Caduta l’accusa di omicidio contro il figlio di Germano Giaj Levra, 91 enne di Giaveno morto lo scorso maggio
- Postato il 9 ottobre 2025
- Cronaca
- Di Quotidiano Piemontese
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GIAVENO – Fu una grave polmonite bilaterale non curata, insieme a uno scompenso cardio-respiratorio, a causare la morte di Germano Giaj Levra, il 91enne di Giaveno deceduto il 14 maggio 2025 dopo un ricovero d’urgenza all’ospedale di Rivoli.
È quanto emerge dall’autopsia disposta dalla Procura di Torino e depositata nelle scorse settimane agli atti dell’inchiesta coordinata dal pubblico ministero Davide Pretti.
Secondo il medico legale Roberto Testi, il quadro clinico del paziente era già gravemente compromesso: Giaj Levra era un soggetto fragile, affetto da più patologie, e presentava una polmonite “in atto da diversi giorni” e non trattata. Tuttavia, la perizia descrive anche un contesto di grave trascuratezza e lesioni fisiche sospette.
«All’arrivo in ospedale il paziente era sudicio e trasandato», si legge nella relazione.
Il corpo mostrava lividi e fratture «non compatibili con un unico evento lesivo», comprese ecchimosi sulla mano destra che, secondo Testi, «hanno tutte le caratteristiche delle lesioni da difesa, tipiche di chi tenta di proteggersi da un colpo».
Il sospetto di maltrattamenti
Il perito, richiamando le linee guida della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria, parla di “alta probabilità” di maltrattamenti avvenuti prima del decesso. A suggerirlo sarebbero la scarsa igiene, la mancata cura della polmonite e la presenza di lesioni traumatiche di diversa datazione, segni di un possibile abuso ripetuto nel tempo.
«È impensabile – osserva il medico legale – che una polmonite di tale gravità non si fosse manifestata con sintomi evidenti nei giorni precedenti il ricovero».
La morte non fu violenta, ma evitabile
Pur escludendo una morte violenta, l’autopsia evidenzia che alcune fratture alla gabbia toracica potrebbero aver avuto un ruolo concausale nel decesso.
Un passaggio della relazione è particolarmente significativo:
«Se il signor Giaj Levra fosse giunto in ospedale alcuni giorni prima, è ragionevole affermare che il decesso non si sarebbe verificato, almeno non nei tempi in cui è avvenuto».
Due figli indagati
Il 14 maggio scorso, Giaj Levra era stato trovato agonizzante nel suo appartamento di piazza Molines a Giaveno, dove viveva con due dei tre figli.
Fu uno di loro a chiamare i soccorsi, parlando di una caduta accidentale.
Oggi i due conviventi, di 58 e 61 anni, sono indagati per maltrattamenti in famiglia e omissione di soccorso. L’accusa iniziale di omicidio, a carico del più giovane, è caduta dopo le conclusioni medico-legali.
Il terzo figlio, che non viveva con il padre, è parte offesa nel procedimento e assistito dall’avvocato Stefano Tizzani
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