BYD, ecco perché questa auto elettrica cinese sta conquistando l’Italia
- Postato il 27 aprile 2025
- Di Panorama
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Più centrale di così era impossibile: a Milano uno showroom della Byd è in piazza Duomo, alle spalle della grande cattedrale, zona tra le più frequentate della capitale economica del Paese. Una posizione esclusiva che si affianca alla massiccia campagna di comunicazione avviata dalla casa automobilistica cinese per la conquista del mercato italiano. Spot in concomitanza con il Festival di Sanremo, un luccicante evento alla Design Week, messaggi a raffica sui social con slogan ammiccanti come: «Mentre l’Europa dorme noi pensiamo al futuro». Byd è sbarcata nel nostro Paese nel giugno 2023. La filiale conta attualmente una cinquantina di dipendenti, di cui un terzo di lingua cinese, ma il numero è destinato a crescere rapidamente: a fine anno dovrebbero essere una settantina. Dagli uffici provvisori di via Turati a Milano, il personale si sta spostando nella nuova sede in zona Garibaldi. L’amministratore delegato è Alessandro Grosso, ex manager di Stellantis, mentre per gestire l’avanzata in Europa il gruppo ha arruolato come consulente Alfredo Altavilla, forte di una lunga esperienza in Fiat. E proprio lui ha già contribuito modificando le vetture per adattarle al gusto di guida degli europei (vedi intervista a pagina 20).
La gamma offerta da Byd ai clienti italiani conta otto modelli, dalla Atto 2, un city-suv elettrico da 29 mila euro, fino al lussuoso suv Tang da sette posti che costa intorno ai 72 mila euro. Il più venduto è il Seal U DM-i, un ibrido plug-in (cioè con motore a scoppio e uno elettrico alimentato da una batteria ricaricabile alla presa) che parte da meno di 40 mila euro. Tutti i modelli esordiscono in versione solo elettrica per poi essere affiancati nel giro di pochi mesi dal modello ibrido plug-in.
Pur essendo partita da poco tempo e offrendo una gamma elettrificata, per ora non molto amata dagli italiani, Byd ha messo a segno risultati notevoli: nei primi tre mesi del 2025 ha venduto quasi quattromila auto, superando brand affermati come Volvo, Mini e Tesla e conquistando in marzo l’un per cento di quota di mercato. Numeri limitati che però crescono rapidamente, considerando che nel primo trimestre del 2024 la casa cinese aveva immatricolato appena 158 vetture. A rendere interessanti queste auto è il favorevole rapporto tra prezzo e dotazioni super tecnologiche: hanno tutto, compresa l’assistenza alla guida di livello 2, che permette alla vettura di guidare praticamente da sola ma che richiede di mantenere le mani sul volante. E per quest’anno l’obiettivo della società è arrivare al 2 per cento del mercato italiano grazie alla progressiva espansione della rete: a fine 2025 la casa cinese dovrebbe contare su 70 concessionari con 120 punti vendita. Inoltre, accanto ai modelli Byd, ha fatto il suo esordio europeo alla Design Week di Milano il marchio premium Denza, un concentrato di tecnologia e di alte prestazioni pronto a sfidare Porsche.
È proprio la tecnologia ad aver alimentato la crescita impetuosa di Byd nel mercato cinese e a offrirle le carte per avere successo a livello globale. Nel 2024 il gruppo ha venduto 4,3 milioni di vetture elettriche e plug-in, quelle che i cinesi chiamano Nev (New energy vehicle), con un balzo del 41 per cento rispetto all’anno prima. Risultato: la casa si è piazzata al sesto posto nella classifica mondiale dei produttori di auto, alle spalle di Stellantis. E ha raggiunto Tesla nelle vendite di auto totalmente elettriche.
Ma attenzione: il grosso della sua produzione è stato assorbito dalla Cina, dove dal 2023 è diventato il marchio automobilistico più venduto, superando Volkswagen, mentre solo 417 mila vetture sono state esportate. Per quest’anno, guerra dei dazi permettendo, la società si propone di vendere complessivamente 5,5 milioni di auto, con una forte attenzione all’espansione della sua attività all’estero, dove dovrebbe piazzare oltre 800 mila veicoli: nel mirino ci sono l’Europa, il Sud-est asiatico e il Sudamerica.
Per rendere l’idea delle intenzioni dei manager Byd, la società sta ampliando velocemente la sua flotta di navi cargo, capaci di trasportare migliaia di auto. Parallelamente, sta aprendo una serie di impianti in tutti i continenti, Europa compresa (in Ungheria e presto in Turchia), mentre in Cina ha annunciato la costruzione di una città-stabilimento grande come Torino.
Con sede a Shenzhen, Byd (acronimo di Build Your Dreams, «Costruisci i tuoi sogni») è stata fondata nel 1994 come produttore di batterie ricaricabili da Wang Chuanfu, attuale presidente e amministratore delegato. Nato nel 1966 e membro del Partito comunista cinese, Wang ha studiato chimica e scienza dei materiali per poi lanciarsi nell’avventura imprenditoriale scommettendo sul business delle batterie. Ed ebbe successo: Byd è diventata il primo fornitore cinese di accumulatori agli ioni di litio per Motorola nel Duemila e per Nokia nel 2002. Oggi la sua filiale FinDreams Battery ha raggiunto la seconda posizione al mondo tra i produttori di batterie per veicoli elettrici.
Nel 2003 Wang Chuanfu decise di sfruttare l’esperienza nella produzione di batterie per avviare la diversificazione nel settore automobilistico. La sua prima auto, la compatta Byd F3, arrivò sul mercato nel settembre 2005 e diventò il primo veicolo cinese a vendere più di 10 mila unità al mese. Nel 2008 la società lanciò la prima automobile ibrida plug-in al mondo e in quell’anno la Berkshire Hathaway di Warren Buffett annunciò l’acquisizione di una quota delle azioni della società.
Un punto di forza della divisione auto di Byd è la sua integrazione verticale: produce internamente la maggior parte dei componenti, tra cui batterie, motori elettrici e sistemi elettronici. Questo dominio sulla catena di fornitura offre incredibili vantaggi in termini di costi, controllo della qualità e flessibilità nella produzione. E di capacità innovativa: la società continua a sviluppare novità, come la Blade Battery, che utilizza la chimica del litio-ferro fosfato ed è rinomata per la sua sicurezza, l’autonomia estesa e le capacità di ricarica rapida. O come la nuova tecnologia di ricarica ultraveloce in grado di aggiungere 400 chilometri di autonomia a un’auto elettrica in soli cinque minuti, superando i Supercharger di Tesla. O ancora il sistema di guida intelligente battezzato God’s eyes, «gli occhi di Dio».
Il gruppo è presente anche in altri settori: produce autobus, sistemi ferroviari, componenti per cellulari, moduli solari e batterie domestiche. È un gigante che nel 2024 ha sfondato i 100 miliardi di dollari di fatturato e cresce a ritmi spaventosi: dieci anni fa il suo giro d’affari era di soli 12 miliardi. Ma sulla sua strada potrebbe incontrare alcuni ostacoli: l’intensa concorrenza nel mercato cinese dei veicoli elettrici con la relativa guerra dei prezzi, le controversie relative alle pratiche lavorative e all’etica della catena di fornitura, le accuse di avere sostegni pubblici dal governo della provincia di Shenzhen.
Difficile però che questi ostacoli rappresentino una reale minaccia per il gruppo Byd, diventato ormai un colosso tecnologico avanti anni luce rispetto ai concorrenti occidentali. E guidato da un uomo determinato come Wang Chuanfu, che ha perso i genitori da piccolo, è stato cresciuto da sorella e fratello, ha lavorato come un matto ed è diventato miliardario. Oggi è il simbolo della Cina che vince. Ma sempre senza darsi troppe arie. «Fai di più e parla di meno» è il suo motto. Se va avanti così, tra pochi anni ce lo troveremo in cima alla classifica mondiale dei produttori di auto.