Booking in sciopero. Ecco cosa sta succedendo al portale di viaggi
- Postato il 4 agosto 2025
- Di Panorama
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I lavoratori italiani di Booking.com oggi sono in sciopero. La protesta è la risposta al piano di licenziamenti annunciato dalla piattaforma olandese di prenotazioni e viaggi, nonostante i ricavi siano in crescita dell’8% nel primo trimestre 2025. Indiziato numero uno dietro la “politica dei tagli”? L’Intelligenza Artificiale che avanza. Intanto anche gli albergatori protestano, crescono infatti le adesioni in Europa alla class action contro l’azienda.
Booking licenzia, nonostante la crescita dei ricavi. Colpa dell’intelligenza artificiale?
Quello di oggi è il primo sciopero nazionale nella storia dell’azienda in Italia. Alla base della protesta c’è la decisione del gruppo di avviare un piano di ristrutturazione che prevede fino a mille esuberi in tutto il mondo, inclusi 9 licenziamenti nella sede italiana, dove lavorano 150 dipendenti. I sindacati (Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs) denunciano un comportamento aziendale “rigido e inaccettabile”, che ha visto il rifiuto di qualsiasi proposta alternativa (dai piani di ricollocamento agli ammortizzatori sociali) e persino la pretesa unilaterale di scegliere chi lasciare a casa. La parte più colpita è il team che si occupa di localizzazione e traduzione dei contenuti per il mercato italiano. Proprio il settore, denunciano i sindacati, dove si registra l’avanzata dell’intelligenza artificiale generativa, capace di sostituire i lavoratori, da decenni in azienda.
Tutto questo arriva in un momento di forte salute economica per l’azienda. Booking Holdings, la società madre, ha chiuso il primo trimestre del 2025 con ricavi in crescita dell’8% a 4,76 miliardi di dollari e un utile per azione balzato del 22%, toccando 24,81 dollari.
La class action contro Booking cresce: oltre 10mila hotel si ribellano alle clausole di parità tariffaria
E c’è un altro fronte di lotta. La class action europea degli albergatori contro Booking.com si sta allargando, tanto che la scadenza è stata prorogata al 29 agosto. Secondo Federalberghi sono oltre 10mila gli hotel che hanno già aderito all’azione collettiva contro le clausole di parità tariffaria, giudicate lesive della libera concorrenza. Al centro della class action ci sono proprio le clausole contrattuali che per anni hanno impedito agli hotel di offrire ai turisti tariffe più basse sui propri siti rispetto a quelle pubblicate su Booking.com. E la Corte di Giustizia Europea lo scorso 19 settembre 2024 ha confermato che si tratta di una pratica anticoncorrenziale. E così si sono spalancate le porte alla richiesta di risarcimento per danni finanziari subiti dagli hotel, molti dei quali sarebbero stati costretti a rinunciare a margini economici pur di restare visibili sul portale. Sull’esito della class action non si gioca solo il rimborso, ma una nuova rinegoziazione complessiva degli accordi tra la piattaforma e gli operatori turistici, da oggi in poi.