Calderone si mangia gli ispettori del lavoro e prova a mettere le mani sul loro “tesoretto”

  • Postato il 26 novembre 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Sotto organico, trattati male e, presto, alle dirette dipendenze dell’ex presidente dei consulenti del lavoro, la ministra Marina Elvira Calderone. Potrebbe essere questo il destino che attende gli ispettori del lavoro nel 2026. L’idea di chiudere l’Ispettorato nazionale del lavoro (INL) e di spostarne funzioni e dipendenti all’interno del ministero del Lavoro non è nuova per il governo Meloni. La ministra l’aveva accarezzata a inizio legislatura, mettendo in allarme le forze sindacali, già alle prese coi salari insufficienti e l’indebolimento strutturale dell’Ispettorato, nato nel 2015 come agenzia pubblica per svolgere l’attività ispettiva a livello nazionale, integrando le funzioni precedentemente svolte dal ministero ma anche di Inps e Inail, che infatti avevano visto il definitivo blocco delle assunzioni del personale ispettivo. Un’agenzia vigilata dal ministero, ma dotata di autonomia regolamentare, amministrativa e contabile. Autonomia che ora rischia di perdere, come emerso dall’incontro di martedì 25 novembre tra sindacati e ministero. “Per gli ispettori c’è il rischio di perdere terzietà ed essere sempre più assoggettati e assoggettabili alla politica”, aveva spiegato al Fatto il segretario nazionale Fp Cgil, Florindo Oliverio. Ma è anche una questione di soldi, perché l’Ispettorato ha un tesoretto sul quale il ministero ha messo gli occhi.

“Si tratta di un’idea nient’affatto nuova, che ci era stata già paventata ad inizio del mandato della ministra Calderone, con tanto di bozze di disegno di legge e creazione di uno specifico Dipartimento del Ministero del Lavoro, il dipartimento vigilanza, il cui capo Dipartimento sarebbe nominato direttamente dal Ministro del Lavoro e riceverebbe direttive ed indicazioni dal Ministro stesso e della sua diretta esecuzione dovrebbe rispondere”, si legge nel comunicato unitario di Cgil, Uilpa e Usb seguito all’incontro al ministero con capo di Gabinetto e vicecapo di Gabinetto, tra gli altri. L’idea venne poi accantonata, ma nel frattempo i segnali di attenzione chiesti dai sindacati su rinnovo dei contratti, aumenti salariali, welfare aziendale e indennità ispettiva per valorizzare il personale non sono mai arrivati. E intanto se ne andavano i funzionari, ispettori compresi, perché a fronte delle molte responsabilità all’INL il gioco non vale la candela. Tra le soluzioni proposte da anni dalle sigle sindacali, quella di finanziare il welfare aziendale e il sistema indennitario, anche in vista di future assunzioni, utilizzando parte dell’avanzo di bilancio disponibile dell’Agenzia, che oggi ammonta a 368 milioni di euro.

“Da quanto abbiamo appreso nel corso dell’incontro, sembra fare molto appetito l’ingente avanzo di bilancio dell’INL”, hanno scritto i sindacati. Ma, prosegue il comunicato, “durante il confronto con la rappresentanza ministeriale non abbiamo registrato alcuna misura concreta capace di mettere nelle migliori condizioni tutti i lavoratori dell’INL (o del Dipartimento della vigilanza) per operare efficacemente e assolvere le funzioni cui sono adibiti”. Ad ora si starebbe verificando se tecnicamente, nell’ipotesi di rientro, una qualche forma di compensazione spetti al ministero. “L’avanzo di bilancio va all’erario, ma visto il trasferimento di funzioni si aspettano che qualcosa venga riconosciuto al ministero, ed è quanto stanno cercando di capire”, spiega Giorgio Dell’Erba, dirigente del coordinamento nazionale dell’Unione sindacale di base, presente all’incontro a Roma. “Ma il problema è proprio questo: di questi soldi cosa ne vogliono fare?”. Si intende seguire “una logica di conservazione dello stato attuale o si intendono invece potenziare davvero, e non a “costo zero”, tutte le attività e le funzioni trasferite dell’INL”?

Sul potenziamento dell’Ispettorato Calderone e sindacati non si sono mai intesi. Il prossimo incontro, che il ministero propone per gennaio, dirà se l’attività ispettiva a tutela di diritti, salute e dignità dei lavoratori ha ancora cittadinanza o se l’imperativo è “non disturbare chi produce ricchezza”, per dirla con Giorgia Meloni. Insomma, se la ministra Calderone intenda smantellare definitivamente le funzioni di un Ispettorato che già oggi e soprattutto al Nord, ha sedi sotto organico di oltre il 50%. “Non possiamo accettare anche il solo paventarsi dell’ipotesi di un diretto controllo politico della vigilanza sul lavoro, dopo averla disarticolata, riportando il quadro istituzionale indietro di dieci anni”, scrivono Cgil, Uilpa, Usb, che annunciano una assemblea nazionale del personale per il 2 dicembre e non a caso: “La sera del 2 dicembre andrà in onda su Rai 1 la serie televisiva “L’altro ispettore”, la prima serie TV dedicata alla figura dell’ispettore del lavoro. Ci sembra incredibile che, mentre si illustra al grande pubblico il ruolo degli ispettori del lavoro (sperando comunque non vi siano troppi luoghi comuni), il Governo si prepari serenamente a comunicare l’intenzione di chiudere l’INL e riportare le lancette indietro di dieci anni”.

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Il Fatto Quotidiano

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