Calabria tra storia e turismo, Mongiana: un polo siderurgico nel Regno delle Due Sicilie

  • Postato il 19 agosto 2025
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Calabria tra storia e turismo, Mongiana: un polo siderurgico nel Regno delle Due Sicilie

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Un polo siderurgico nel Regno delle Due Sicilie, Mongiana, nel vibonese, ospita un centro di primo piano di archeologica industriale: nuova tappa alla scoperta della Calabria tra storia e turismo


Il filone dell’archeologia industriale è uno strumento prezioso per conoscere storia e storie dei territori. Questo vale anche per la Calabria nonostante una vocazione non propriamente industriale. Il Museo della fabbrica d’armi (Mufar) del Comune di Mongiana in provincia di Vibo Valentia espone in modo permanente reperti della sua passata attività.

Inaugurato nel 2013, il museo è incentrato sulla storia del polo siderurgico di Mongiana, creato tra il XVIII e il XIX secolo durante il regno borbonico. L’architetto che costruì il primo complesso fu il napoletano Mario Gioffredo nel 1771 sotto la gestione di Massimiliano Conty. Nel primo periodo il polo risultò poco competitivo. A partire dal 1806 la Calabria finì sotto il controllo dei francesi e il Ministero della Guerra e Marina francese divenne il proprietario del complesso. In questo periodo migliorarono i forni fusori, vengono emessi regolamenti per lo sfruttamento boschivo, in più il polo venne restaurato e raddoppiato in dimensioni e la costruzione di un complesso più moderno dislocato nell’area delle Vecchie ferriere di Stilo: Piano della Chiesa.

Grazie ai cambiamenti apportati durante il periodo di governo francese di Gioacchino Murat, si passa, nel secondo periodo borbonico, a una fase di produzione anche ad usi civili: il ferro per la ferrovia Napoli-Portici, il ponte Real Ferdinando sul Garigliano e Cristina sul Calore.

MONGIANA COME POLO SIDERURGICO DELLA CALABRIA

Nel 1831 sono completati i lavori della nuova fonderia Ferdinandea, iniziati nel 1789. Fu inaugurata da Re Ferdinando II in persona e costò 400.000 ducati. Un inesorabile declino iniziò con l’Unità d’Italia. Nel 1862 la gestione dello stabilimento passa dal Ministero della Guerra al Ministero delle Finanze.
Il 25 maggio 1874 il governo italiano mise in vendita tutti gli stabilimenti siderurgici del polo e i boschi del circondario ad un’asta vinta dall’ex garibaldino e poi parlamentare del nuovo regno Achille Fazzari.

Egli tentò di riattivare il centro chiuso ma dopo vari insuccessi dovette gettare la spugna. Parte integrante del complesso industriale e militare del Regno delle Due Sicilie, e impianto di base per la produzione di materiali e semilavorati ferrosi (poi rifiniti sia in loco, che presso il polo siderurgico di Pietrarsa), arrivò nel 1860 a dare lavoro a circa 1500 operai fino alla cessazione definitiva dell’attività (senza considerare l’indotto). L’intervento di valorizzazione della Fabbrica d’Armi e delle Reali Ferriere di Mongiana ha lo scopo di realizzare un modello avanzato di fruizione, valorizzazione e gestione di un bene architettonico e culturale e dell’area circostante, capace di rafforzare i fattori di competitività dell’intera area e promuovere nuovi flussi turistici.

L’AREA PUNTO DI ATTRAZIONE DI ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE

L’allestimento museografico è flessibile e articolato, con installazioni digitali interattive, e si sviluppa come un racconto coinvolgente della “Vicenda Mongiana”: estrazione del ferro, forza motrice, boschi e carbone, viabilità, tecnologie e produzioni, condizione operaia. Le postazioni multimediali integrano l’esposizione documentando la storia industriale della Calabria, ancora poco conosciuta, che soprattutto nel XIX secolo si sviluppò nella trasformazione dei prodotti naturali della regione, quali seta, liquirizia, tonno, cannamela, bergamotto. La Fabbrica d’armi costituisce una delle prime testimonianze dell’uso in Italia della ghisa in edilizia.

Le applicazioni relative al percorso informativo e le relative attrezzature sono dislocate all’interno dei locali della Fabbrica d’Armi e lungo il percorso che si snoda dalla stessa Fabbrica d’Armi e arriva alla Fonderia vera e propria, per proseguire poi fino ai resti della ferriera Robinson dove si conservano i resti della fabbrica per ferri e lamine a cilindri e l’area del Cubilot, con la presenza di alcuni ambienti riferibili a magazzini, depositi, officine.

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