini britannici, un cittadino canadese e sette cittadini portoghesi. L’esemplare distrutto è stato commissionato da Air India nel 2005 e consegnato nel 2014; è equipaggiato da motori Genx-1B67 e aveva volato per 39.450 ore effettuando circa 7.400 cicli (decolli e atterraggi). L’aereo è decollato alle 13:39 ora locale dalla pista 23 dell’aeroporto di Ahmedabad, ha effettuato la rotazione per assumere l’assetto di salita iniziale e a quel punto i piloti hanno lanciato il Mayday, la dichiarazione di emergenza e richiesta di soccorso al controllo del traffico aereo. L’inchiesta tecnica riuscirà certamente a fare piena luce su quanto accaduto, ma già dai video che sono stati diffusi in rete e che hanno ripreso gli ultimi istanti di volo del Boeing si possono comprendere alcune situazioni particolari.

Carrello, flap e motori

Per procedura, dopo il distacco dalla pista il pilota che sta eseguendo il decollo chiama il “rateo di salita positivo” (Positive Climb) e a quel punto il suo collega risponde con la chiama della retrazione carrello (Gear Up). Ebbene, ciò non sembra essere accaduto al volo AI-171, che ha proseguito il tentativo di salita con il carrello estratto. Da una secondo video, che ha immortalato l’ultima fase della discesa verso le case, si sente distintamente che i motori non stavano più fornendo potenza, mentre si ode chiaramente il rumore della piccola turbina d’emergenza (Ram Air Turbine) che serve per produrre energia elettrica in caso di avaria e che viene estratta dalla parte inferiore della fusoliera. In seguito alla chiamata del Mayday l’aereo non ha risposto alle richieste del centro di assistenza al volo, come ha dichiarato la Direzione generale dell’Aviazione Civile indiana. In una dichiarazione, il costruttore americano ha invece dichiarato: “Siamo in contatto con Air India in merito al volo 171 e siamo pronti a fornire supporto. I nostri pensieri sono rivolti ai passeggeri, all’equipaggio, ai soccorritori e a tutti coloro che sono stati colpiti”. Secondo i siti di tracciamento dei voli lo AI-171 avrebbe raggiunto la quota massima di soli 180 m partendo da un’altitudine dell’aeroporto di circa 60 metri, e poi ha iniziato a scendere a una velocità verticale di -145 m al minuto, ovvero siccome ancora lento in quanto a velocità orizzontale, molto “peggio” rispetto alla migliore planata che le sue ali possono raggiungere. Inoltre, l’assetto è rimasto praticamente immutato, con il muso verso l’alto come durante una normale salita iniziale. Ciò è confermato anche da un video pubblicato sui social media che mostra l’aereo non riuscire a raggiungere un rateo di salita positivo dopo il decollo, perdere lentamente quota con un angolo di attacco elevato e schiantarsi.

Comandante esperto

Dalle prime osservazioni fatte osservando i video non è chiaro se il B-788 fosse stato configurato correttamente per il decollo, ma alcune foto dei rottami mostrano che la posizione dei flap era quella corretta e che l’aeroplano ha utilizzato tutta la lunghezza della pista disponibile all’aeroporto internazionale Sardar Vallabhbhai Patel di Ahmedabad, appunto la pista 5/23 lunga 3,5 km e larga 45 metri. Una osservazione rapida alle planimetrie dello scalo mostrano che non ci sono vie di rullaggio su entrambi i lati della pista 23, oltre il punto in cui si incontra la via di rullaggio “Delta”, circa a metà della sua lunghezza. Ciò impone che l’aereo in decollo effettui un percorso “contro pista” tornando indietro fino all’inizio della striscia asfaltata, cosa che il Boeing avrebbe effettivamente fatto almeno secondo i dati disponibili online. L’analisi dei registratori di volo (Digital Flight Datata Recorder, e Digital Cockpit Voice Recorder) potranno stabilire esattamente quando sia venuta a mancare la spinta, quali impianti siano stati la causa di questa tragedia e come abbia reagito l’equipaggio, peraltro esperto (comandante con 8.000 ore di volo e copilota con oltre 1.000). Un fatto è certo: qualsiasi cosa sia accaduta, è avvenuta nel momento e nel luogo peggiori. E non si può escludere nessuna pista d’indagine, neppure quella di un atroce atto deliberato.

Autore
Panorama

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