Canada, i liberali vincono le elezioni. Carney confermato premier: “Non dimenticheremo mai il tradimento americano”
- Postato il 29 aprile 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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I liberali del premier Mark Carney hanno vinto le elezioni in Canada, secondo le proiezioni dell’emittente Cbc. Non è ancora chiaro se riusciranno a formare un governo di maggioranza (per cui sono necessari 172 seggi) o dovranno limitarsi a un governo di minoranza. Carney, ex governatore della Banca centrale canadese, ha condotto la campagna elettorale all’insegna della forte opposizione ai dazi imposti da Donald Trump e alle sue minacce di annessione del Paese.
Effetto Trump sulla campagna elettorale – I conservatori di Pierre Poilievre per mesi erano stati in testa a tutti i sondaggi, ma l’effetto Trump ha sconvolto l’agenda della campagna elettorale. Lo sconfitto ha annunciato di voler collaborare con il nuovo governo canadese per contrastare la guerra commerciale e le minacce di annessione del presidente statunitense. “Metteremo sempre il Canada al primo posto”, ha detto Poilievre ai sostenitori, aggiungendo: “I conservatori collaboreranno con il primo ministro e tutti i partiti con l’obiettivo comune di difendere gli interessi del Canada e ottenere un nuovo accordo commerciale che ci lasci alle spalle questi dazi, proteggendo al contempo la nostra sovranità”
Carney, il discorso della vittoria – Il Canada “non dovrà mai dimenticare il tradimento americano”, ha promesso Carney nel discorso della vittoria a Ottawa. “Il nostro vecchio rapporto con gli Stati Uniti è finito” perché “l’America vuole la nostra terra, le nostre risorse, la nostra acqua. Queste non sono minacce vane. Trump sta cercando di spezzarci per poterci possedere. Questo non accadrà mai”, ha aggiunto il nuovo premier liberale, invitando il Paese a unirsi nei “difficili mesi a venire che richiederanno sacrifici”.
Carney ha annunciato l’intenzione di un dialogo con il presidente americano, che ha dichiarato di voler fare del Canada il 51esimo stato degli Usa. “Quando mi siederò con Trump, saremo pienamente consapevoli di avere molte altre opzioni per costruire prosperità per tutti i canadesi”, ha affermato Carney. “Combatteremo con tutte le nostre forze per ottenere il miglior accordo per il Canada”, ha aggiunto.
Il post di Trump nel giorno delle elezioni – I canadesi hanno deciso con il loro voto di prolungare il decennio di potere del Partito liberale. Le elezioni sono state una sorta di referendum su Donald Trump e su chi, tra Carney e Poilievre, saprà meglio arginare la politica aggressiva e le mire espansioniste del presidente Usa. Il tycoon non ha rinunciato a prendere in giro i canadesi nel giorno delle elezioni, con un post su Truth in cui ha nuovamente suggerito che il Canada debba diventare il 51esimo Stato dell’Unione e affermato che gli Usa stanno di fatto sovvenzionando il loro vicino. “Non ha senso se il Canada non è uno Stato!”, ha scritto Trump.
La disaffezione verso Trudeau, la rimonta dei Liberali (sull’onda di Trump) e l’inflazione – Prima che Trump iniziasse il suo secondo mandato e minacciasse la sovranità e l’economia canadesi, i Liberali di Carney sembravano destinati alla sconfitta, sulla scia della disaffezione degli elettori per le politiche del suo predecessore, Justin Trudeau. L’aggressività di Trump ha però fatto infuriare molti canadesi: vacanze negli Usa cancellate, boicottaggio dei prodotti americani, voto anticipato.
Un numero record di 7,3 milioni di canadesi ha votato prima del giorno delle elezioni. Trump ha così messo in difficoltà Poilievre e il Partito conservatore, dopo che mesi fa sembravano destinati a una facile vittoria. Poilievre, con una campagna elettorale i cui toni hanno spesso ricordato quelli dello stesso Trump, sperava di trasformare il voto in un referendum sull’ex primo ministro Justin Trudeau, la cui popolarità è scesa in picchiata dopo un decennio al potere, sotto il peso dell’aumento dei prezzi, in particolare i generi alimentari, e l’impennata dell’immigrazione. Ma poi Trump è diventato il tema dominante, e l’analogia tra i toni populisti di Poilievre e quelli del presidente Usa potrebbe essere costati cari ai Conservatori.
Il Canada sta affrontando da tempo una crisi dei prezzi. Oltre il 75% delle sue esportazioni è destinato agli Stati Uniti: la minaccia dei dazi doganali di Trump e l’intenzione del tycoon di convincere le case automobilistiche nordamericane a spostare la produzione canadese a sud potrebbero danneggiare gravemente l’economia del Paese.
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