Boxe, è già caos ai mondiali: la Francia esclusa per i ritardi dei test di genere voluti da World Boxing
- Postato il 4 settembre 2025
- Di Virgilio.it
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Poche righe per annunciare l’esclusione di un’intera nazionale dal mondiale al via a Liverpool in queste ore, senza nemmeno avvisare o dare modo agli esclusi di avere l’opportunità di trovare una via d’uscita. È l’ennesima paradossale storia che arriva dal mondo della boxe, ormai sempre più vittima delle sue stesse regole (spesso) cervellotiche. Con i test di genere che continuano a tenere banco e a creare divisioni e confusione: a farne le spese stavolta è la nazionale francese, esclusa in blocco dalla competizione iridata per i ritardi dei risultati dei test.
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I test obbligatori, i ritardi imputabili ai laboratori: che beffa…
La delegazione transalpina era già arrivata a Liverpool, ma suo malgrado dovrà fare le valigie e tornarsene a casa. Gli esami che World Boxing aveva chiesto a tutte le federazioni e agli atleti impegnati nel mondiale non sono arrivati nei tempi previsti (chiaramente per ritardi riconducibili ai lavoratori) e pertanto l’esclusione è stata immediata. “È con sgomento e indignazione che lo staff della nazionale francese ha appreso mercoledì sera che le pugili francesi non potranno partecipare ai primi campionati del mondo organizzati da World Boxing”, si legge in una nota della federazione francese.
“Nonostante le ripetute garanzie ricevute, il laboratorio britannico al quale ci siamo rivolti non è stato in grado di fornirci i risultati dei test in tempo, di fatto impedendoci di prendere parte alla rassegna. Il danno d’immagine che questa vicenda causerà a tutto il movimento e alle nostre atlete è incalcolabile, ma non ci sentiamo di avere alcuna responsabilità in merito a quanto sta accadendo. In questo momento proviamo soltanto rabbia e frustrazione, perché vediamo vanificato un intero anno di lavoro per motivi che con lo sport non c’entrano nulla”.
World Boxing nel caos: dopo il caso Khelif non c’è pace
La delegazione francese nei giorni scorsi aveva provveduto a informare i laboratori circa la necessità di avere i risultati a stretto giro di posta, stante le pressanti richieste di World Boxing. “Ci siamo mobilitati in tutti i modi per soddisfare le richieste, ma i ritardi non sono dipesi in alcun modo dalla nostra responsabilità. Una gestione disastrosa e ingiusta ci priverà dell’opportunità di competere con i migliori atleti al mondo, e questa cosa è estremamente difficile da accettare. A pagare in fondo sono soprattutto le atlete, oltre che i tecnici e quanti hanno collaborato con noi in questi ultimi mesi”.
La polemica acquista ulteriore peso pensando che i test richiesti da World Boxing sono i famigerati test di genere, quelli invocati da più parti dopo le vicende che hanno avuto per protagoniste Imane Khelif e Lin Yu-Ting ai giochi olimpici di Parigi (entrambe non avrebbero partecipato al mondiale di Liverpool). In Francia questi test sono vietati, pertanto la delegazione transalpina s’è dovuta affidare a laboratori britannici accreditati da World Boxing, che pure non hanno tenuto fede alle scadenze: la frittata (anzi, l’omelette) è servita.