Brasile fra COP30 e opportunità di investimento sui mercati finanziari

  • Postato il 23 novembre 2025
  • Di Panorama
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A Manaus in Brasile, è in svolgimento la 30° COP (Conference of the Parties), raduno annuale delle nazioni che aderiscono alla convenzione ONU per la lotta al cambiamento climatico che ha come obiettivo di discutere e negoziare strategie e piani di azione per frenare il fenomeno, attuare la transizione energetica di cui tanto sentiamo parlare, far sì che gli 8.258.296.000 abitanti del nostro pianeta non arrivino a mangiarselo e distruggerlo completamente.

Brasile fra COP30 e opportunità di investimento sui mercati finanziari

E’ altamente significativo che quest’anno la COP si svolga a Manaus, alle porte dell’Amazzonia, il più grande polmone verde del pianeta completamente collegato (altrimenti sarebbe la Taiga russa che è divisa in tre aree), che si estende su 5,5m di kmq e assorbe secondo gli ultimi calcoli 2,2mld di tonnellate di CO2 all’anno (in seconda posizione il bacino del Congo in Africa, molto meno noto, che ne assorbe circa 600m / anno). Il Brasile è infatti una contraddizione in sé visto che ospita anche l’attività di allevamento di bovini più grande al mondo (220m di capi di bestiame che emettono metano, 8% del Pil nazionale, 160mld di dollari di fatturato annuo, maggior esportatore di carne del pianeta), che necessita di enormi quantità di mangimi e di conseguenza immense distese di terreno che essendo ormai scarse anche in un paese così grande vengono rubate alla foresta amazzonica bruciandola. Si calcola che tenendo conto della CO2 emessa dagli incendi, negli ultimi 10 anni l’area sia diventata un emettitore netto di CO2, lasciando al Congo la leadership.

Quindi vedere Lula, ottantenne presidente brasiliano apertamente a favore della protezione dell’Amazzonia, cercare di convincere i partecipanti alla COP ad agire, ad aiutare i paesi emergenti a trovare fondi per combattere pratiche del genere, è altamente significativo. Anche se sappiamo che il governo degli Stati Uniti per la prima volta non ha mandato nessun rappresentante ufficiale e che ci sono anche molti lobbysti che remano contro sfidando il caldo umido clima brasiliano.

Brasile fra COP30 e opportunità di investimento sui mercati finanziari

Ma veniamo a noi: le nostre idee di investimento per l’anno 2026 ve le racconteremo come sempre a gennaio, ma ve ne anticipiamo una che riguarda proprio il Brasile.

Sia il mercato azionario che quello obbligazionario del paese sudamericano appaiono infatti essere piuttosto promettenti.

Partendo da quest’ultimo sottolineiamo come all’interno dei paesi sviluppati ed emergenti il Brasile offra i rendimenti reali lato bond più interessanti. Come ben ci mostra il grafico di Pictet il valore è superiore al 10%, molto più elevato di qualsiasi altro paese emergente (e naturalmente sviluppato dove i rendimenti reali restano molto bassi) e doppio rispetto alla media storica offerta dal paese nel passato. Quindi molto attrattivo. 

Brasile fra COP30 e opportunità di investimento sui mercati finanziari

Perché siamo in questa situazione? Perché c’è un elevato rischio politico che il mercato prezza con l’amministrazione Lula notoriamente molto attenta al sociale con politiche fiscali espansive e meno a far quadrare i conti (deficit governativo atteso attorno all’8% quest’anno, rapporto debito su Pil che salirà ancora verso area 92%). Perché l’anno prossimo ci saranno le importanti elezioni presidenziali e generali (4 e 5 ottobre) che portano sempre a instabilità, promesse e regali elettorali. Pur in presenza di tutto ciò crediamo che i rendimenti offerti siano estremamente generosi, anche in virtù del fatto che l’inflazione è ampiamente sotto controllo (viaggia in area 5%) grazie all’azione decisa della banca centrale, che fa da contraltare al presidente ed è, a nostro parere, la determinante prima del livello attuale dei tassi.

Lato cambio il Real brasiliano dopo la buona performance di quest’anno appare comunque ancora sottovalutato e crediamo che eventuali indebolimenti vadano sfruttati per investire.

Due indicazioni importanti: come sempre preferiamo evitare il rischio emittente (il governo brasiliano ha un merito creditizio sotto l’investment grade) e quindi consigliamo di utilizzare emissioni sovranazionali AAA (si rinuncia a circa un 1,5% di rendimento annuo, ma si è più tranquilli) e secondo visto che la curva dei tassi è molto piatta crediamo abbia senso esporsi a scadenze medio/lunghe (area 5-10 anni), dove i benefici di un abbassamento dei tassi su valori più contenuti sarà maggiore. Il grafico di Gavekal ci mostra l’andamento nel tempo del rendimento del titolo decennale rispetto ad altri paesi.

Brasile fra COP30 e opportunità di investimento sui mercati finanziari

Passando alla parte azionaria possiamo sottolineare come anche qui le valutazioni siano molto interessanti. Teniamo conto che i mercati emergenti azionari hanno sottoperformato i mercati azionari dei paesi sviluppati in modo molto pronunciato negli ultimi anni (dal 2012 in avanti) e che al loro interno il Brasile è stato fra i peggiori come ci mostra bene il grafico di Alpine Macro in cui si vede l’andamento relativo rispetto a mercati emergenti appunto e la valutazione complessiva che scende su livelli in teoria molto attraenti.

Brasile fra COP30 e opportunità di investimento sui mercati finanziari

Un calo del dollaro americano, che riteniamo possibile, favorirebbe molto le aziende dei mercati emergenti, un abbassamento dei tassi di interesse nel paese oggi molto elevati (15% è il livello dei tassi ufficiali lato banca centrale) ridurrebbe il costo dei finanziamenti per le imprese. Ancora un generale cambio di tono dei mercati con uno spostamento del loro focus infotech/AI/Usa verso altri settori molto presenti nel listino brasiliano (finanziari, risorse di base, energia, utilities fanno il 75% dell’indice) e verso i mercati emergenti che hanno valutazioni migliori (il rapporto prezzo utili dell’indice Brasiliano Bovespa è a 11) sarebbero fattori trainanti.

E allora Viva Brazil !

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Autore
Panorama

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