Califano rivive nei luoghi del film con Leo Gassman
- Postato il 4 agosto 2025
- Luoghi Da Film
- Di SiViaggia.it
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Franco Califano, senza ombra di dubbio, è un’intramontabile icona della musica italiana. Oltre a questo però, sarà sempre simbolo di spiccato intuito artistico quanto di sregolatezza. Una vita al limite, segnata da episodi di enorme successo come di profondo smarrimento. A cercare di riassumere in un unico film questa ingombrante figura, ci ha pensato Alessandro Angelini nel 2024 col suo Califano.
Diretto da quest’ultimo e scritto da Isabella Aguilar e Guido Iuculano, vede Leo Gassmann vestire i panni del protagonista e condensare in appena un’ora e quaranta minuti, i momenti salienti di un’esistenza fatta di alti e bassi. Capitoli di luce e di buio che ripercorrono dunque la vita dell’artista romano e che traggono ispirazione dal libro Senza manette, la biografia ufficiale scritta dallo stesso Califano (edito da Mondadori). Una storia in cui i luoghi sono parte del racconto e servono a enfatizzare il suo animo, profondamente legato alle origini.
Di cosa parla il film
Il film ripercorre la vita del cantante a partire dal 1961 quando, a 22 anni, Franco vive a Roma insieme alla madre e al fratello. In quel periodo si innamora e si sposa, ma ben presto sente il richiamo della musica e sceglie di seguire la strada dell’arte. Si trasferisce così a Milano dove inizia a scrivere le sue prime canzoni. La storia si snoda fino al 1968, anno segnato da una profonda crisi personale: la depressione lo travolge e viene ricoverato in una clinica per disintossicarsi dalla cocaina.
Il racconto prosegue fino al 1979, anno in cui Franco rifonda la sua carriera lanciando la Apollo Records con Edoardo Vianello. Scommette su un giovane gruppo, i Ricchi e Poveri, e li porta sul palco di Sanremo, segnando un altro capitolo di successo. In quegli anni vive anche una storia d’amore con Mita Medici.
Ma la felicità si rivela effimera: il senso di prigionia ritorna, insieme agli errori. Nel 1984 viene arrestato per droga. La scena è drammatica: sei agenti entrano nei camerini del Teatro Parioli, lo ammanettano e lo portano via, sfilando davanti al pubblico che lo aspettava sul palco e che, incredulo, assiste in silenzio a quell’inaspettato epilogo.

Dove è stato girato
Le riprese di Califano si sono svolte interamente in Italia, con set principali a Roma e nelle aree circostanti del centro storico. Non a caso, la Capitale è il cuore della narrazione, è lì che Franco Califano ha trascorso gran parte della sua vita ed è sempre lì che si è spento. Roma, dunque, non è solo uno sfondo, ma una vera e propria protagonista silenziosa del film, presente in ogni scena, strada e atmosfera.
La produzione ha avuto luogo nell’autunno del 2023 e ha richiesto circa cinque settimane di lavorazione. Un impegno intenso che ha coinvolto attori, attrici, tecnici, maestranze e tutta la squadra artistica e produttiva, uniti per restituire sullo schermo l’autenticità di una storia profondamente legata alla città.

Teatro Parioli
Uno dei momenti più intensi del film è ambientato al Teatro Parioli, dove Franco Califano viene arrestato mentre si prepara a salire sul palco. Il teatro, situato in via Giosuè Borsi nel cuore del quartiere Parioli a Roma fu teatro, in tutti i sensi, di un evento che segnò profondamente la sua vita. Era il 1984, una serata importante per lui. Ma proprio poco prima dell’inizio dello spettacolo, sei carabinieri fecero irruzione, lo ammanettarono e lo portarono via sotto gli occhi increduli del pubblico che lo attendeva.
L’accaduto, rimasto impresso nella memoria collettiva, rappresenta uno dei passaggi più drammatici nella biografia dell’artista. Le accuse mosse nei suoi confronti erano pesanti: associazione a delinquere di stampo camorristico e traffico di stupefacenti, nell’ambito di un’imponente operazione contro la Nuova Camorra Organizzata.
L’inchiesta coinvolse anche nomi noti, come quello di Enzo Tortora. Secondo le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, Califano avrebbe avuto legami con figure criminali come Raffaele Cutolo e Francis Turatello, e principalmente gli venne contestato di aver cantato a una festa organizzata da Cutolo nel 1978, ricevendo in cambio 250 grammi di cocaina.
Villa di Ardea
Pur essendo ambientato in gran parte a Roma, il film include anche scene significative girate ad Ardea, località che ha avuto un ruolo centrale nella vita di Franco Califano. È qui, infatti, che il cantautore aveva scelto di vivere in alcuni momenti cruciali, condividendo la sua villa con il fratello Guido e il nipote Fabrizio. Quella casa divenne nel tempo un simbolo del suo legame profondo con il territorio e con la sua musica.
Nel cuore del centro storico di Ardea, in via Catilina 3, si trova oggi una casa-museo dedicata alla sua memoria. All’interno sono custoditi oggetti autentici che raccontano la sua quotidianità: strumenti musicali, fotografie, vinili, premi, mobili e ricordi intimi.
Tra questi, anche una poltrona a cui era particolarmente legato, che lui stesso definiva “la sua culla”. Attraverso queste ambientazioni reali – dalla villa agli scorci del paese, fino ai dettagli più personali – il film restituisce con intensità lo spirito del Califfo, profondamente radicato in quel luogo che fu per lui rifugio, ispirazione e ultimo approdo.