Caldo killer, quasi 2,5 miliardi di lavoratori a rischio: scattano le nuove linee guida per la sicurezza nazionale
- Postato il 24 agosto 2025
- Economia
- Di Blitz
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Scattano le nuove linee guida per la sicurezza nazionale a causa del caldo killer: solo oltre 25 miliardi di lavoratori a rischio.
Il caldo estremo continua a rappresentare una minaccia crescente per la salute e la sicurezza di miliardi di lavoratori nel mondo. Nel nuovo rapporto congiunto basato su dati aggiornati al 2024, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) rilanciano l’allarme sull’impatto devastante delle alte temperature sul lavoro, sottolineando la necessità di adottare linee guida nazionali per la tutela dei lavoratori esposti.
Anche in Italia, le ondate di calore sempre più frequenti stanno compromettendo la capacità produttiva in settori chiave come l’agricoltura e l’edilizia.
L’emergenza globale del calore sul lavoro
Secondo il rapporto intitolato Climate change and workplace heat stress, la crescita della frequenza e dell’intensità delle ondate di calore rappresenta una sfida senza precedenti per la salute pubblica e la sicurezza sul lavoro. Il 2024 è stato registrato come l’anno più caldo di sempre, con una temperatura media globale superiore di 1,45 °C rispetto ai livelli preindustriali. Nelle regioni più colpite, si sono registrate temperature che hanno superato i 50 gradi, un fenomeno che mette a rischio quasi 2,5 miliardi di lavoratori esposti a condizioni estreme.
Jeremy Farrar, vicedirettore generale OMS per la promozione della salute, ha evidenziato come lo stress da calore stia già compromettendo salute e mezzi di sussistenza, soprattutto nelle comunità più vulnerabili. La guida elaborata dall’OMS e dalla WMO propone soluzioni fondate su dati scientifici per ridurre le disuguaglianze e rafforzare la resilienza della forza lavoro in un contesto di riscaldamento globale. Il documento mette in evidenza le gravi conseguenze sanitarie derivanti dall’esposizione al caldo eccessivo: colpi di calore, disidratazione, disfunzioni renali, disturbi neurologici.
Questi problemi non solo compromettono la salute individuale, ma comportano anche un calo significativo della produttività: ogni grado in più oltre i 20 °C determina una riduzione del rendimento lavorativo del 2-3%, secondo l’indice WBGT che considera temperatura e umidità. Le cifre sono allarmanti: ogni anno si registrano più di 22,8 milioni di infortuni correlati al caldo e quasi 19mila morti direttamente attribuibili a queste condizioni. Inoltre, circa 26 milioni di lavoratori soffrono di malattie renali croniche causate dall’esposizione termica nei luoghi di lavoro.

Ko Barrett, vicesegretaria generale della WMO, ha sottolineato che lo stress da calore non è più un problema limitato alle zone equatoriali, ma una vera e propria emergenza globale, come dimostrano le recenti ondate di caldo in Europa. Proteggere i lavoratori dal caldo estremo è diventato un imperativo economico oltre che sanitario. Per rispondere a questa emergenza, OMS e WMO propongono l’adozione degli Occupational Heat Action Plans (OHAPs), piani di intervento mirati e personalizzati in base ai diversi settori e contesti lavorativi. Questi piani devono prevedere la collaborazione tra lavoratori, sindacati, imprese e autorità sanitarie per garantire una protezione efficace.
Le misure raccomandate includono la formazione specifica per riconoscere tempestivamente i sintomi dello stress da calore, l’adozione di turni flessibili, pause frequenti in ambienti ombreggiati, idratazione continua e l’uso di dispositivi di raffreddamento. L’innovazione tecnologica e le strategie sostenibili sono considerate strumenti chiave per migliorare la sicurezza e il benessere dei lavoratori. Joaquim Pintado Nunes, responsabile salute e sicurezza sul lavoro dell’ILO, ha definito il rapporto una tappa cruciale nella lotta contro le conseguenze del caldo estremo sul lavoro, sottolineando l’urgenza di un’azione coordinata a livello globale per proteggere oltre 2,4 miliardi di lavoratori.
Questa iniziativa si inserisce nell’ambito degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, puntando a contrastare la povertà, migliorare la salute, promuovere il lavoro dignitoso e sostenere la crescita economica attraverso azioni concrete e immediate contro i cambiamenti climatici. Il rapporto rappresenta dunque uno strumento fondamentale per i governi e le istituzioni impegnate a proteggere vite umane e a salvaguardare le economie dall’impatto sempre più severo delle temperature estreme sul lavoro.
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