Campania, top e flop delle Regionali: Sangiuliano eletto per una pugno di voti. Non ce la fa Boccia, il figlio di Mastella sì

  • Postato il 25 novembre 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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In una carrellata dei top e dei flop delle elezioni regionali in Campania c’è uno che può ricoprire entrambe le caselle: l’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Eletto sì, ma per il rotto della cuffia: solo 9.902 preferenze per il capolista di Fratelli d’Italia, appena 300 in più del primo degli esclusi, il segretario cittadino Marco Nonno. A Napoli il partito di Meloni è rimasto sotto l’11%: chi non salta non porta voti. L’ex ministro della Cultura può però sorridere a trentadue denti pensando al pericolo scampato ed al risultato della sua ‘antagonista’, Maria Rosaria Boccia, intruppata nelle percentuali infinitesimali di ‘Dimensione Bandecchi’, ferma a 146 preferenze: una ogni cinquanta articoli dedicati alla sua candidatura.

Ai detrattori della candidatura di Roberto Fico va evidenziato il dato che l’ex presidente della Camera ha raccolto 56mila voti più delle sue liste. Meglio del candidato del centrodestra Edmondo Cirielli (più 50mila sulle sue liste). La lista più trainata dalle preferenze risulta invece “A testa alta”, che fa riferimento al presidente uscente Vincenzo De Luca. Per ogni voto dato a questa lista, sono state espresse in media 1,28 preferenze per i candidati al Consiglio regionale. Ma i signori del consenso personale anche stavolta albergano nel Pd di Napoli.

Boom per Giorgio Zinno e Salvatore Madonna, quasi 40mila preferenze a testa. Dietro il risultato dell’ex sindaco di San Giorgio a Cremano e del consigliere comunale di Napoli si vede la longa manus del capogruppo regionale uscente Mario Casillo, destinato alla vice presidenza della Campania. Nel M5s è andato fortissimo l’assessore alle politiche sociali di Napoli, Luca Trapanese: quasi 13mila voti per il politico la cui storia di padre adottivo di una bimba con la sindrome di down ha ispirato il film ‘Nata per te’. In “A testa alta” ce la fa in extremis l’assessora all’Istruzione di De Luca, Lucia Fortini, con quasi 18mila voti. In odore di riconferma in giunta, in quel caso subentrerebbe Rossella Casillo, la figlia dell’ex senatore Tommaso Casillo.

Il capitolo dei “figli di” è un susseguirsi di gioie e dolori. Non ce la fa Armando Cesaro (Casa Riformista), oggi pupillo di Matteo Renzi dopo essere stato erede dei serbatoi di voti azzurri di Luigi Cesaro. Entra in Consiglio invece Pellegrino Mastella, figlio di Clemente Mastella, robusta la sua affermazione a Benevento con 17mila preferenze. Noi Sud è il primo partito in città con quasi il 18%, quattro punti in più dei dem e uno in più di Forza Italia e Fdi. Eletto per la seconda volta Giovanni Mensorio (Avanti Campania), non viene riconfermato Giuseppe Sommese, secondo dei non eletti nella stessa lista, figlio dell’ex assessore Pasquale Sommese. Pochi voti per Ione Abbatangelo, figlia dell’ex europarlamentare missino Massimo Abatangelo, in Fdi Napoli, non abbastanza per Rosaria Aliberti, figlia del sindaco di Scafati Pasquale Aliberti, in Forza Italia a Salerno.

Un clamoroso flop è il risultato di Pasquale Di Fenza, candidato in Forza Italia a Napoli dopo i video negli uffici del consiglio regionale con Rita De Crescenzo e l’anatema di Calenda che lo cacciò da Azione all’istante: solo 1.200 voti. Non l’ha votato neanche la tiktoker napoletana, che quando si è presentata al seggio si è accorta di essere stata cancellata dalle liste elettorali. In Forza Italia il nuovo recordman delle preferenze è il sindaco uscente di Casalnuovo Massimo Pelliccia, che ne ha raccolte più di 16mila. Nella lista Cirielli ci ha provato, ma senza successo, il leader dei comitati contro gli abbattimenti delle case abusive, Raffaele Cardamuro: per lui 3.000 voti in nome dell’eterna e ricorrente promessa del condono.

E resta al palo anche Daniela Di Maggio, capolista Lega, la mamma di Giogiò, il giovane musicista ucciso per strada senza un motivo: solo 964 voti. La Lega di Napoli sarà rappresentata in aula dall’ex deputata e collezionista di partiti Michela Rostan, che ha raccolto 11.041 voti: già Pd, poi Mdp, Leu, Renzi, gruppo misto, Forza Italia, prima di approdare al partito di Salvini. Infine i fedelissimi ed ex fedelissimi di De Luca, sparpagliati qui e lì. Partiamo da uno che non lo è più, Giovanni Zannini. Rieletto ma stavolta con la maglietta di Forza Italia, irrobustito da quasi 32mila preferenze. Da Salerno tornano in Consiglio regionale Francesco Picarone (Pd, 13 mila preferenze) e Luca Cascone (‘A testa alta’, 20mila preferenze). Ed a Caserta torna in aula per la quinta volta consecutiva il presidente uscente del consiglio regionale Gennaro Oliviero: 17mila voti in ‘A testa alta’ per l’ex dem al centro di numerose polemiche prima e dopo il commissariamento del Pd casertano. Che non ne hanno scalfito l’appeal elettorale.

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Il Fatto Quotidiano

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