Brescia e Allegri, Cellino non si contiene: parole di fuoco su città e club, Max "un provinciale"

  • Postato il 11 settembre 2025
  • Di Virgilio.it
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Massimo Cellino e una vita spesa nel calcio, tra successi e fallimenti, promozioni e retrocessioni. L’ex patron di Cagliari e Brescia si è raccontato in una lunga intervista all’Unione Sarda con parole per nulla tenere nei confronti del capoluogo lombardo e dell’ambiente in generale. Più felice, invece, l’esperienza in rossoblù dove ha avuto alle sue dipendenze anche un certo Max Allegri verso il quale ora l’imprenditore utilizza bastone e carota.

Tutta colpa del diavolaccio

Se l’avventura di Massimo Cellino al Brescia è andata male la colpa è… del diavolo. Non scherza affatto l’imprenditore quando racconta della retrocessione in Serie C delle Rondinelle, dovuta alla penalizzazione comminata al club per l’utilizzo di crediti fiscali inesistenti. Tutto è partito da quella maledetta, a questo punto, cappella costruita nel centro sportivo della società lombarda.

Diciamo che l’ho pagata cara – spiega Cellino all’Unione Sarda -. Mi hanno spiegato che il maligno si accanisce con chi fa qualcosa di importante per la Chiesa. Io l’ho costruita perché avevo fatto un voto all’Immacolata, in caso di promozione in Serie A. E se vado a Brescia, la prima cosa che faccio è andare a pregare in quella cappella“.

Il grande rimpianto: l’acquisto del Brescia

Così è finita tra i rimpianti. Il principale è quello di aver rilevato il club: “Mi sono reso conto che c’erano molti più debiti di quelli che mi avevano dichiarato: c’erano 12 milioni di debiti Iva e me li hanno chiesti il giorno dopo che sono arrivato“, confessa l’ormai ex patron.

Che poi prosegue: “Sono riuscito a salire in Serie A, poi è arrivato il Covid: c’è stata tanta cattiveria, tanta malvagità, non riesco a capirlo. Il posto è malvagio. Se una società in 115 anni ne fatti dieci di Serie A, non è colpa di Cellino. C’è il maligno là dentro e il compleanno del Brescia è il 17 luglio: se l’avessi saputo, non l’avrei mai comprato“.

Allegri il provinciale: la critica di Cellino

Certamente, più redditizia l’esperienza di Cagliari dove Massimo Cellino ha trascorso gli anni migliori da presidente: “Mi manca il Cagliari perché ha rappresentato la giovinezza, gli anni più belli e duri della mia vita ma solo bei ricordi. Ora non c’è più il calcio che conosciamo, per il quale siamo andati a vedere le nostre squadre agli stadi. Il sistema è scoppiato e chi gestisce la Federazione ha devastato il calcio. E chi li ostacola viene sopraffatto e distrutto. A me piace giocare nei tavoli dove non si bara“.

Tra i tanti allenatori lanciati dal dirigente sardo c’è anche un certo Max Allegri. Quest’ultimo è un pupillo di Cellino, anche se non gli viene risparmiata una critica: “È ancora uno dei migliori al mondo, ma il suo limite è che è molto provinciale e non ha mai voluto imparare l’inglese e non si è mai voluto confrontare: ha una marcia in più, però ha scelto sempre la strada più facile“.

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