Botulino killer, tutto quello che c’è da sapere: sintomi, intossicazione e cure
- Postato il 12 agosto 2025
- Di Panorama
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Il botulismo è un’intossicazione alimentare rara ma estremamente pericolosa, provocata dalla tossina botulinica prodotta dal batterio Clostridium botulinum: quantità infinitesimali, misurabili in nanogrammi, sono sufficienti per causare danni gravi e potenzialmente letali. Nel mese di agosto, in Italia si sono verificati gravi focolai di botulismo alimentare -legati al probabile consumo di panini con salsiccia e broccoli da un food truck in Calabria e di polpa di avocado durante una sagra in Sardegna. Al momento il bilancio è di due morti, un uomo di 52 anni e una donna di 38, sette pazienti ricoverati in terapia intensiva e un bambino in condizioni critiche trasferito al Policlinico Gemelli dalla Sardegna. A differenza di altre intossicazioni alimentari, il botulismo non provoca febbre o sintomi infiammatori, ma agisce direttamente sul sistema nervoso, impedendo la trasmissione degli impulsi dai nervi ai muscoli. Questo blocco causa una paralisi progressiva che, se non trattata, può portare a insufficienza respiratoria.
Il termino “botulismo” proviene dal latino botulus (salsiccia), proprio perché fin dai tempi più remoti è stato associato alla preparazione e al consumo di salsicce fatte in casa: il clostridium botulinum è in grado di produrre una neuro-tossina che è considerato il più potente veleno esistente in natura e finora conosciuto. Un solo grammo può uccidere per ingestione più di 14.000 persone e basta una minuscola quantità per essere letale. E’ considerato un’arma batteriologica che potrebbe essere usata da organizzazioni terroristiche, ed è bene sapere che sterilizzare, mettere sottovuoto e far bollire tutto non basta: in ambiente domestico è impossibile far raggiungere ai vasetti le giuste temperature per annullare i rischi. Storicamente, sono le zone rurali dell’Italia meridionale quelle in cui si verificano più casi, perché sono le regioni dove si tende a preparare conserve casalinghe, e l’incidenza nel nostro Paese è tra le più alte in Europa.
“È una malattia rara: in Italia si registrano circa 40 casi l’anno di intossicazione da botulino, un numero stabile da tempo e nella maggior parte dei casi dovuti a contaminazione di conserve casalinghe“ spiega il prof. Carlo Alessandro Locatelli, Direttore del Centro Antiveleni Maugeri Pavia . “I casi emersi in questi giorni appartengo a due cluster diversi. Nel primo evento avvenuto in Sardegna il cibo responsabile è stato identificato e si tratta di una salsa industriale. Il Ministero ha già diramato le allerte del caso attraverso le procedure che in Italia sono molto efficienti. Per il secondo evento in Calabria sono tuttora in corso analisi anche se tutti i pazienti hanno in comune un cibo consumato in un esercizio pubblico. I cibi vengono contaminati dalla tossina che il Clostridium botulinum produce in particolari condizioni”.
I sintomi del botulismo compaiono in genere tra le dodici e le trentasei ore dall’ingestione dell’alimento contaminato, ma talvolta possono manifestarsi anche dopo alcuni giorni. Nella fase iniziale possono comparire sintomi generici come nausea, vomito e dolori addominali. Seguono poi disturbi che riguardano la vista, con comparsa di visione doppia, annebbiamento e difficoltà a mettere a fuoco. Le pupille possono risultare dilatate e reagire lentamente alla luce. Quasi contemporaneamente possono comparire secchezza della bocca, difficoltà a parlare e deglutire, con una voce flebile o nasale. La debolezza muscolare, inizialmente localizzata a volto e collo, si estende poi a spalle, torace e arti. Per questa sua progressione viene anche chiamata la malattia delle 4D: diplopia, disartria, disfonia, disfagia.
La tossina botulinica blocca il rilascio di acetilcolina, un neurotrasmettitore indispensabile per la contrazione muscolare. Senza questo segnale, i muscoli restano inattivi e si rilassano completamente, dando luogo a una paralisi flaccida. Se il processo coinvolge i muscoli respiratori, il rischio di insufficienza respiratoria diventa altissimo e richiede ventilazione assistita immediata. “La tossina botulinica non si vede e spesso non altera il sapore dei cibi” continua Locatelli. “L’antidoto è efficace nella fase iniziale dell’intossicazione, quando la tossina è ancora circolante. Mentre successivamente la tossina si lega ai nervi e il recupero è difficile e molto lento. La prevenzione è quindi fondamentale: sterilizzazione accurata, rispetto delle linee guida del Ministero della Salute e mai dare miele o conserve casalinghe ai bambini sotto l’anno” . La cura del botulismo è un’emergenza medica. Alla diagnosi sospetta, il paziente viene ricoverato immediatamente. Il trattamento prevede la somministrazione di antitossina botulinica, che neutralizza la tossina ancora libera in circolo. Tuttavia, non agisce su quella già legata ai nervi, motivo per cui la tempestività è decisiva. Nei casi più gravi è necessario il supporto respiratorio tramite ventilazione meccanica, insieme a idratazione, nutrizione assistita e riabilitazione. Il recupero può richiedere mesi, poiché le terminazioni nervose devono rigenerarsi. La prevenzione del botulismo si basa su corrette pratiche di conservazione degli alimenti. È essenziale sterilizzare le conserve fatte in casa -anche se nemmeno questa pratica mette al riparo al 100% dai rischi- e riscaldare eventuali alimenti sospetti a 85°C per almeno cinque minuti, poiché la tossina è termolabile e si inattiva con il calore. Non bisogna consumare cibi dall’odore o dall’aspetto anomalo e occorre rispettare sempre le temperature di conservazione e le date di scadenza.