Cacciari: “La sinistra grida contro le destre, ma poi non fa un piffero di niente. Ipocriti”

  • Postato il 6 maggio 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Se la democrazia in Germania si ritiene così debole da non poter vincere le idee dell’AfD, siamo freschi. Vuol dire che siamo ormai oltre ogni possibilità di mantenere i regimi democratici, traformandoli e riformandoli. Quelle che vediamo in Occidente sono tutte dimostrazioni di un radicale indebolimento delle nostre democrazie, che negli ultimi 20-30 anni, di fronte a una trasformazione globale, non sono riuscite a riformarsi. Nessuna: né quella italiana, né quella tedesca, né quella francese“. Così ai microfoni di Uno Nessuno, 100Milan, su Radio24, il filosofo Massimo Cacciari ribadisce la posizione espressa nell’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano sulla decisione dei servizi di sicurezza interni della Germania di classificare l’AfD come “un partito decisamente di estrema destra” e “un pericolo per la democrazia”, con la conseguenza che il partito potrebbe essere messo al bando.

“In una democrazia – sottolinea l’ex sindaco di Venezia – non si mettono al bando le idee. Si devono stabilire norme, come il divieto dell’apoogia di ogni forma di fascismo e di nazismo. Le norme esistono, ma non vengono quasi mai applicate. Ovviamente se un partito organizza al suo interno cellule, settori o strutture eversive, quello è un crimine che va perseguito. Ma vanno, appunto, perseguiti i comportamenti, non le idee. E questo è il paradosso delle nostre democrazie. La democrazia non può, senza cessare di essere tale, perseguire delle idee. Può perseguire dei comportamenti che hanno una natura criminale”.

E aggiunge: “I partiti politici democratici non sono riusciti ad avere una strategia per contrastare l’avanzata delle destre, né da noi, né negli Usa. Il risultato è la vittoria della Le Pen, dell’AfD, della Meloni, di Trump. Sono tutti fenomeni che hanno la stessa genesi. Poi chiaramente la Meloni non è la Le Pen o l’AfD, ma l’origine di tutti questi fenomeni è la stessa. È quindi un problema di indebolimento delle democrazie liberali che, da un lato, è oggettivo – spiega – perché non è facile avviare i processi di riforme col mondo che cambia. Ma dall’altro lato, ci sono cause anche soggettive, cioè una crisi delle culture politiche che hanno fatto l’Europa. Ed è una crisi spaventosa che perdura da 30 anni: le culture politiche socialdemocratiche e democratico-cristiane si sono arrese totalmente al neoliberismo, a partire dai Blair, eccetera”.

Cacciari stigmatizza le strategie politiche della sinistra mondiale contro le destre: “Il loro fallimento è evidente, come si fa a essere così ipocriti da non riconoscerlo? La stragrande maggioranza di quella che una volta si chiamava “classe operaia” e che ora definiamo “ceto medio-basso” vota le destre. Esattamente negli stessi settori sociali che votavano tradizionalmente massicciamente le sinistre. Ma dove vivono queste persone? Ma dove vivono i socialistici, i socialdemocratici, i liberali, i cristiano-sociali? La cosa spaventosa è che ogni volta alzano le voci indignate, come nel caso di Georgescu in Romania e dell’AfD in Germania, non ci sono mai poi atti concreti. Sono solo grida a cui non segue mai un piffero di niente”.

E sottolinea: “Come contrastare le destre? Riprendendo il filo di un discorso sociale e capendo che la democrazia si difende, come l’avevano sempre capito le socialdemocrazie, con provvedimenti economici, con la tutela dei ceti meno abbienti, del lavoro dipendente e delle pensioni. Bisogna concentrarsi su questo e fare una battaglia per la redistribuzione del reddito a favore di questi settori sociali, senza dimenticare tutti i temi relativi ai diritti e riprendendo seriamente dal punto di vista dei diritti umani il tema dell’immigrazione”.
” Il centro dell’attività di una sinistra e di un centrosinistra – puntualizza Cacciari – non possono essere che i grandi temi sociali ed economici. E bisogna anche riprendere alla grande il discorso delle riforme istituzionali. Ma vogliamo scherzare? Ma vogliamo andare avanti in Italia con questa cosa pazzesca dell’assetto regionalitico che abbiamo? Quanto possiamo andare avanti? Con questo spreco pazzesco di risorse che vengono soffratte a scuola, sanità, eccetera, eccetera, con questo assetto regionale che è fuori dal mondo?”.

“Però le forze politiche che sostengono queste idee non hanno abbastanza voti in questo momento storico”, osserva il conduttore Alessandro Milan.
“Fintanto che fanno queste politiche cosa vuole che abbiano voti? – replica il filosofo – Fintanto che i centri meno abbienti voteranno in stragrande maggioranza le forze di destra e fintanto che in Italia il Pd prenderà i voti nei centri storici e in via Montenapoleone, anziché nelle periferie, dove vuole che vadano? Il centrosinistra ha perso il suo elettorato di riferimento, che pure esiste”.
E conclude: “Le persone che prima votavano per il centrosinistra esistono, non è che non ci sia la possibilità di riavere quell’elettorato. Il 60-70% di italiani non vive bene. Che il centrosinistra pensi a questa gente qui, si concentri su queste persone. Non è che queste classi sociali si sentano rappresentati dalla destra populista. Loro protestano, se la prendono con chi ha governato finora e ha condotto l’Europa e tutto l’Occidente a questa situazione”.

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Il Fatto Quotidiano

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