Btp Italia, questa volta l’hanno comprato (anche) i milionari

  • Postato il 30 maggio 2025
  • Di Panorama
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Sono i “Paperoni” italiani la vera sorpresa della ventesima emissione del Btp Italia. La raccolta retail ha chiuso a 6,5 miliardi di euro, con 190 mila risparmiatori coinvolti. Ma aldilà del dato, quello che salta agli occhi sono quei 160 ordini superiori al milione di euro, partendo da un’adesione minima che era di mille euro.

Btp Italia: ordini milionari e investitori facoltosi. Il ticket medio cresce del 29%

Il risultato complessivo di 6,5 miliardi di euro è inferiore al collocamento di marzo 2023, quando l’inflazione spingeva e la sottoscrizione toccò quota 8,6 miliardi con oltre 327 mila investitori individuali. Ma questa volta è emerso un diverso peso economico degli ordini ricevuti. Oltre 160 ordini sopra il milione di euro e due addirittura hanno superato la soglia dei 20 milioni. Il primo maxiordine il primo giorno, con 24,2 milioni di euro, seguito da uno da 22,5 milioni. Nell’ultima giornata 30 ordini milionari, tra cui uno da 9,2 milioni. Un cambiamento che sorprende e fa riflettere per il futuro, per un titolo ideato in origine per il piccolo risparmio, con un taglio minimo di acquisto infatti di mille euro. Ma i numeri raccontano un’altra storia: il ticket medio dell’emissione ha toccato quota 33.686 euro, in crescita del 29% rispetto ai 26.160 euro dell’edizione di due anni fa. Quindi il Tesoro ha incassato meno e meno italiani hanno comprato Bpt Italia, ma chi l’ha fatto ha sborsato molto di più.

Il tasso cedolare definitivo e perché i milionari hanno scelto il Btp Italia

Gli ordini più cospicui fanno capire il cambio di passo: il collocamento ha attratto un profilo di investitori più facoltosi, probabilmente assistiti da private banker, più sensibili alle logiche di diversificazione obbligazionaria e meno scoraggiati da un’inflazione che oggi si muove su livelli ben più contenuti rispetto al recente passato. A convincere i grandi portafogli è stato probabilmente anche il buon equilibrio tra rischio e rendimento offerto dal titolo. Il Tesoro ha confermato un tasso cedolare reale annuo definitivo dell’1,85%, da sommare all’indicizzazione all’inflazione italiana.  In un contesto di inflazione in rallentamento, ma ancora presente nei portafogli di rischio dei grandi investitori, il rendimento reale netto raggiunge un interessante 3,225% annuo netto per sette anni, tenendo conto di tutto: della cedola, del premio fedeltà in caso di detenzione fino a scadenza e della tassazione agevolata al 12,5%.  Una proposta sicura e attraente per molti investitori privati che così possono blindare rendimenti indicizzati senza esporsi a rischi eccessivi.
Il confronto con le emissioni precedenti conferma un trend ormai evidente: i titoli di Stato retail stanno diventando sempre più un affare da “Paperoni”. Se il numero dei sottoscrittori cala, cresce la dimensione media degli investimenti. Lo si era già notato con i recenti collocamenti di Btp Valore e Btp Più, ma con quest’ultima emissione del Btp Italia il fenomeno è stato ulteriormente amplificato. Il verdetto finale è chiaro: il Btp Italia non ha fatto il pieno, ma ha convinto chi ha grandi portafogli.

Autore
Panorama

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