Bologna, occupi palazzine? Ottieni case e alberghi
- Postato il 31 ottobre 2025
- Italia
- Di Libero Quotidiano
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Bologna, occupi palazzine? Ottieni case e alberghi
Lo schema è molto chiaro: se a Bologna non hai casa o sei sotto sfratto, basta che occupi un immobile pubblico e il Comune- visto che per Pd e compagni sgomberare è peggio che bestemmiare in Chiesa - ti trova subito una soluzione. Nel giro di qualche giorno, ecco servita una camera d’albergo in città o un alloggio popolare. La precondizione necessaria è lasciarsi manovrare dai califfi dell’abusivismo che rispondono al nome di Plat, abbreviativo di Platform, ovvero la Piattaforma di intervento sociale che detta la linea alla giunta più rossa d’Italia in materia di politiche abitative. La regola numero uno? Chi si prende immobili altrui va premiato. Quanto successo mercoledì sera al tavolo convocato in Prefettura, non a caso, è emblematico dell’aria che tira nel capoluogo emiliano.
Insieme al sindaco Matteo Lepore, all’assessore ai Servizi Sociali Matilde Madrid, al prefetto Enrico Ricci e al questore Antonio Sbordone, c’era anche una delegazione di Plat. Chi ha organizzato la presa della palazzina di proprietà Asp (l’Azienda dei servizi alla persona partecipata del Comune) destinata a diventare uno studentato, usando famiglie sfrattate o sotto sfratto come leva per spingere l’amministrazione comunale a trovare case per tutti, non solo è stato elevato al rango istituzionale ma ha pure vinto a mani basse la partita. L’occupazione dell’edificio si è sciolta autonomamente ma in cambio i 142 occupanti (tra cui 72 minori), quasi tutti extracomunitari, hanno ottenuto soluzioni abitative transitorie in attesa di sistemazioni permanenti. Non solo. Verrà anche aperto un nuovo tavolo per far sì che venga abbandonato «l’uso della forza negli sfratti dei prossimi mesi». Quelli di Plat, per cui l’occupazione non è un fine ma un mezzo, pretendono pure che siano ritirate le denunce nei loro confronti sia «per i picchetti anti-sfratto già effettuati» sia per l’ultimo blitz da considerarsi come «una vertenza sociale». Non gli è bastato vincere, vogliono stravincere. E la sinistra applaude.
3,5 MILIONI PER LE STANZE
«Io sono orgogliosa del fatto che si sia evitato uno sgombero di famiglie e minori. Quelli usciti da via Don Minzoni (la palazzina Asp) sono nuclei che per la maggior parte sono in carico ai nostri servizi sociali, lo erano già da prima e altri lo sono diventati da ieri, e sono nuclei in una situazione di oggettiva emergenza abitativa. C’è chi è meritevole di pronta accoglienza alberghiera, chi può già entrare in un progetto di pronta accoglienza in una struttura, c’è chi può passare direttamente alla transizione abitativa, c’è chi è idoneo per la domanda di casa popolare ma magari sta attendendo la graduatoria che uscirà nei prossimi mesi», ha spiegato il vicesindaco, Emily Clancy. Quanto alle famiglie che venerdì scorso avevano occupato il futuro studentato, in risposta all’energico sgombero di due nuclei il giorno prima (energico perché all’interno degli appartamenti si erano asserragliate decine di antagonisti per impedire che i legittimi proprietari ne tornassero in possesso), sono state divise in due gruppi. Quelle del primo, che avevano già ricevuto l’ordine di sfratto, saranno sistemate in hotel convenzionati col Comune (la giunta spende 3,5 milioni all’anno per queste soluzioni) e in seguito inserite in progetti d’accoglienza gestiti da Acer, l’Azienda casa Emilia-Romagna che gestisce gli alloggi popolari; quelle del secondo, destinatarie di un ordine di sfratto entro fine anno, torneranno nelle proprie dimore in attesa che vengano trovate soluzioni migliori e non è escluso che queste corrispondano ai 30 alloggi che Acer sta ristrutturando. Intanto, ieri sera, Ilaria Salis ha fatto capolino a Bologna per discutere di “diritto all’abitare”, materia in cui è ferratissima essendo una delle massime esponenti dell’abusivismo di massa.
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L’europarlamentare di Avs è stata ospite del Collettivo universitario autonomo che occupa senza titolo una porzione dell’Alma Mater al civico 38 di via Zamboni. «Quello che è successo a Bologna dovrebbe essere da esempio: questo è il modo per risolvere le situazioni tramite una trattativa», ha detto Ilaria. La sua presenza in università «non è altro che l’ennesimo tentativo di trasformarla in cassa di risonanza per la propaganda di estrema sinistra da parte dei soliti violenti: spazi che dovrebbero essere di tutti vengono ancora una volta tenuti in ostaggio dai soliti che cercano il sostegno politico di chi come Salis dovrebbe essere un rappresentante delle istituzioni». Stefano Cavedagna, europarlamentare di Fdi, attacca: «Un precedente gravissimo e pericoloso. Chiederemo tutte le graduatorie per verificare che nessuno venga sorpassato.
Salis? Detta la linea della giunta Lepore».