Caccia Nato per difendere armi ucraine
- Postato il 9 luglio 2025
- Di Panorama
- 3 Visualizzazioni


Una mossa importante e non priva di conseguenze quella decisa dalla Nato: i caccia F-35 olandesi e norvegesi saranno rischierati di stanza in Polonia sotto il comando dell’Alleanza per “proteggere le forniture e gli equipaggiamenti destinati all’Ucraina”. Lo ha dichiarato il Ministero della Difesa olandese specificando che gli F-35 olandesi arriveranno nella nuova destinazione dall’inizio di settembre e fino all’inizio di dicembre, in seguito a una richiesta del Quartier generale supremo delle potenze alleate in Europa (Shape) interno all’Alleanza stessa. “È essenziale contribuire alla difesa del territorio Nato e alla sicurezza dell’Europa”, ha dichiarato il ministro della Difesa olandese Ruben Brekelmans nella nota, “ancora una volta lo stiamo facendo con le nostre capacità più avanzate”.
La notizia segna comunque l’aspettativa da parte occidentale che la guerra tra russi e ucraini continui almeno fino al 2026, anche perché la decisione è stata presa non per contrastare eventuali sconfinamenti dell’aviazione di Mosca ma per “monitorare lo spazio aereo sopra l’Europa orientale proteggendo gli equipaggiamenti militari destinati all’Ucraina”, come ha affermato lo stesso Brekelmans, secondo il quale “riposizionare i caccia in Polonia consentirà inoltre una rapida risposta a violazioni o imminenti violazioni dello spazio aereo Nato perché, in questo modo, stiamo letteralmente tenendo a bada la minaccia russa. Recentemente, in Estonia, il dispiegamento dei nostri F-35 si è dimostrato molto efficace in questo senso”. L’Olanda arriverà presto ad avere 52 velivoli di questo tipo operativi, lo stesso numero previsto dalla Norvegia, ma attualmente i Paesi Bassi hanno un distaccamento di F-35 presso la base aerea di Ämari, in Estonia, creato a dicembre per compiti di polizia aerea. Ora la forza olandese in Polonia coopererà come distaccamento congiunto con gli F-35 norvegesi, con i due Paesi che si divideranno il personale e le capacità, poiché il dispiegamento fungerà da forza di allerta a reazione rapida con una prontezza operativa 24 ore su 24. I jet opereranno sotto il comando diretto della Nato, a seguito di un trasferimento di autorità, per tutta la durata del dispiegamento, come ha scritto lo stesso Brekelmans in una lettera al parlamento.
L’idea è quella di garantire che equipaggiamento militare donato dai Paesi Nato all’Ucraina giunga a destinazione in sicurezza e contribuendo alla difesa aerea in Polonia l’Alleanza potrà di svolgere in sicurezza le attività a terra a supporto dello sforzo bellico ucraino. Ricordiamo che le forniture militari che entrano in Ucraina sono a tutti gli effetti obiettivi di guerra e dunque la loro protezione implica una partecipazione diretta degli assetti militari alle operazioni belliche. La questione appare molto differente da quella abituale, con aeroplani russi che abitualmente “sconfinano” e quelli occidentali che li intercettano in missioni di polizia aerea, poiché con la missione di proteggere le forniture militari si apre la possibilità di scontri diretti: i velivoli Nato sarebbero infatti obbligati ad attaccare per neutralizzare le minacce, in un gioco tragico che va oltre quello della deterrenza. E fare da cuscinetto tra occidente e Russia resta ormai soltanto la Bielorussa, il cui governo, guidato da Aljaksandr Lukašėnka, mantiene una stretta relazione con Mosca soprattutto in ambito militare e di sicurezza facendo da “barriera” alla progressiva espansione della Nato a Est, nonostante permangano tensioni anche con il Cremlino. Naturalmente preoccupa anche il fatto che in un prossimo futuro, con il meccanismo della rotazione e dell’avvicendamento, possano essere chiamate a questo ruolo anche le aviazioni di altre nazioni dell’Alleanza, Italia compresa.