Brunori al Circo Massimo tra risate, canzoni ed emozioni
- Postato il 19 giugno 2025
- Notizie
- Di Quotidiano del Sud
- 2 Visualizzazioni

Il Quotidiano del Sud
Brunori al Circo Massimo tra risate, canzoni ed emozioni
ROMA – “Ho detto a Simon Le Bon che sposerò Dario Brunori”; è tutto qui il popolo brunoriano, i centurioni di dario, schierati come bonzi alla corte dell’imperatore nella foresta pluviale in cui si è trasformato il Circo Massimo, a Roma, dopo l’acquazzone delle sette di sera. In un irreale silenzio, nella serata perfetta, quando la brezza de Roma mia s’è fatta avanti oltre la corte dell’afa, Brunori, con il peso dell’orchestra a sostegno, e che orchestra, i trenta elementi dell’Ensemble Symphony Orchestra, diretta da Giacomo Loprieno, butta dentro una tripletta tutta d’attacco.
Ma Dario Brunori non fa politica. E invece no. La fa eccome. Senza proclami, retorica, slogan. Ma la fa. Eccome. A partire dagli spot contro la violenza sulle donne che passano sugli schermi prima che la musica inizi. Che la realtà, fuori dal Circo Massimo la vediamo tutti qual è.
Al di la dell’amore, La ghigliottina. L’uomo nero. “E tu, tu che pensavi. Che fosse tutta acqua passata. Che questa tragica, misera storia. Non si sarebbe più ripetuta”. Un gut punch del quale sentiamo il peso. Dritto in rete.
Poi Dario è più Brunori di Dario stesso e non tira il calcio di rigore, che poi non è da quello che si giudica un giocatore, ma la palla te la piazza nell’angolo, che ti ci scappa la battuta: “Questa è la situazione brunoriana per eccellenza., che fatica stare in piedi”, dice dal palco, che al Circo Massimo stiamo seduti, “il mio è un pubblico geriatrico, vi vedo che venite nei palazzetti, ma fate fatica, vi mettete le Converse da giovani, ma poi a casa vi fa male la schiena”. E lì tutti a ridere. Sollevati. Che c’è un certo scollamento, disfunzionale ma perfettamente bilanciato, tra quello il Brunori che canta, la malinconia che si fa carne e vita, la tristezza, la vertigine della disillusione, il calcio, la sola religione del mondo che ho intorno, il mutuo, la paura di diventare adulti, quando ormai siamo oltre, di noi la GenX, né boomer, né millenial, “Che sogna di comprare tutto e si accontenta di niente”, e il Brunori che al Circo Massimo parla, lancia ami, ironizza, abbassa la tensione, la butta in caciara, se non riesci a vivere la vita com’è, la “musciaria”, “ni sicca”, «occhio che ho una certa tendenza alla tirannide. Ma sarei comunque un tiranno più illuminato di tanti colleghi che mi ritroverei».

Dice “grazie” un sacco di volte. A noi nel pubblico, agli ospiti. Uno splendido Antonio Di Martino di bianco vestito in una struggente “Diego e Io”. “Questa la devo sempre spiegare che mi hanno chiesto se era dedicata a Maradona, il mio pubblico è di una ignoranza abissale”. Riccardo Sinigallia, che gioca in casa. La grande rivelazione di Emma Nolde. E poi lei Fiorella Mannoia, con il suo “free gaza” sulla maglietta. Una mano amica sulla spalla di Dario che si commuove: “Noi calabresi non siamo abituati a tanta gentilezza”. Che Brunori che è calabrese non se lo scorda mai. e non lo fa dimenticare neanche a noi.
Sul palco, con l’orchestra e l’immane e ripagato lavoro di aver riarrangiato tutti i testi, c’è Simona Marrazzo voce, compagna, tutto; Stefano Amato, al violoncello e al basso elettrico; Dario Della Rossa, pianoforte, tastiere, sintetizzatori; Luigi Paese, tromba e flicorno; Gianluca Bennardo, trombone; Massimo Palermo, batteria e percussioni; Mirko Onofrio, voci, flauti, sax, vibrafono; Lucia Sagretti, violino, voci, theremin. L’orchestra ha dato profondità ai testi, li ha resi pieni, vibranti, carichi.
Emozioni che Dario stempera, che sì va bene prendersi sul serio ma insomma anche no, in fondo «sono o non sono il nuovo Sting, anche fisicamente?». Una scaletta quasi completamente rimaneggiata, a mettere una parentesi tra il tour finito, quello in arrivo e le due date, la prossima all’arena di Verona, con l’orchestra.
Dopo il tutti sul palco – Brunori Sas al completo, Fiorella Mannoia, Antonio Di Martino, Riccardo Sinigallia, Emma Nolde – a riproporre come a Sanremo, “L’anno che verrà”. Dario lascia il palco. Dal pubblico urlano a squarciagola “e lei stava senza mutande”. Ma non è la serata di Guardia 82. Arrivederci tristezza. E’ la serata in cui goderci la nostra tenerezza. Che non durerà.
Il Quotidiano del Sud.
Brunori al Circo Massimo tra risate, canzoni ed emozioni