Buoni pasto: l’esenzione fiscale sale a 10 euro. Fino a 500 euro in più per i lavoratori

  • Postato il 20 ottobre 2025
  • Di Panorama
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Buoni pasto elettronici: l’esenzione fiscale sale a 10 euro. La Manovra prevede l’ok al tanto invocato innalzamento, dagli 8 euro di oggi. Resta invece a 4 euro la cifra per i buoni cartacei. Una riforma che si traduce in un guadagno fino a 500 euro l’anno per 3,5 milioni di lavoratori. E per lo Stato? Un costo tra i 75 e i 90 milioni di euro, ma che alla fine potrebbe trasformarsi in vantaggio economico, grazie a un aumento del gettito Iva con l’incremento dei consumi alimentari e di ristorazione legata ai buoni pasto.

Dal 2026 sale a 10 euro l’esenzione dei buoni pasto elettronici

La Legge di Bilancio, secondo quanto annunciato da Palazzo Chigi, innalzerà la soglia di esenzione fiscale dagli attuali 8 a 10 euro per ciascun ticket elettronico. Per un lavoratore medio, che utilizza circa 220 buoni pasto all’anno, si tradurrà in un vantaggio netto di circa 440-500 euro in più ogni dodici mesi. Una sorta di mini “bonus” annuale non tassato. Il buono pasto, infatti, rappresenta una delle forme più diffuse di welfare aziendale in Italia. Secondo i dati del settore, interessa oltre 3,5 milioni di lavoratori, di cui circa 2,8 milioni nel privato e 700 mila nel pubblico impiego, e coinvolge una rete di 250 mila aziende e 170 mila esercizi convenzionati tra bar, ristoranti e gastronomie. Con la nuova soglia, il valore annuale potenziale del beneficio sale da 1.760 euro (con l’attuale tetto di 8 euro) a 2.200 euro lordi, completamente esentasse. Tutto fermo invece per i buoni cartacei, l’esenzione resta ferma a 4 euro.  Una conferma della volontà di digitalizzazione del

Vantaggi e costi per lavoratori e Stato con l’esenzione fiscale a 10 euro dei buoni pasto

Sul fronte dei lavoratori, il vantaggio è evidente: pressione fiscale alleggerita e incentivo ai consumi. Non va dimenticato che per molte famiglie italiane, soprattutto quelle con redditi tra i 25 e i 50 mila euro, i buoni pasto equivalgono a una mensilità aggiuntiva all’anno.  Un’indagine recente condotta dal Gruppo Edenred e The European House – Ambrosetti mostra come l’87% dei lavoratori italiani consideri il buono pasto un sostegno essenziale per gestire il proprio budget alimentare, una percentuale ben superiore alla media europea dell’81%.
Ma la misura non riguarda solo i dipendenti. Sempre secondo lo studio Ambrosetti-Edenred, l’innalzamento della soglia a 10 euro comporterà per lo Stato un costo stimato tra i 75 e i 90 milioni di euro, legato al minore gettito Irpef e contributivo. Tuttavia, l’effetto moltiplicatore sui consumi potrebbe essere di gran lunga superiore: l’aumento della spesa stimato varia tra 1,7 e 1,9 miliardi di euro, con un maggiore gettito Iva compreso tra 170 e 200 milioni di euro. In altre parole, lo Stato potrebbe addirittura guadagnare tra 95 e 110 milioni netti, grazie all’espansione dei consumi alimentari e di ristorazione legata ai buoni pasto.

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Panorama

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